Lamezia: incontro sul fenomeno del terrorismo

incontro-terrorismoLamezia Terme – Si è svolto giovedì 21.01.2015 a Lamezia Terme l’incontro a tema: “Terrorismo: vietato sapere”. Di fronte ad un pubblico numeroso ed interessato ed ai rappresentanti di varie associazioni, gruppi e movimenti, l’incontro, spiega una nota, “è stato moderato dal responsabile di Gioventù Nazionale di Lamezia Terme Domenico Mercurio che ha spiegato come questo evento faccia parte di una serie di appuntamenti, organizzati da Gioventù Nazionale con la collaborazione diFratelli d’Italia,Identità Tradizionale,Gioventù Controcorrente e Cantiere Laboratorio ed abbia lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, dando una corretta informazione sugli avvenimenti sia nazionali che internazionali,cercando di rimuovere quei filtri che troppo spesso i mass media impongono ai loro fruitori.Da qui la necessità di fare fronte comune attraverso l’arma della cultura e della conoscenza senza filtri della realtà, ricordando che qualunque siano le convinzioni e gli ideali che ciascuno di noi ritiene di avere circa i fatti che stanno insanguinando il mondo, mai può venire meno la ricerca della verità.A conclusione del suo intervento Mercurio ha sottolineato quindi, come la finalità di questi incontri sia proprio quella di permettere a tutti i convenuti, una volta ascoltate le testimonianze rese dai vari ospiti, di volgere lo sguardo alla realtà per come ci viene presentata ed interrogarsi su di essa”.
incontro-terrorismo1L’introduzione di Raffaele Mastroianni, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, è stato un invito a “riflettere su questi scenari ed il terrorismo in modo particolare, per meglio conoscere le strategie dei poteri internazionali che inevitabilmente si riflettono sulla vita nazionale e coinvolgono anche ilpopolo italiano. I mezzi di comunicazione sono spesso manipolati per fare proselitismo e ben lontani dal descrivere la realtà”. Il rappresentanteprovinciale del partito della Meloni ha poi ricordato come sia necessario avere contezzadella reale situazione nella quale versano territori poco distanti da noi per cercare di comprenderne al meglio le eventuali minacce e prendere le giuste cautele. In chiusura d’intervento, Mastroianni, ribadendo l’importanza di un’ informazione libera, veritiera e corretta ha manifestato comunione d’intenti con il commissario di Gioventù Nazionale Mercurio, invitando lo stesso ad organizzare a breve termine una manifestazione che tratti in modo specifico il ruolo che l’informazione gioca nell’odierna società.
Ettore Scaramuzzino,responsabile di “Gioventù Controcorrente” , al termine del suo intervento, ha detto: “La fiamma della speranza ancora non si è spenta, il sacrificio di chi cade ogni giorno, combattendo contro lo Stato Islamico, la fa ardere. Nel nostro piccolo dobbiamo impegnarci innanzitutto a diffondere la verità, trasmettere valori, cominciare a pensare come “Comunità” e non come singoli individui animati da spirito di protagonismo con la smania di apparire. Le esecuzioni dell’ISIS fanno leva sulle nostre paure, ed è umano averne, ma dobbiamo ricordare che la paura non discrimina nessuno, si può combatterla e vincerla solo con il coraggio.Iil coraggio di cambiare, il coraggio di scegliere, il coraggio di agire, il coraggio di non accettare le false verità che ci vogliono imporre perché i media possono modellare a loro piacimento le notizie, ma non la nostra mente perché la libertà autentica consiste nell’essere Uomini liberi”.
Simone Grisolia, di “Identità Tradizionale” di Catanzaro, parlando del tema, ha posto anche l’attenzione su quello che definisce “ “terrorismo psicologico”, per cui le tv, i giornali e il web, diffondendo menzogne, cercano di plasmare la popolazione secondo i dettami di un potere anti-umano e perciò anti-cristiano.Incontri come questo – ha continuato Grisolia – servono a colmare il vuoto culturale di una società che viene sempre più spinta, attraverso messaggi subliminali, verso un’unica direzione costituita dal cosiddetto “pensiero unico”. E questo vale sia nel diffondere notizie false sul terrorismo sia di teoria gender o adozioni gay proponendocele come le uniche e vere conquiste di libertà”.
Il tema centrale dell’incontro è stato trattato da Vittorio Gigliotti, dell’ “Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medio Oriente” e Presidente di “Cantiere Laboratorio” che, partendo dal significato del termine terrorismo e dalle varie forme di terrorismo, ha evidenziato come “all’interno del circuito mediatico, nulla è come sembra e che la prima vittima del terrorismo è la verità.
Dopo aver fatto i dovuti riferimenti all’abbattimento dell’aereo civile russo sul Sinai del 31 ottobre 2015,all’attentato di Beirut del 12 novembre 2015 ed a quello avvenuto ad Instanbulil12 gennaio scorso, particolare attenzione è stata dedicata ai due attentati o stragi avvenuti in Francia il 7 gennaio del 2015 alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo e quelli di Parigi il 13 di novembre dello stesso anno che complessivamente hanno causato oltre 140 morti.
“L’attacco a Charlie Hebdo – ha detto Gigliotti – sembra non avere nulla a che fare con una strage di natura islamica, ma solo il tentativo di innescare all’interno della Francia uno scontro sociale all’interno della comunità francese dove i musulmani sono oltre 5 milioni. E la dinamica dell’attaco, le azioni dei terroristi confermano questa ipotesi, come quella che i mandanti non fossero radicali islamici ma centri di potere alleati della Francia stessa. L’attacco di Parigi dove sono morte 130 persone non ha nessun legame con quanto accaduto alla redazione del settimanale satirico. A Charlie Hebdo sono andati a colpire i redattori, persone specifiche, a Parigi hanno sparato nel mucchio con il fine di uccidere più persone,indipendentemente dalla loro appartenenza e ciò ha più il sapore di una vendetta nei confronti della sciagurata politica estera francese.I suoi stretti legami con gruppi terroristici come Al Qaeda e Daesh, sostenuti militarmente con lo scopo di abbattere Assad in Siria e dove la presenza militare francese e la sua attività terroristica a fianco dei suddetti gruppi è ampiamente attestata e dimostrata, come è evidente, il suo doppio gioco e le giravolte nei loro confronti. E se si vanno ad analizzare con attenzione gli uomini che hanno partecipato alle due mattanze in Francia ed il ruolo ambiguo degli stessi e di altri, i loro legami e il fatto che su alcune armi usate vige il segreto militare tanti conti non tornano”.
“Tornano però- ha concluso -l’esponente dell’ Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medio Oriente, i conti relativi alle conseguenze degli atti terroristici in Francia: una legge sull’informazione con sistemi quasi pirateschi ed illegali di controllo informatico sugli utenti di Internet ed altri dispositivi di sorveglianza sui cittadini. Gli attentati di Parigi hanno dato un’accelerata a quelle prove tecniche per l’applicazione di leggi speciali che potrebbero limitare le libertà personali in cambio di sicurezza. Una sicurezza che i morti ammazzati non hanno avuto. Sembra che il governo francese, più che i terroristi, sia deciso a controllare i cittadini francesi. E dopo i francesi, magari toccherà ai popoli europei con la scusa di salvarci dal terrorismo ci priveranno della libertà di manifestare. D’altronde a che serve la Comunita’ Europea?”.