Aeroporto Lamezia: Grandinetti, “la pazienza ha un limite”

grandinetti-francesco260216Lamezia Terme – Nel dibattito in corso sul destino della Sac, la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Lamezia interviene uno dei componenti del consiglio di amministrazione Francesco Grandinetti con una propria riflessione che pubblichiamo integralmente: “Rispondo prima al Presidente della Confindustria Rossi ed a quanti si servono di lui per dire cose inopportune e ridondanti. “Caro Rossi io non prendo bacchettate da alcuno, specialmente da te. Posso accettare consigli e suggerimenti, ma rimproveri e bacchettate falle alle persone della tua azienda o ai tuoi amici imprenditori, non a me”. E’ la seconda volta che tu, evidentemente ignorando lo statuto della Sacal, mi definisci rappresentante dei privati nel senso errato del termine. Nel senso, cioè, che dovrei rappresentare te e solo i privati. Io sono stato eletto in assemblea dal 99% delle quote azionarie della società alla pari del rappresentante di Aeroporti di Roma e Banca Carime e quindi dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Catanzaro, di Cosenza, dal Comune di Lamezia, da quello di Catanzaro, ecc., ecc.. Forse tu pensavi, non avendo studiato lo statuto, che ero stato scelto ed eletto solo dai privati? No non è così. Lo statuto non prevede ciò. Mi sono candidato da solo e il vostro favorito (TUO) era altra persona che poi non è stato eletto. Chiarito? Quindi ti prego di finirla con questo solito refrain che hai usato in assemblea, ribadendolo oggi sui giornali, che sa di minaccia chiedendomi le dimissioni “perché è venuto meno il rapporto fiduciario”. Io, in qualità di amministratore della Sacal, devo difendere la Società, i lavoratori, e tutti gli azionisti, non te e solo i privati. Io, come tutti i consiglieri di amministrazione al mondo, rispondiamo in proprio ed agiamo secondo le nostre convinzioni professionali etiche/giuridiche, non secondo il dettato del presidente di Confindustria di turno. A questo punto, visto che sei voluto entrare nel campo personale quando parlando di me dici che faccio spesso commistione di ruoli tra il politico e l’imprenditore, rispondo che faccio l’imprenditore da decenni e la mia famiglia, prima di me, da secoli.
Dico anche che non sono state sempre per me rose e fiori, anzi! Oggi non mi vergogno di confessare, ma me ne faccio ragione di vanto per la forza con la quale cerco di superare i continui ostacoli come moltissimi di titolari di aziende calabresi, che ho vissuto e vivo tutte le condizioni di un imprenditore di questa regione. Infatti, proprio per le intralci “esistenziali” di una azienda calabrese (economiche, finanziarie, burocratiche, bancarie), capisco, forse molto più di altri, le “vere” problematiche degli imprenditori conterranei invece di scimmiottare i grandi della Confindustria del nord. Infatti se anche tu le comprendessi un po’ di più avresti fondato il movimento “La Calabria che soffre” invece che “La Calabria che rema”. Quindi presidente Rossi si dia una calmata.
Quanto al Presidente Colosimo, che secondo me soffre della sindrome di “Lesa maestà”, io ed i miei colleghi Pignanelli (Capo di gabinetto Regione Calabria) e Bruno (Presidente Provincia), non abbiamo messo in dubbio, come potrà dedurre da una lettura non faziosa della nostra mail, l’importanza e la nostra condivisione del progetto della nuova società di Handling, bensì abbiamo contestato il modo di presentarlo alla stampa prima di avere definitivamente approvato in maniera univoca tutto ciò che c’era da approvare in uno specifico consiglio d’amministrazione: dal nome da dare , alla organizzazione interna, dai tempi certi, alle eventuali quote definitive da cedere in funzione di chi compra e così via. Il timing prevedeva, un comunicato stampa delle varie fasi, non una conferenza stampa dove peraltro nessun consigliere era stato invitato fino alla sera prima e oltretutto solo per presenziare e non per eventualmente rispondere alle domande. La pubblicazione della nostra lettera alla stampa (e bene abbiamo fatto a questo punto!) è stata decisa dopo un tuo “irriverente” sms ricevuto da me e non solo che conservo gelosamente per dare credito alla mia opinione sulla “sindrome di Lesa maestà”.
Per il resto io continuerò a lavorare fino alla fine del mio mandato con la consapevolezza e la libertà di fare ciò che ritengo giusto per la Sacal, costi quel che costi”.