Lamezia: esame e contro esame dell’avvocato Pagliuso

pagliuso-francesco-120316Lamezia Terme- “Cross-Examination” ovvero l’esame incrociato dei testimoni nell’istruttoria dibattimentale è stato l’interessante argomento della X lezione del corso annuale della Scuola territoriale della Camera Penale di Lamezia Terme. Il relatore-professore è stato il segretario della Camera Penale l’avvocato Francesco Pagliuso. Un tema quello affrontato dal noto penalista lametino che ha incuriosito l’uditorio anche perché la Cross-Examination, l’esame incrociato, rappresenta uno dei momenti più delicati durante il processo penale. Le spiegazioni e le interpretazione fornite dall’illustre relatore, alla luce anche della sua esperienza professionale, sono stati indubbiamente interessanti sul piano formativo per i giovani penalisti lametini che frequentano i corsi della camera penale. Sul piano prettamente processuale la “Cross-Examination”, riguarda sostanzialmente, l’esame testimoniale. Il testimone, in Italia, può essere sottoposto a: esame diretto, controesame, riesame e esame da parte del Giudice. E il professor Pagliuso ha analizzato ogni singola fase della “Cross-Examination” partendo dall’esame diretto che si tratta delle domande poste da una delle parti, pubblico ministero o Avvocato, alla persona chiamata a testimoniare, che nel processo ha spiegato il penalista forma la dimostrazione della tesi o dell’accusa. E facendo alcuni esempi l’avvocato ha fatto riferimento a quando il pubblico ministero chiama a testimoniare una persona che potrebbe raccontare ciò che ha visto durante una rapina in una banca. L’esame diretto, ovviamente, – ha spiegato il relatore – tende a verificare l’ipotesi dell’accusa, in questo esempio il pubblico ministero, cercando di influenzare favorevolmente il Giudice. Prova diretta che fa da contro altare al ‘riesame’. Il nostro però è un sistema procedurale di prova improntato sul convincimento del giudice, laddove l’indicazione dei fatti oggetto di prova è generica, nel rispetto del divieto di ‘domande suggestive’. L’altra fase del processo è il Controesame. Questa fase, ha spiegato il penalista, è caratterizzata da domande effettuate non più da chi ha chiesto l’esame del testimone , cioè il pubblico ministero, ma da quelle dell’Avvocato della controparte che cercherà in tutti i modi di “smontare” la versione del teste. In questa fase è possibile effettuare domande tendenziose (suggestive). Ma avvolte, ha spiegato il relatore, possono essere nocivi per il proprio cliente. Quindi ha giudizio del relatore per il difensore procedere al controesame è una scelta importante e al tempo stesso più difficile perché
il contro esame ha un compito “demolitrice”, e qui la demolizione a sua volta può essere ‘oggettiva e soggettiva’, facendo così cadere l’attendibilità del testimone. Ma che inevitabilmente determina il riesame del testimone una volta terminato il Controesame, da parte del pubblico minsero che può effettuare nuovamente l’esame del teste ponendo ancora domande, nel caso in cui il teste, durante il Controesame, si sia contraddetto o abbia avuto momenti di “amnesie” nel ricordare nomi o fatti. Ovviamente dopo il Riesame, la controparte può chiedere il Controesame e così via. Il relato ha fatto notare come la Cross-Examination è una fase delicatissima e molto complessa. Momento che mette a dura prova il testimone e potrebbe determinare in un senso o in un altro il parere del Giudice. Per effettuare una buon esame del testimone serve esperienza, ma anche abilità nel saper porre le domande, quando incalzare, quando essere più morbidi, quando effettuare domande chiuse, aperte, quando procedere ad imbuto o a tunnel. L’esame da parte del Giudice avviene nel momento in cui si presentano ancora alcune lacune nel racconto del testimone, nonostante si siano svolte le fasi di Esame, Controesame, Riesame. E nella sua relazione l’avvocato Paglisuo ha fatto riferimento all’istituto del teste ostile.