Lamezia: Caglioti e Puteri, Piccioni avrebbe fatto meglio a tacere

puteri-caglioti-2Lamezia Terme – Francesco Caglioti, Vice Sindaco e Chiara Puteri, Assessore al Bilancio del Comune di Lamezia Terme, ancor prima di dimettersi hanno redatto un comunicato commentando alcune dichiarazione del consigliere comunale rosario Piccioni.
Notizia che pubblichiamo integralmente

“La politica, questo ormai si sa, è alquanto paradossale e quindi, forse per questo,in un certo qual modo affascinante.
Prendiamo pertanto atto della ennesima uscita del consigliere comunale Rosario Piccioni il quale, per come è giusto dalla sua scomoda posizione di amministratore uscente e dal suo interessato punto di vista di protagonista di primo piano della esperienza politica del Sindaco Speranza, non perde occasione per andare in soccorso dei “responsabili” e per tirare acqua al suo mulino.
Forse però, almeno questa volta, avrebbe fatto meglio a tacere ma, visto che siamo stati chiamati in causa, appare doveroso rispondere per il bene della Città e della Verità.
Appare paradossale, per come dicevamo, che chi, come noi, ha lavorato alacremente ventiquattr’ore al giorno per scongiurare il dissesto venga tacciato oggi con il neologismo di “dissestista” e chi invece negli ultimi dieci anni ha creato impudentemente ed imprudentemente le condizioni di un possibile dissesto mediante scellerate politiche di mancata riscossione e di spesa fuori controllo si erga oggi a soggetto politico “responsabile” andando “pro domo sua” in soccorso della maggioranza.
“Intelligenti pauca sufficiunt” ci hanno insegnato i latini per cui lasciamo a chi più di noi si intende di politica di trarre le giuste valutazioni.
Peraltro, ove mai ve ne fosse effettivo bisogno, cogliamo l’occasione per sgombrare il campo dagli strumentali dubbi interposti ad arte da qualcuno nella discussione politica degli ultimi giorni.
Non siamo mai stati, e mai saremo, favorevoli alla dichiarazione di dissesto atteso che abbiamo condiviso lo spirito che ha guidato sin dal primo giorno il nostro Sindaco Paolo Mascaro ed atteso che, attraverso la nota interna e riservata che abbiamo inviato alla Dirigenza del Comune e che incredibilmente è stata resa pubblica e diffusa a mezzo stampa, ci siamo “responsabilmente” limitati a redigere un’analisi delle criticità strutturali dell’Ente, a prescrivere una cura di rigore per evitare il possibile default ed a rappresentare le conseguenze se quella cura non fosse stata effettivamente seguita.
A distanza di dieci mesi dal nostro insediamento, infatti, abbiamo dovuto nostro malgrado prendere atto che le misure veramente necessarie ad evitare il peggio, nonostante gli sforzi di Sindaco, Assessori e cittadini, non erano state effettivamente adottate dalla burocrazia comunale verso la quale quella nota interna e riservata era dichiaratamente ed esclusivamente indirizzata.
Ciò premesso, il furbo e maldestro intervento del Consigliere Rosario Piccioni ci spinge a tornare su un argomento del quale si è parlato forse troppo senza cognizione di causa.
Avremmo voluto infatti aprire con il Consigliere Piccioni un dibattito politico sulle pregresse e “politicamente orientate” modalità di gestione dell’Ente e, quindi, su specifiche pratiche di interesse pubblico come il debito dell’acqua verso la Regione Calabria eliminato dal bilancio, la gestione delle utenze in regime di salvaguardia perché sottostimate nelle previsioni contabili e non pagate ai fornitori, le modalità di conferimento post aggiudicazione definitiva del project financing di Piazza della Repubblica, i criteri di scelta degli aggiudicatari e dei programmi di software assolutamente non funzionanti, le modalità di affidamento di servizi e di concessione in comodato gratuito del patrimonio immobiliare del Comune anche in prossimità delle elezioni, l’ordinativo dei lavori di pulizia straordinaria del Teatro Grandinetti in occasione della sua inaugurazione, l’affidamento diretto alle cooperative di tipo b dell’appalto sulla raccolta differenziata, la mancata adozione del regolamento e dell’ufficio per il controllo analogo imposto dalla legge per la Lamezia Multiservizi S.p.A., l’ammontare delle spese legali presso la Società in house, la costituzione di un ufficio stampa presso la stessa sofferente Società e chi più ne ha più ne metta.
Ci saranno altre occasioni in cui potremo imparare i metodi della “politica orientata”.
Tant’è, ma è necessario, per come forse è anche giusto, ritornare sull’argomento tirato in ballo dal Consigliere Rosario Piccioni al fine di fare un po’ di chiarezza.
Ne approfittiamo allora per ricordare a chi legge quali sono i fatti e le azioni che ci hanno portato oggi a discutere ancora dei pericoli del dissesto.
Nel mese di Novembre 2015 l’attuale amministrazione ha proposto al Consiglio Comunale la rimodulazione del piano di riequilibrio.
Lo consentiva la legge (era un’opportunità riservata alla nuova Amministrazione) ed è stato doverosamente fatto (ci pare di ricordare, peraltro, nel dissenso dello stesso Consigliere Piccioni, che usci’ subito con una nota che contestava la ridetta rimodulazione).
Ve ne erano peraltro le condizioni: la task force concordata con il Dirigente delle Entrate nella emissione degli avvisi di liquidazione arretrati (sono stati elaborati avvisi per piu’ di 10 milioni di euro), il venir meno dello spettro ICOM (10 milioni in meno da inserire nel piano di riequilibrio).
Si contava su una decisa sterzata della manovra delle entrate e sulla attendibilità delle attestazioni dei Dirigenti circa la insussistenza di ulteriori debiti fuori bilancio.
Nel mese di Gennaio 2016, tuttavia, si è verificato un fatto di straordinaria gravità.
Nel corso di una riunione di Giunta si è venuto a sapere, per puro caso ed in riferimento ad pregresso contatto con un legale esterno, della sussistenza di un debito del Comune di Lamezia Terme di € 14.166.147,00 verso la Regione Calabria per forniture di acqua all’ingrosso relative agli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2007.
Debito rimasto ignoto all’Amministrazione Mascaro fino a quel giorno.
Si è scoperto, allora, che il debito era stato riconosciuto dalla Giunta Speranza con la delibera n.433 del 28.06.2006, con la quale si approvava anche un piano di rateizzazione decennale.
La Giunta Speranza pagava le sole prime due rate e poi nulla.
Peraltro, il debito era stato in gran parte (precisamente per euro 13.175.683,15) compensato con quanto dovuto alla partecipata Lamezia Multiservizi S.p.A. essendo il costo dell’acqua potabile a carico della stessa a decorrere dal 04 Settembre 2000.
Quindi, il Comune ha incassato il corrispettivo dell’acqua dai cittadini e recuperato le somme dalla Lamezia Multiservizi S.p.A. ma non le ha mai riversate alla Regione Calabria.
La posta debitoria residua non è stata rinvenuta dall’attuale amministrazione nella contabilità dell’Ente perché cancellata, senza la qualsivoglia forma di giustificazione sostanziale o anche meramente formale, sembra nel 2008.
Con lo stesso metodo venivano cancellate tutte le lettere successive del 2009, del 2012 e del 2014 con le quali la Regione Calabria lamentava il mancato pagamento del debito.
Oggi, quindi, c’è una nuova ICOM alla quale fare fronte, sempre mettendo le mani nelle tasche dei cittadini lametini.
Ma vi è di piu’.
Nel Gennaio del 2016 è stato è richiesto ai Dirigenti con varie note(chiediamo scusa a Rosario Piccioni perché, forse, avremmo dovuto chiederlo per telefono e non per iscritto ma, da esperto legale qual è dovrebbe saperlo, “verba volant” e “scripta manent”) di effettuare una verifica generale sullo stato del recupero delle entrate, sull’effettivo grado di copertura globale dei servizi a domanda individuale, sull’entità dei debiti scaduti, sull’eventuale maturare di interessi di mora, sulla esistenza di ulteriori debiti fuori bilancio, sulla generale situazione finanziaria.
Tutte verifiche doverose che un amministratore attento deve effettuare per verificare la tenuta del piano di riequilibrio.
E’ giunta invece notizia di altri “fantasmi”; questa volta fatture “rifiutate” per 1.725.000,00 euro (per gas,energia elettrica ed acqua) senza valide ragioni, lasciate decantare nei cassetti mentre maturavano interessi di mora, ovviamente prive di copertura in bilancio.
Ricordiamo ancora cio’ che il Sindaco ha piu’ volte ben spiegato ovvero che a causa delle accumulate morosità l’Ente è da quasi un anno in regime di salvaguardia; questo significa che, fino a quando non si uscirà da questo regime, il Comune di Lamezia Terme paga, ed ha già pagato, tariffe molto piu’ alte rispetto a quelle di mercato.
Altri debiti fuori bilancio quindi.
Ed ancora.
Ad inizio 2016 è stato richiesto al Dirigente delle Entrate di effettuare un report sull’invio degli avvisi 2010 e 2011 effettuato nel secondo semestre del 2015.
Gli incassi si erano attestati intorno al 10-15% di guisa che c’era qualcosa che non quadrava.
Dal report è risultato che su un totale di 10.131 di plichi “postalizzati” ben 1.762 erano “inesitati “, ovvero non pervenuti al destinatario perché non ritirati per compiuta giacenza o non recapitati per indirizzo inesatto, inesistente o insufficiente o perché il destinatario è risultato sconosciuto o trasferito.
Si ha ragione di ritenere che analoga situazione si sia verificata negli anni precedenti, dato che gli avvisi di liquidazione venivano emessi quasi l’ultimo giorno utile (ricordiamo l’invio, tra Natale e Capodanno del 2014, degli avvisi 2009).
Quanti milioni di euro per ICI ed altro sono stati persi? E perche?
Al 15 Febbraio 2016 l’anagrafe registrava 7.572 individui iscritti in vie senza numero civico o in contrade; individui non raggiungibili dalla posta e quindi esenti da ogni imposta.
Tutto cio’ dopo un censimento effettuato nel 2012 !!!!!!
E’ questa l’attività “politicamente orientata” seguita da Rosario Piccioni e dalle Giunte delle quali ha fatto parte?
Complimenti,allora, per i danni causati !!!!!
E concludiamo.
Qui non c’è nessun tifoso del dissesto.
Ci sono persone che hanno svolto ogni giorno responsabilmente il loro lavoro, sollecitando in ogni modo e nel solo interesse della Città, la verifica delle condizioni necessarie alla tenuta del piano di riequilibrio.
Aspettiamo, allora, il rendiconto 2015 e il bilancio 2016 che certamente Rosario Piccioni contribuirà ad approvare, visto che sono presupposto ineludibile per la tenuta del Suo, ed oggi dell’amministrazione Mascaro, piano di riequilibrio, i cui contenuti, si apprende solo oggi all’esito di una parabolica quanto interessata inversione di pensiero, il consigliere di Sel dichiara di condividere in toto.
Andiamo avanti pagando quello che possiamo, se e quando possiamo, ben consapevoli che residuano circa €.1.700.000,00 di debiti 2014, €.10.000.000,00 di debiti 2015 e 2016, oltre ai €.24.000.000,00 di debiti della Lamezia Multiservizi S.p.A. ereditati dalla gestione Miletta, ai debiti fuori bilancio per sentenze che arrivano ogni giorno, ai debiti per smaltimento rifiuti alla Regione Calabria, ai debiti da rendicontazioni, e chissà quali altri “fantasmi”.
Poi aspettiamo l’anticipazione di liquidità di fine anno (se verrà) e facciamo un altro mutuo in forza del quale tra trent’anni, quando Rosario Piccioni sarà addirittura nonno, i suoi nipotini pagheranno ancora i corrispettivi dei servizi di cui oggi usufruiamo e che, tuttavia, non riusciamo a pagare.
Ed, infine, portiamo a casa l’approvazione del piano di riequilibrio che apprendiamo oggi da Rosario Piccioni con soddisfazione e con sollievo, anche perché cio’ ci conferma che fino ad ora abbiamo agito bene, sta per essere accolto.
Ed intanto, solo per chiarire, se c’è qualcuno che “mette le mani avanti” è proprio lo stesso Rosario Piccioni il quale attende con molta ansia il buon esito del piano, per l’amore incondizionato e superiore a chiunque altro che ha di Lamezia e, soprattutto, perché ha tutto l’interesse che nessuno, nella alternativa opzione del dissesto, venga nel palazzo comunale a mettere il naso e a verificare chi, come e quando ha causato il disastro suo malgrado ereditato dal sindaco Paolo Mascaro”.