Lamezia: Piccioni, Caglioti e Puteri hanno celato virtuose azioni Speranza

rosario-piccioni-260216Lamezia Terme – Rosario Piccioni, l’uomo della “Speranza”, ritorna in campo. L’assessore della giunta Speranza che ha “mal gestito” la finanza del Comune, fino a nascondere un debito di 14.166.147,00 di euro verso la Regione Calabria per forniture di acqua all’ingrosso, relative agli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2007, vuol riconquistare la scena della legalità, puntando il dito contro l’ex vice sindaco Caglioti e l’assessore al bilancio Puteri che, prima di dimettersi, con una nota avevano fatto rilevare come la precedente amministrazione comunale, quella guidata da Piccioni e Speranza, aveva nascosto diversi debiti, provocando un “buco” finanziario enorme, accusandoli inoltre di non avere messo in risalto “alcune azioni virtuose messe in atto dall’amministrazione precedente”, cioè Speranza. Piccioni continua a nascondere la verità: e cioe’ che la sua Giunta ha ridotto il Comune al lastrico, lasciando in eredità alla Giunta Mascaro una situazione economica disastrosa. Ma lui, essendo l’uomo della Speranza, continua a sperare che la pubblica opinione creda in lui e non a Caglioti, Puteri e Mascaro. A proposito del debito nascosto, sembra che sia stata presentata una denuncia alla Procura della Repubblica.

Ai lettori sottoponiamo la lunga riflessione di Piccioni che definisce Caglioti e Puteri “vittime di loro stessi e del loro approccio ragionieristico”

”Sconfessati pubblicamente dallo stesso Sindaco che li aveva nominati solo dieci mesi fa e in preda a un irrisolto “conflitto di identità” tra la figura di “tecnici della società civile” che hanno sempre orgogliosamente affermato di rappresentare e quella di ‘politici’ vecchia maniera, i dimissionari Caglioti e Puteri lasciano Via Perugini regalandoci l’ultima lunga serie di numeri mescolati ad arte con insinuazioni, veleni, sospetti infondati, che non determineranno alcuna conseguenza positiva sulla vita della città. Come nessuna conseguenza positiva per la città ha determinato la loro presenza nell’amministrazione Mascaro in dieci mesi dal suo insediamento.
Caglioti e Puteri se ne vanno vittime di loro stessi. Vittime di un approccio alla vita amministrativa che è plasticamente rappresentato dalla loro ultima lunga nota: la politica fatta con la calcolatrice, senza una visione e una prospettiva futura per la città, senza un contatto diretto con la vita dei cittadini. Un approccio che li ha resi indigeribili, per loro stessa ammissione, anche a tanti esponenti della stessa maggioranza. Per i due “dimissionari” l’amministrazione era un puro fatto di contabilità, e di questa “prigione contabile”, ahimè, sono rimasti vittime, concludendo senza infamia e senza onore il loro inconsistente e inadeguato mandato amministrativo.
Noi però qualche domanda ai due dimissionari, e in particolare, all’ex assessore Puteri vogliamo ancora porla. Non ci basta il “romantico addio” al Sindaco, condito di toni vittimistici che ricordano il protagonista del film di Luigi Comencini, il bambino incompreso costretto a soffocare i suoi slanci a causa degli adulti incapaci di capirlo. Essi non un giorno o un mese, ma dieci mesi hanno guidato la città e devono a tutti i cittadini un rendiconto chiaro di quello che hanno fatto e non hanno fatto in relazione proprio a quel “mancato cambiamento” che oggi li porta a gettare la spugna.
Puteri e Caglioti, nel loro atto finale congiunto, omettono di dire tante cose. Omettono di ricordare le grandi gaffes amministrative che hanno segnato il primo anno dell’amministrazione Mascaro: dalla mancata partecipazione al bando della Regione Calabria con ingenti finanziamenti per la realizzazione di scuole innovative, al dietrofront sull’annunciata “rivoluzione digitale” del servizio di mensa scolastica, fino all’interruzione improvvisa del servizio di assistenza domiciliare per esaurimento dei fondi. La Puteri ha ragione: di cambiamento ne abbiamo visto molto poco in dieci mesi.
E quello che c’è stato, è stato in peggio. Dopo avere innalzato moltissimo le tariffe di utilizzo degli spazi comunali e del museo archeologico, provocando tra l’altro la desertificazione degli stessi, per coprire come prevede la legge il 36% del costo, si poteva contenere lo sciagurato innalzamento al massimo delle tariffe sui servizi sociali a domanda individuale magari gravando, oltre che sulla cultura, ad esempio su sport e mercati. E risparmiare così’ le fasce sociali più deboli. Ma per fare queste scelte, vivaddio, serve la “politica” con la P maiuscola e una ‘visione’. Non basta la visione ragionieristica della linea della Puteri. E anche nel caso dei 13 Lsu del Comune, mandati a casa con la delibera del 14 ottobre e che solo due mesi dopo, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale hanno visto aprirsi una prospettiva positiva per il loro futuro, l’amministrazione Mascaro si è limitata a fare in fretta il compitino tecnico, senza quella interlocuzione politica e istituzionale più larga necessaria.
Ancora. Omettono di dire, i due dimissionari, che il piano di riequilibrio rimodulato dall’amministrazione Mascaro, così come si legge chiaramente nella relazione introduttiva allo stesso piano poi approvato dal consiglio comunale, è stato modificato in virtù di alcune azioni virtuose messe in atto dall’amministrazione precedente: ad esempio le anticipazioni di tesoreria erano state quasi tutte estinte e c’era stata soprattutto la risoluzione del caso Icom, cosa che la Puteri liquida con un solo rigo, addirittura tra parentesi.
La assessora, anche solo per onestà intellettuale, dovrebbe riconoscere invece che il bilancio consuntivo 2014 è stato approvato con un avanzo di amministrazione di due milioni di euro; che il preventivo 2015 varato dalla “disastrosa” amministrazione Speranza è stato approvato dalla giunta Mascaro senza toccare le aliquote e le imposte dell’anno precedente; che gli obiettivi inseriti nel vecchio piano di riequilibrio sono stati rispettati sia alla data del 31 dicembre 2014 sia a quella del 30 giugno 2015.
A Puteri e Caglioti, che l’hanno dimenticato, ricordiamo volentieri pure quanto mette nero su bianco nel maggio 2014 la Corte dei Conti Sezioni Riunite di Roma, che, dopo una “compiuta ricostruzione del quadro debitorio”, dichiara che “le misure di risanamento adottate dall’Ente per il triennio 2013/2015, risultano di plausibile realizzabilità”; che, pur nelle criticità, esiste “una potenziale liquidità di cassa tale da poter sostenere la capacità stessa dell’ente di fronteggiare con regolarità le obbligazioni assunte, escludendo un pericolo attuale e concreto per il normale funzionamento dell’ente”, riconoscendo infine come il Comune di Lamezia “abbia adottato iniziative di risanamento e disponga di dati di bilancio che dimostrano miglioramenti dei saldi che consentono di superare, almeno in parte, le riscontrate gravi irregolarità”.
Le insinuazioni e i sospetti sono sconfessati dai dati di fatto, dalle carte scritte: nel nostro Comune non ci sono gli elementi per dichiarare il dissesto. Lo dice una sentenza del più alto organismo contabile dello Stato Italiano. La Puteri pretende di saperne di più della Corte dei Conti Sezioni Riunite? Se è così ci troviamo di fronte a un caso di delirio di onnipotenza
Puteri e Caglioti vanno via con il chiodo fisso dell’amministrazione precedente, che evidentemente li ha paralizzati impedendogli di fare l’unica cosa di positivo che avrebbero potuto fare in questi mesi: portare a compimento i tanti progetti ereditati. Puteri e Caglioti se ne vanno via lasciando chiuso il Centro Polivalente di Via del Progresso che pure l’amministrazione Speranza aveva loro consegnato ‘chiavi in mano’. Così come resta chiuso l’ultimo piano del Complesso San Domenico completato da diversi mesi. Così come il centro di turismo sociale di località Ginepri. Se ne vanno facendo perdere i finanziamenti comunitari per la realizzazione del parco urbano dell’acqua. Se ne vanno lasciando in ‘standby’ i lavori di riqualificazione del Bastione dei Cavalieri di Malta. Se vanno dopo aver reso la vita un inferno in questi mesi alla ditta incaricata di realizzare una delle più grandi opere strategiche del Mezzogiorno, il nuovo Palazzetto dello Sport, costretta a ricorrere al Tar contro gli ostacoli burocratici di quella “macchina comunale” che l’amministrazione Mascaro doveva rivoluzionare. Per non parlare poi del Psc e del Piano Spiaggia.
Sono certo che da ieri l’assessore Puteri dormirà sonni più tranquilli. Non avrà più l’incubo dell’amministrazione Speranza che l’ha tormentata così tanto in questi mesi. Speriamo che i due ex assessori, ai quali auguriamo un felice ritorno alle loro professioni, abbiano appreso la lezione che l’amministrazione di un ente pubblico non è solo questione di numeri, non è un compitino tecnico da svolgere. La politica, per citare Margaret Thatcher, serve a cambiare i cuori e le anime delle persone: il bilancio è solo uno strumento. E per chi vive la politica come servizio al bene comune, aggiungo io, il fallimento non è mai una soluzione”.