Lamezia: la riforma degli Enti locali vista da Chiesa e Comune

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Lamezia Terme – La riforma del Delrio, il famoso disegno di legge, poi entrato in vigore l’otto aprire del 2014 che
reca disposizioni in materia di Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni, sarà al centro di un incontro previsto per venerdì prossimo nella sala Napoletano del comune di Lamezia e promosso congiuntamente da Don Fabio Statizzo, direttore pastorale sociale del lavoro e laboratori di dottrina sociale e Francesco De Sarro, presidente del Consiglio Comunale di Lamezia Terme. Tutto ciò spiega Don Statizzo “nel cammino che quest’anno l’ufficio diocesano pastorale sociale del lavoro ha intrapreso, nelle diverse sedi sparse sul territorio sta riflettendo grazie a illustri docenti ed esperti di dottrina sociale della chiesa sull’Enciclica di Papa Francesco Laudato si”. Ed in questo quadro programmato il 14 e 15 aprile sono previsti diversi appuntamenti nella Diocesi di Lamezia tra questi, appunto quello promosso dalla Diocesi e dal comune di Lamezia Terme per venerdì ed al quale sono stati invitati i Consigli Comunali della diocesi. L’appuntamento è per le ore 16. Ad affrontare il tema della riforma degli Enti locali a due anni dalla legge n. 56/2014, sarà
il prof Bruno di Giacomo Russo, Costituzionalista e docente di diritto pubblico presso università Bicocca di Milano. Intreverrano anche il sidnaco di Lamezia, Paolo Mascaro e il Vescovo Cantafora. A due anni dell’entrata in vigore della cosiddetta Riforma Delrio per il  direttore pastorale sociale del lavoro e laboratori di dottrina sociale, è opportuno fare una valutazione del suo stato di attuazione, con l’intento di offrire una prospettiva integrata, di riflessione accademica e di vita reale dall’interno delle Amministrazioni, dal momento spiega che
“la legge n. 56/2014 introduce importanti elementi di trasformazione del sistema locale: la radicale riforma delle Province, l’attivazione delle Città metropolitane, le nuove forme associative comunali, la diversa disciplina delle fusioni dei Comuni e l’introduzione dell’incorporazione dei Comuni”. Anche perché aggiunge “risulta la dimensione subregionale o sovracomunale radicalmente innovata, con provvedimenti che si pongono in forte continuità, pur nel variare delle soluzioni adottate, con le riforme già avviate”. Ed in questo scenario, nel quale sono posti in discussione i cardini dello stesso modello di articolazione delle Autonomie locali, la legge n. 56/2014, assume le vesti di legge di “grande riforma economica”.