Lamezia: è Pasquale Giampà “millelire”, il nuovo pentito

medusa-millelireLamezia Terme – E’ Pasquale Giampà, detto “Millelire”, cugino di primo grado di Francesco Giampà, detto il professore, l’altro componete della cosca “Giampà” che avrebbe deciso di diventare collaboratore di giustizia, ed il cui pentimento lo avevamo anticipato lo scorso 12 aprile. Pasquale Giampà (millelire), è indicato come uno dei membri della cosiddetta “commissione”, il vertice della cosca di cui facevano parte i rappresentati dei vari gruppi familiari che erano inseriti nella cosiddetta cosca “Giampà”. E’ stato trasferito in una località protetta. Al momento non si conosce il motivo della scelta di diventare collaboratore di giustizia. Probabilmente su di lui avranno influito i vari processi e le rivelazioni degli altri collaboratori che lo hanno coinvolto anche in alcuni omicidi. E’ il ventunesimo pentito del XXI secolo. Il penultimo a pentirsi è stato Gennaro Pulice indicato come parte della cosca “Iannazzo-Da Ponte-Cannizzaro”. Pasquale Giampà si va ad aggiungere a Giuseppe Angotti, Rosanna Notarianni, Angelo Torcasio, Battista Cosentino,Rosario Cappello, Saverio Cappello, Giuseppe Cappello, Giuseppe Giampà, Franca Teresa Meliadò, Francesco Vasile, Umberto Egidio Muraca, Luca Piraina, Matteo Vescia, Vincenzo Ventura, Giuseppe Catroppa, Pasquale Catroppa, Luciano Arzente, Stranges Pietropaolo, Gordiichuk Natalia, Gennaro Pulice.
Pasquale Giampà, anche lui finito nelle ultime inchieste della Dda, era già detenuto in quanto condannato nell’ambito del cosiddetto processo “Progresso”, perché ritenuto responsabile della estorsione ai danni di Rocco Magiardi. E’ indicato nelle varie comunicazioni di notizie di reato come direttore e organizzatore, in maniera subordinata a Francesco Giampà detto il “Professore”, della cosca, ma comunque con grado di “santista” o superiore, è considerato co-reggente dell’ omonima cosca, con il molo di gestire principalmente le estorsioni (almeno sino a quando è rimasto in libertà) a Nicastro e su tutta via del Progresso di Lamezia Terme, con autorità di impartire disposizioni, assumendo decisioni circa l’orientamento degli affiliati nella perpetrazione indiscriminata di una serie indeterminata di reati tra i quali, estorsioni in danno degli imprenditori locali, nonché ordendo e pianificando azioni di sangue nel contesto di scontri e dissidi con soggetti appartenenti a “cosche” contrapposte, detentore di armi anche micidiali, mantenendo direttamente o tramite affiliati contatti con esponenti di rilievo di “locali” di altre aree calabresi; operando altresì attraverso prestanomi, in società operanti nel settore dell’edilizia per l’esecuzione di appalti o sub-appalti anche di opere pubbliche, ovvero mediante imposizione di talune ditte fornitrici di calcestruzzo nell’esecuzione dei lavori”.