Lamezia: Comitato riapriamo carcere, perplesso su Provveditorato

carcere-lamezia-02-06Lamezia Terme – “A questa città non servono uffici decentrati dell’Amministrazione Penitenziaria ma un Istituto Penitenziario che operi in sinergia con le Forze dell’Ordine e con il locale Tribunale in un impegno quotidiano che sia da contrasto e da deterrente alle svariate forma di devianza che purtroppo insistono nella realtà territoriale della piana lametina”. Lo afferma in una nota il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme, alla luce diversi articoli che si sono susseguiti nel corso degli ultimi giorni relativamente allo spostamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria nella città di Lamezia Terme da parte di vari esponenti politici e non. Per il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme “a questa città non serve un premio di consolazione, di cui si accontenterebbero invece il capogruppo del Cac, Salvatore Debiase, Francesco Grandinetti, e addirittura il rappresentante sindacale RSU CISAL Luigi Villella, facente parte di questo Comitato ma ormai dirottato verso scelte più di opportunità e di ripiego che di reale aderenza agli iniziali presupposti di ripristino del nostro Istituto”. Inoltre per il comitato “fuori luogo appare poi il richiamo al campanilismo laddove il Consiglio Comunale di Catanzaro ha dalla sua la forza normativa per opporre ogni azione per il mantenimento degli uffici provveditoriali nel capoluogo, non da ultima la TABELLA B (art.16, comma 8) del DPCM n. 84 del 15/06/2015, che stabilisce per la Regione Calabria che la città di Catanzaro sia sede di Provveditorato”. A giudizio del comitato “Catanzaro difende quello che è suo per legge mentre i politici lametini si arrampicano sugli specchi reclamando briciole che rischiano di andare di traverso al primo boccone”, il quale altresì sostiene che “non è una vittoria il trasferimento del PRAP a Lamezia ma sarebbe una giusta riconquista e un vero successo politico riappropriarci del nostro carcere perché solo la sua presenza e il suo mantenimento potranno dare a questo Comune la possibilità di individuare un adeguato spazio dove progettare la costruzione di un nuovo istituto penitenziario che possa essere più consono alle esigenze territoriali e che grazie alla presenza di un aeroporto, inserito nei dodici aeroscali italiani a rilevanza strategica, di uno snodo autostradale e ferroviario centralissimo diventi, nell’ambito di una corretta gestione delle risorse penitenziarie in ambito regionale, un punto di riferimento e di supporto per tutti gli istituti della Calabria. Tutto questo anche se ci volessero 8 anni per la sua realizzazione ma che di certo porterebbero aspettative ottimistiche per il rilancio del lavoro e dell’economia dell’intera città”. Nella nota il comitato prosegue scrivendo: “la constatazione finale di questo Comitato è che mentre il piede di guerra della classe politica catanzarese diventi l’ennesima giustificazione da parte dell’amministrazione penitenziaria per il mancato trasferimento del Provveditorato a Lamezia Terme, in fin dei conti sono passati già due anni da tale promessa, dall’altra parte il silenzio del nostro Sindaco Paolo Mascaro ci consegna la rassegnazione nei confronti della riapertura del nostro carcere stante il fatto che a sette mesi dall’incontro col Sottosegretario alla giustizia Ferri e dalla trasmissione di valide proposte di riattivazione della struttura, nessuna risposta ad oggi è stata data alla città”. Non da ultimo, il comitato sottolinea “ come tutti i Sindacati di categoria ,UIL, SAPPE, per citarne alcuni, si siano messi dalla parte di chi fa la voce grossa abbandonando i lavoratori ed esaltando l’azione di chi nella stanza dei bottoni decide per il futuro di un’intera generazione, quella dei giovani lametini che si vedono tolti risorse e presidi di legalità”. Il Comitato per la riapertura del carcere, annuncia che “resterà sempre nella lotta per riottenere ciò che ci è stato tolto perché Uffici e Dirigenti non sono afferenti alle problematiche della nostra città, servono uomini e donne che contrastino sul territorio gli atteggiamenti antinormativi e le Istituzioni devono dare e ridarci strumenti e strutture che operino in tal senso, portando avanti ideali di giustizia e di condivisione sociale.