Fondazione Terina: Talarico, soluzione esiste

Talarico-Franco-15Lamezia Terme- “E’ inutile inventare ulteriori difficoltà: la soluzione di “Terina” esiste già. Giace sul tavolo della Giunta Regionale calabrese da tre anni, ma stranamente ci si ostina a non volerla attuare per ragioni che, a questo punto, cominciano ad essere oscure e inquietanti, ma che camminano in parallelo con l’opera di graduale rottamazione del territorio lametino e delle sue istituzioni.
La legge n.24 del 2013, entrata in vigore nel maggio dello stesso anno, determina con chiarezza all’art.13 il ruolo della Fondazione Terina, unico ente di ricerca della Regione Calabria”. Lo afferma in un comunicato Franco Talarico, già Presidente del Consiglio regionale della Calabria, secondo il quale “non c’è bisogno di soluzioni creative o di particolari interpretazioni di un dato normativo chiaro e definito che offre più di una via d’uscita dalla crisi e che attende solo di essere attuato dall’esecutivo. Nel lontano 2013 – ricorda – decisi di proporre la disposizione normativa su Terina, l’art. 13, che il Consiglio Regionale approvò con spirito di responsabilità. La mia proposta – aggiunge – normativa nasceva dalla convinzione che se il legislatore non avesse offerto un contributo autorevole alla battaglia dei lavoratori dell’ente con sede in Lamezia Terme, uno dei più importanti laboratori d’Italia in materia di ricerca e innovazione sulle produzioni agroalimentari sarebbe andato perso. E con esso – sostiene nella nota – si sarebbero spente le speranze di 40 lavoratori, tra cui biologi, chimici, tecnici di ricerca, amministrativi e personale di guardia”. Per Talarico “la Fondazione Terina, ente in house della Regione Calabria, può essere diretto fruitore di fondi europei ed essere il trampolino di lancio per far ripartire e poi crescere l’economia reale della nostra terra. Lo spirito – si legge nella nota – della legge che ci unì ai ragazzi di Terina era ed è chiaro: l’unico ente di ricerca della nostra Regione, dotato di macchine e presidi tecnologici all’avanguardia ( basta visitare la sede per capire di cosa si parla ) deve diventare il braccio operativo della Calabria in materia di rilancio delle politiche sulle produzioni agroalimentari di qualità”. Talarico inoltre ricorda che “l’art. 13 della legge regionale 24/13 con riferimento a Terina dispone che la stessa “dovrà perseguire unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia””. Quindi per Talarico “la fondazione deve, pertanto, occuparsi solo di ricerca e innovazione, in azione sinergica con il Centro Protesi Inail, e non anche essere società immobiliare per conto della Regione Calabria”. Di fatti, spiega ancora, “nonostante la Regione abbia negli anni affidato all’ente la gestione di un parco immobiliare importante, che comprende padiglioni e locali di varia grandezza, tra cui quelli del piu’ importante call center della Calabria e una miriade di altri enti, senza contare il polo convegnistico, la legge statuisce che di questi immobili la Fondazione non deve più occuparsene”.
Per Talarico non vi sono dubbi “Terina deve concentrarsi solo sui laboratori e deve creare una sinergia virtuosa con il nascente polo Inail. Gli immobili devono, infatti, essere ceduti ad altri enti regionali e, con essi, quota corrispondente di personale. Questo – precisa – dice la legge a cui lavorammo, che fu approvata nel 2013 e che è pienamente vigente. La Giunta Oliverio deve solo attuarla”. E per Talarico “dopo la visita del Premier Renzi che, approdato in Calabria, ha annunciato che uno dei punti qualificanti del Patto deve essere l’agroalimentare, non ci si può permettere il lusso di far morire tale nostra eccellenza, il piu’ importante presidio in materia di sicurezza e qualità agroalimentare che è la Fondazione Terina. E’ una contraddizione – conclude – non piu’ tollerabile, fondata su un’inefficienza attuativa perpetrata dal governo regionale.
La Giunta agisca, pertanto, prima che la tragedia della Fondazione diventi macigno per questa esperienza di governo e danno irreversibile per il nostro sviluppo”.