Lamezia: De Biase riforma referendum contro Renzi

debiase-riformaLamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo una analisi politica del consigliere comunale di Lamezia Terme Salvatore De Biase sulla riforma costituzionale, per il quale il dibattito spesso e purtroppo, si mostra più un semplice referendum contro Renzi, che una vera e propria discussione sulla stessa riforma . Mentre non dovrebbe essere così, l’obiettivo Riforme, obbliga una responsabilità comune per la crescita e la modernizzazione del Paese”.
“Insomma, – prosegue De Biase – nel mentre ieri i temi prevalenti su ogni cosa erano Berlusconi Si Berlusconi no, oggi, cambia l’attore ma non i termini usati. Ebbene sul tema specifico, la rappresentazione del libro scritto dall’On Massimo Parisi dal titolo molto esplicito: il Patto del Nazzareno” ha dato il via al primo dibattito aperto tra i fautori del Si sulla riforma e quelli del No.
Il confronto – aggiunge – nello specifico è stato moderato dal noto giornalista Paolo Pollichieni. Presenti , oltre al sottoscritto quale presidente del comitato del Si di Lamezia e relatore del dibattito introduttivo, l’avvocato Francesco Granato, presidente del comitato del Si per Cz, Roberto Guerrieri e Peppino Ruberto. Presenti ancora il Senatore Cesare Marini, Gianni Speranza e lo stesso autore del libro, On Massimo Parisi. L’occasione del dibattito, è stata offerta dall’ On. Galati il quale assieme al Senatore Marini e Gianni Speranza, e a quanti hanno relazionato, hanno offerto un confronto approfondito tra i sostenitori del Si e quelli del No”.

De Biase spiega che “le tesi dibattute hanno avuto un comune denominatore: comunque vada, la necessità di riformare lo Stato è una esigenza che negli anni la politica ha affrontato senza risolverla. Oggi sarà la volta buona ? Noi sostenitori del Si, è stato detto, ce lo auguriamo, per favorire la modernizzazione del Paese, per non essere disancorati dai dettami europei”. Inoltre sottolinea che “attraverso la lettura del libro poi, e l’approfondimento emerso nell’occasione del dibattito, l’On. Massimo Parisi, ha mostrato tutti i retroscena del famoso “Patto del Nazzareno, ( che è giusto ricordare nasce dopo che Berlusconi viene espulso dal senato ,ed assegnato ai servizi sociali, ma recuperato e reso interlocutore da Renzi). Nel dibattito di che trattasi, De Biase sostiene che “non è sfuggito a nessuno dei presenti, ed a quanti hanno letto il libro, che la posizione dell’On Verdini, è stata quella di essere “delegato di Berlusconi” a rappresentare tutti i motivi e l’esigenza di una Riforma Costituzionale condivisa”, e il dubbio e la domanda comune è : ma è l’On. Verdini ad essere stato lasciato solo sull’impegno voluto da Berlusconi, o è il KING Presidente a lasciare all’ultimo momento Verdini, Renzi e le Riforme ?”
Comunque vada, secondo De Biase, “i ritardi per una riforma rinnovata permangono e quella costituzionale, era e rimane necessaria. Non a caso già nel 1978 il PCI chiedeva una camera unica. Poi le varie fasi, fino ad arrivare al cosiddetto “Patto della Crostata, anch’essa fallito. Oggi abbiamo il Senato delle regioni, con 200 Senatori in meno, e non era facile abolire totalmente il Senato, era come chiedere agli stessi senatori: “mandatevi a casa”. E poi dagli atti emerge che nessuno emendamento abrogativo del Senato e’ stato presentato, da nessuna forza politica. Ecco perché una riforma generale non era facile. Specie nel contesto storico in cui vive oggi il Paese.
Dopo il referendum resteranno comunque gli “innovatori, che ci hanno provato e i conservatori”. Proseguendo nella sua analisi De Biase sostiene che “la Riforma del Paese l’hanno voluta, sopratutto, Forza Italia e il PD, e doveva e dovrà significare: ridurre i parlamentari; riformare la costituzione; liberare un bicameralismo frenante; dare stabilità governativa; eliminare la “navetta parlamentare” porre attenzione alla Corte Costituzionale, abolire il CNEL, le province, posti in essere i referendum propositivi, ecc. Insomma – commenta ancora – modernità, maggiore efficenza dello Stato, democrazia partecipata e governabilità. In una sola parola i Padri costituenti sulla Riforma avevano lavorato per 170 sedute, oggi 173; sempre l’assemblea costituente aveva avuto 606 votazioni, 292 approvazioni e 315 respingimenti, oggi 5271 sono state le votazioni, mentre le proposte emendative in sede costitutiva-assembleare, 1663, oggi 83 milioni e oltre. E Meuccio Ruini, relatore che parlava all’assemblea costituente il 22 dicembre del 1947, diceva: la seconda parte della costituzione ordinamento della repubblica, ha presentato gravi difficoltà, non abbiamo risolto con piena soddisfazione tutti i problemi istituzionali, ad esempio per la composizione delle due camere e per il sistema elettorale .
Ergo, gia’ dall’ora si palesavano limiti, ed oggi, ove dovessero vincere i No, alla camera si andrà a votare con il maggioritario, al Senato, con il proporzionale. Si può immaginare quale caos e sfiducia ulteriore nel Paese ?”