Estorsioni: “pizzo” a Lamezia Terme, arrestato ventenne

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Lamezia Terme – Un giovane di 20 anni e’ stato arrestato dai Carabinieri come responsabile di una serie di intimidazioni ai danni di attivita’ commerciali di Lamezia Terme. Si tratta di Giuseppe Galluzzi, tratto in arresto dai militari della Stazione Lamezia Terme Principale. Al giovane e’ stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Galluzzi era gia’ stato arrestato lo scorso 10 febbraio per fatti analoghi ed aveva confessato alcuni episodi, ma le nuove indagini hanno permesso di ricostruire una serie di intimidazioni estorsive avvenute ai danni di alcuni esercizi commerciali di Nicastro tra il gennaio ed il febbraio scorso Sarebbe stata stata accertata, in particolare, la responsabilita’ del ventenne per l’intimidazione del 26 gennaio, quando, davanti l’esercizio commerciale “Aci” era stato ritrovato un biglietto con la minaccia “Mettetevi a posto senno’ la prossima volta pagheranno i vostri familiari”, accompagnato da 3 cartucce di fucile, mentre il 5 febbraio era stata incendiata l’autovettura Mercedes Smart dello stesso titolare dell’Aci. I militari avrebbero anche accertato le sue responsabilita’ in ordine alle minacce, risalenti allo scorso 20 gennaio, quando furono posizionate tre cartucce dinanzi supermercato Conad di via Piave, a Lamezia, e del 26 gennaio, giorno in cui nuovamente sono state posizionate tre cartucce da caccia insieme ad un bigliettino con la frase “Ancora non ti sei regolato ti teremo la vita impossibile”. Il 28 gennaio si registro’ una nuova minaccia davanti la saracinesca dell’esercizio commerciale “Golden Black”, con 3 cartucce di fucile ed un bigliettino con la seguente frase “Mettetevi a posto senno’ la prossima volta pagheranno i vostri familiari”.
Per tutti questi episodi e’ stata contestata a Galluzzi la tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, visti i legami e i metodi propri delle associazioni criminali di Lamezia Terme, con un modus operandi classico delle organizzazioni malavitose: prima le minacce con biglietto e cartucce, quindi l’incendio dell’autovettura.