Lamezia: concluso campo scuola protezione civile

campo-scuola-lam-provicLamezia Terme – E’ proprio al momento dello smontaggio delle tende che i trenta giovanissimi partecipanti al primo camposcuola organizzato da tre associazioni di Protezione Civile insieme – “Radio Club Lamezia”, “Diavoli Rossi” di Tiriolo e “Prociv” di Cortale, su iniziativa del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro – hanno compreso che l’esperienza dei quattro giorni al Parco Mitoio si era proprio conclusa. Quattro giorni in cui sono stati “responsabilizzati” con la sveglia al mattino presto, la convivenza in tenda ed il rispetto delle regole da campo – prima fra tutte il non utilizzo dei telefonini – ed hanno “toccato con mano” alcune parti di cui si compone l’ampia materia della Protezione Civile, dalle comunicazioni in caso di emergenza alle nozioni di primo soccorso, dall’antincendio boschivo alle precauzioni da adottare in caso di terremoto. Ogni associazione, specializzata in un settore, si è ritrovata quindi a condividere con ragazzi dai dieci ai quindici anni – provenienti da Lamezia, Falerna, Tiriolo e Soveria Mannelli – l’impegno portato avanti attraverso i volontari per la salvaguardia dell’ambiente e per l’incolumità delle persone. E, a detta di Luigi Ruberto, Domenico Guzzo e Danilo Scollato, rispettivamente responsabili del “Radio Club Lamezia”, dei “Diavoli Rossi” di Tiriolo e della “Prociv” di Cortale, l’esperienza è servita anche agli adulti per entrare in contatto col difficile mondo adolescenziale e per trovare modalità operative convergenti con gli altri gruppi di volontariato operanti nel territorio lametino.
Sin da subito i ragazzi hanno capito che quello non era il solito “campo scout”, vista la serietà delle questioni trattate: ma i momenti di confronto con i coetanei, ed anche di divertimento, non sono di certo mancati, anzi, il rimpianto – a parte il caldo – per molti di loro è che il camposcuola non sia durato di più. Le attività più gradite? La visita guidata alla caserma dei Vigili del Fuoco di Lamezia Terme e le nottate trascorse a chiacchierare all’interno delle tende. E già dopo il pranzo domenicale, al momento della consegna degli attestati da parte dei volontari e di Benedetta Garofalo, in rappresentanza del CSV di Catanzaro, si respirava aria di malinconia: certo, la gioia di rivedere i genitori dopo quattro giorni era palpabile, ma la consapevolezza di aver preso parte a qualcosa di bello che era giunto a termine, e di cui sicuramente resterà traccia negli anni a venire, era pure visibile sui loro volti al momento del commiato. Specie per quanti non erano mai usciti di casa prima.

Fra gli arrestati dell’Operazione “Spazio di Libertà” vi figura Francesco Antonio Crea, indicato dagli inquirenti come l’esperto della cosca Crea nell’utilizzare i sistemi elettronici atti a disinnescare i dispositivi d’intercettazione ambientale. Secondo quanto avrebbero accertato gli inquirenti Francesco Antonio Crea gestiva la latitanza di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro adoperando ogni tipo di accortezza, secondo modalità operative (disturbatori di frequenze, bonifiche delle auto, spegnimento dei telefoni cellulari per non essere localizzato, l’appartarsi in campagna a parlare via radio in modo da non essere visto) collaudate nel tempo ed interfacciandosi continuamente con gli altri sodali operanti nello stesso settore d’attività della cosca, in primis il figlio Mario Luciano, Girolamo Facchineri e Achille Rocco Scutellà, tutti tratti in arresto nell’operazione odierna.