Lamezia Terme – Non si ferma la solidarietà nei confronti di Don Giacomo Panizza, all´indomani dell´ennesimo presunto gesto intimidatorio nei confronti della cooperativa “Le agricole”.
Il presiedente dell´associazione antiracket Lamezia Onlus, Armando Caputo, esprime la sua vicinanza in una nota “dopo aver trascorso gran parte della mattinata di ieri nell’Erbario della cooperativa “Le Agricole” insieme a don Giacomo, ad Annamaria e a Marina” dice ” Ho cercato di capire insieme a loro i motivi di un gesto vigliacco quanto inutile; non ci vuole certo un gran coraggio a compiere un gesto simile, quanto all’inutilità, basta e avanza la storia di don Giacomo e di tutta la Progetto Sud”.
E continua- “tutti i soci dell’Ala vogliono esprimere la loro piena solidarietà a don Giacomo, socio fondatore dell’Associazione Antiracket Lamezia, e a tutti gli amici che lavorano nelle numerose cooperative sociali che fanno capo alla Progetto Sud.
Conosciamo troppo bene don Giacomo per non sapere che questa vile intimidazione se da un verso, come è giusto che sia, lo preoccupa fortemente, dall’altro lo renderà insieme a tutti quelli che con lui collaborano, più determinato e combattivo. In questi decenni don Giacomo ha meritato il rispetto di tanti cittadini che apprezzano il grande lavoro che la Progetto Sud ha fatto e continua a fare nei nostri territori, e che continuano a seguirlo con affetto, pronti a sostenerlo qualora sia necessario.
Continuiamo ad essere convinti che sia fuori luogo sentir parlare, come succede in ogni occasione simile a questa, di Lamezia come una città sotto assedio. Se di assedio vogliamo parlare in questo momento storico, non ci si può riferire al fenomeno del racket. L’assedio è quello nei confronti dell’economia legale della nostra città da parte di chi può investire grandi somme di illecita provenienza e continua a godere delle opportune coperture da parte del sistema.
Siamo tutti coscienti che a Lamezia ci vorranno ancora molti anni, decenni probabilmente, prima che diventi impossibile trovare un ragazzo che per 50 euro compia un qualsiasi atto intimidatorio. Per arrivare ad un simile risultato , purtroppo, non bastano solo le operazioni di polizia, che tanti successi hanno portato in questi anni, o le denunce degli operatori economici, poche certamente ma comunque significative.
C’è bisogno che l’esempio di don Giacomo e degli altri soci dell’Ala che hanno denunciato e collaborato con le forze dell’ordine, venga seguito da un numero sempre maggiore di commercianti e imprenditori. C’è bisogno che siano sempre di più i cittadini i che decidono di liberarsi dal giogo delle mafie, senza farsi frenare dalla paura o da logiche di pura convenienza”.
E conclude “Per far sì che siano sempre meno le intimidazioni e che don Giacomo e i suoi collaboratori si sentano meno soli, non servono le parole, i messaggi. Servono le denunce, e non solo quelle dei semplici cittadini, ma anche quelle di occupa posti importanti di responsabilità e prestigio all’interno delle Istituzioni”.
Ed anche dal Presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, arrivano parole di vicinanza e stima nei confronti di Don Giacomo “Siamo davanti ad un altro gesto vigliacco, indirizzato a persone coraggiose che operano in maniera incondizionata e gratuita per il bene della collettività. Ad essere colpita è l’intera comunità e il territorio in cui don Giacomo e i suoi operano dedicandosi agli ultimi, agli emarginati, ai bisognosi svolgendo un lavoro di recupero e integrazione straordinario – afferma il presidente Bruno -. Cittadini e istituzioni devono fare scudo per difendere quanti con il proprio operato quotidiano si battono contro la prepotenza e la prevaricazione criminale, per il bene della comunità, usando il lavoro come strumento di riscatto sociale e civile. Siamo certi che le forze dell’ordine faranno piena luce su quanto accaduto, ma nel frattempo invitiamo don Giacomo ad andare avanti, a non retrocedere consapevole della vicinanza delle forze sane della società che vogliono combattere con determinazione per restituire alla nostra regione speranza, a partire dall’affermazione dei principi di democrazia, libertà e partecipazione”.
Anche Confcooperative Calabria è al “fianco di GOEL Bio, Progetto Sud e Don Giacomo Panizza dopo questi atti intimidatori, che cercano di limitare l’azione rigenerante avviata a Lamezia Terme e in Calabria negli ultimi anni da questi e altri soggetti meritori, troppo spesso minacciati.
L’attività e la vitalità generata da Don Giacomo Panizza e da tutta l’Associazione Progetto Sud a Lamezia e da GOEL nella Locride, in tutte le forme e molteplici attività, è la dimostrazione che l’illegalità può solo impoverire un territorio, mentre la solidarietà e l’onestà generano sviluppo.
Per questo, dopo l’ennesimo attacco subito questa volta dalla cooperativa sociale “Le Agricole” a Lamezia e da “Briatico Welfare” una cooperativa vibonese aderente a GOEL Bio, la Confederazione calabrese non può che essere al fianco di GOEL, di Don Giacomo e delle socie e dei soci delle cooperative, e sostenere tutte le persone che animano questi progetti di concreta rigenerazione urbana e sociale”.