Lamezia: la montagna partorirà pentito?

detenuto-carcere-41bisLamezia Terme – La Montagna presto potrebbe partorire un nuovo collaboratore di giustizia facendo cosi allungare la lista dei pentiti della ‘Ndrangheta lametina. Da quanto si è appreso, dopo l’indiscrezione che un membro della cosca “Cannizzaro-Da Ponte”, finito nella famosa inchiesta “Andromeda” ed accusato di avere partecipato ad un omicidio insieme ad altri componenti dell’omonima cosca, si è probabilmente pentito, dalla montagna è giunta la voce che potrebbe appunto pentirsi qualcuno del comprensorio montano e che probabilmente si è stancato di vivere al 41bis, il carcere duro, riservato a tutti quegli elementi ritenuti pericolosi poiché sospettati di avere contingenze tali da “far ritenere la sussistenza di collegamenti con un’associazione criminale”. Il muovo pentito della Montagna sarebbe il ventitreesimo pentito del XXI secolo. L’ultima collaborazione con la giustizia riguarda Domenico Giampà, detto buccacciello, appartenente alla cosiddetta “cosca” Giampà.
Quindi sembra destinato ad aumentare il numero dei collaboratori di giustizia. Al momento ed ufficialmente sono ben 22 i pentiti che in questi ultimi anni hanno ricostruito la storia criminale della città di Lamezia, tra loro donne di mafia, giovani leve, killer, ma anche boss.
Il nuovo collaboratore andrebbe ad aggiungersi a Giuseppe Angotti, Rosanna Notarianni, Angelo Torcasio, Battista Cosentino, Rosario Cappello, Saverio Cappello, Giuseppe Cappello, Giuseppe Giampà, Franca Teresa Meliadò, Francesco Vasile, Umberto Egidio Muraca, Luca Piraina, Matteo Vescio, Vincenzo Ventura, Giuseppe Catroppa, Pasquale Catroppa, Luciano Arzente, Stranges Pietropaolo, Gordiichuk Natalia, Gennaro Pulice, Pasquale Giampà e Domenico Giampà. L’80% dei pentiti apparterebbe alla cosca Giampà decimata con le operazioni Medusa, Perseo, gli altri apparterrebbe alla cosiddetta cosca “Iananzzo-Da Ponte-Cannizzaro”.
I 22 collaboratori hanno raccontato alla magistratura, anche se tra tante “incongruenze, imprecisioni e non ricordo”, gli anni che hanno insanguinato la città, ricostruendo la storia delle famiglie di ‘ndrangheta. Il processo Perseo, che si è celebrato presso il Tribunale di Lamezia, ha visto sedersi sul banco dei testimoni la maggior parte di questi pentiti, soprattutto quelli legati alla famiglia Giampà, decapitata dalle maxi operazioni Medusa e Perseo.
Per gli inquirenti, i collaboratori di giustizia rappresentano uno strumento irrinunciabile di acquisizione conoscitiva e probatoria. L’andamento del fenomeno della collaborazione con la giustizia, generalmente, è direttamente proporzionale all’intensità e continuità dell’azione repressiva che viene dispiegata sul territorio. Negli ultimi quattro anni l’area territoriale maggiormente interessata da fenomeni di collaborazione riguarda la provincia di Catanzaro ed in particolare le organizzazioni criminali attive nel territorio di Lamezia Terme.
Fanno riferimento al distretto di Catanzaro circa 142 collaboratori/testimoni di giustizia attivi.
In tale numero complessivo sono compresi anche coloro che sono fuoriusciti dal programma di protezione previa capitalizzazione delle misure di assistenza.