Lamezia: Petronio, Lo Moro spieghi perché lascia la politica

petronio-giuseppe-680A cura di Giuseppe Petronio
Lamezia Terme – Dopo un breve periodo in Magistratura, un lungo periodo in politica (Sindaco, Assessore Regionale alla Sanità, Deputato e Senatrice), poche esposizioni elettorali dirette, la Senatrice Lo Moro comunica che non si candiderà più al Parlamento, che il Governo “le ha proposto di far parte del Consiglio di Stato” e quindi si lancia in una incontrollata offensiva contro il PD regionale e locale. Attacca il Segretario Regionale Magorno ed il Segretario Provinciale Bruno, personaggi che finora aveva difeso anche per avere commissariato il partito di Lamezia e nominato un Commissario a lei gradito. E non risparmia neppure Minniti, già responsabile regionale del Partito e suo antico sodale. Giudizio negativo anche per il Presidente Oliverio. Il PD della Calabria, insomma, secondo la Lo Moro è tutto da rottamare. Si salva solo il PD nazionale cioè Renzi, Segretario e Presidente del Consiglio, al quale la senatrice conferma che voterà SI al Referendum come una renziana doc ed aggiunge che lo fa “perché ha votato quattro volte SI,” come se fosse una conseguenza obbligata. E’ evidente invece che la senatrice, con una disinvolta giravolta, ha ritenuto di accomodarsi sotto l’ala protettiva del Presidente Renzi abbandonando i compagni di cordata con i quali in Senato aveva innalzato le barricate, per andare ad occupare un posto di primaria importanza dove potrà mettere a frutto le relazioni intessute negli anni. Renziana doc a Roma, quindi, in Calabria la senatrice è contro tutti i renziani. Naturalmente anche contro Giuseppe Petronio ritenuto unico responsabile della crisi del PD a Lamezia per avere votato il PSC, al quale la senatrice(ancora una volta!!) fa risalire la caduta del candidato Richichi alle votazioni primarie per candidato Sindaco. Nella realtà cosa è successo? Che la senatrice a tutti i costi ha voluto candidare un soggetto che avesse una chiara certificazione lomoriana doc (non iscritto e sconosciuto al partito, già Assessore della prima Giunta Lo Moro); il Commissario l’ha accontentata e la gente l’ha così ben compreso che non lo ha votato.
Petronio a dire il vero non aveva tutto il potere che la Lo Moro gli attribuisce, mentre possiede dignità, amore per il proprio partito e la propria Città che ha sempre servito disinteressatamente, anche a scapito della propria salute , con il rispetto di tutti, anche degli avversari, mai arraccando alla ricerca del consenso spicciolo utile ma non indispensabile a fare politica, studiando questo si ed indicando con competenza soluzioni per i problemi cittadini, senza farsi condizionare dagli odi che arricchiscono il bagaglio culturale di taluni. Arrivando anche ad approvare il PSC, in una versione che il partito non ha mai contestato, anche per superare il vecchio PRG, che secondo i più ha provocato alla città danni irreparabili quale l’accentuazione dell’abusivismo edilizio, perché in gran parte inapplicabile.
Petronio è pronto ad illustrare quanto negli anni ha prodotto per Lamezia in opere ed iniziative politiche, spesso boicottate solo per interessi di bottega. Altri hanno colpevolmente o meno operato contro Lamezia, che si che si presenta oggi come una Città allo sbando, con un Ospedale sul punto di chiudere, con l’aeroporto gestito da un gruppo dirigente da tempo sotto l’occhio vigile della Magistratura, con l’ASI che può vantarsi di essere l’unica in Italia a non possedere un metro quadrato di terreno, con l’ipotizzato collegamento Germaneto-Aeroporto che, se non modificato, taglierà fuori l’abitato di Lamezia condannandola all’isolamento, con l’idea dell’area centrale della Calabria sottovalutata anzi ignorata dai più, quando dovrebbe essere invece il volano per lo sviluppo di Lamezia e dell’intera Calabria. La realtà è che tra Petronio e Lo Moro c’è una diversa concezione della politica che per il primo è sempre solo servizio, mai è stata l’ascesa forzata a ruoli pubblici, a cui sacrificare amicizie ed interessi della Città e del Partito, ma quella di lottare per rendere sempre più attrattiva la sua Città, di far crescere la coscienza civica dell’identità di Lamezia, di rendere forte il partito di oggi, PD, come quello di ieri, PSI, esponendosi in prima persona, non nascondendosi, ricercando posizioni di comodo né protettori. E mai pretendendo che la gente si avvicinasse con il cappello in mano. Accetti la senatrice Lo Moro un consiglio. Prima che si parcheggi nel rifugio dorato del Consiglio di Stato, ove stazionano diverse decine di consiglieri, molti dei quali solo “amici di”, guadagnando ritengo non meno 130/140 mila euro l’anno, parli ai lametini direttamente. Convochi un’assemblea per spiegare ai suoi concittadini perché lascia la politica ed aggiunga anche, lei che ha il pallino dell’urbanistica, che vuole difendere il territorio dalla mafia impedendo lo sviluppo ordinato attraverso il PSC di Via del Progresso, rammaricandosi nel contempo che gli imprenditori suoi concittadini “pagano e stanno zitti”. Aggiunga anche, se possibile, le motivazioni culturali – artistiche – urbanistiche che a suo tempo le hanno fatto partorire, a parte la villetta con le palme che ha stravolto la fisionomia dell’antica Nicastro,così come l’ammodernamento della vecchia Piazza Diaz a Sambiase che ha determinato lo svuotamento del centro storico, le tante fontane ormai rottamate sparse per la Città.
Chiarisca come sia stato possibile che, da Assessore alla Sanità, non si sia resa conto che il Consiglio Regionale stava votando l’accorpamento delle ASL e l’eliminazione di quella di Lamezia che, unanimemente, oggi si ritiene essere la causa prima della crisi della nostra Sanità accettando tutto passivamente, senza neppure una pubblica reazione indignata, neppure postuma.
Questo è quello che Lamezia non ha capito e non le perdona, non tanto la sconfitta che in politica ci può sempre stare, ma l’atteggiamento passivo di fronte a scelte clamorosamente contro la Città ed il suo comprensorio, seconde solo a quelle del pacchetto Colombo che vide volatilizzarsi l’Università. E ringrazi Renzi, il suo governo ed il PD che le stanno consentendo di varcare il portone di Palazzo Spada.
Lamezia Terme, lì 13.09.2016
Sen.Giuseppe Petronio –