Lamezia: Comitato Carcere si è fatto poco per la riapertura

carcere-lamezia-02-06Lamezia Terme – “Le vittorie, specialmente quelle più ardue e combattive, si raggiungono e si consumano insieme. E’ quello che è riuscito a fare il Comune di Sala Consilina, costituitosi in giudizio unitamente all’Ordine degli avvocati di Lagonegro. Con la forza della solidarietà e dell’intesa hanno ottenuto una sentenza di merito da parte del TAR Campania, sezione distaccata di Salerno, che ripristina il principio in base al quale non ci può essere un tribunale senza un carcere. Ed e così che il carcere di Sala Consilina, chiuso con Decreto Ministeriale, potrebbe riaprire i battenti”. Lo scrive in una comunicato il Comitato ‘Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme’ che “evidenzia come questo istituto, pur avendo una capienza di soli 22 detenuti, sia stato ritenuto, dal TAR interessato, come fondamentale per l’intero comprensorio in cui operava sia sotto l’aspetto dell’economia locale che per la garanzia che assicurava rispetto al principio della territorialità dell’esecuzione penale secondo cui il detenuto deve scontare la pena il più possibile vicino al suo ambiente d’origine”. Per il comitato “questa stessa sentenza, quasi clamorosa, che permette ad un carcere di riaprire nonostante un Decreto di soppressione, poteva e doveva essere applicata all’Istituto di Lamezia Terme se, a suo tempo, l’amministrazione comunale avesse presentato e non solo proposto ricorso contro un Decreto che tra le motivazioni indicava anche la condivisione dell’allora Sindaco Gianni Speranza, secondo cui invece ‘l’affermazione contenuta nel decreto di chiusura è falsa ed assurda e quindi il decreto è per noi irricevibile e deve essere annullato’. Ma alle parole sono seguiti solo timidi fatti che sono sfociati, con l’avvento della nuova Giunta Mascaro, esclusivamente alla scadenza di tutti i termini legge per avanzare qualsiasi ricorso”.
Il comitato ricorda che fece pressione “non poco affinché l’iniziativa di ricorso venisse portata avanti invece venne ampiamente sottovalutata e infine completamente scartata. Oggi – prosegue – invece il Tar Campania ci insegna che anche un Tribunale può fare politica, laddove questa parola non guarda ai suoi interessi privati ma al bene della collettività e di un intero territorio”. Il comiatto ritiene che “economicità dello stato ed economia di una città si possono incontrare nei tre minuti di percorrenza di un blindato della Polizia Penitenziaria, dell’ormai soppresso carcere lametino, che porta i detenuti in udienza presso il locale Tribunale, principio che viene meno nei quaranta minuti, senza traffico e/o incidenti, considerando lo spostamento dei ristretti dalla Casa Circondariale di Catanzaro o di Vibo Valentia al tribunale di Lamezia Terme. Se si pensa poi che – si legge ancora nella nota – il nostro istituto penitenziario non ha una capienza di 22 detenuti ma almeno di 80, se si valuta che lo stesso era stato ristrutturato ed adeguato al DPR230/2000 nonché alle recenti direttive europee, se si considera che la nostra città è sede di un Tribunale dove si discutono importanti processi di mafia, se si calcolano i diversi detenuti che hanno i loro affetti familiari nel vastissimo circondario lametino, si può ben capire che non si sta facendo facile e sterile polemica ma ci si sta identificando con rabbia con una sentenza che per le tante analogie contenute poteva e forse può ancora essere applicata alla nostra depauperata, svilita e depotenziata città”. Il comitato ritiene che “forse tutte queste cose non le ha mai considerate nessuno posto che tutta la giunta comunale si è cullata sempre sulla promessa di trasferimento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria nella città di Lamezia Terme, evento che non si verificherà mai ma che è servito a tenere le coscienze pulite ai vari consiglieri, mentre, il nostro Sindaco, pur con le varie iniziative a favore del carcere, intraprese con questo Comitato, ha dovuto, volente o nolente, allinearsi a tale maggioranza. Ora alla luce di questi nuovi eventi, Prap definitivamente sfumato e sentenza clamorosa di annullamento di un Decreto ministeriale di soppressione di un istituto, si aspetta con ansia di vedere quali iniziative potranno porre in essere il primo cittadino e la sua giunta per riavere in città un presidio di legalità che dovrebbe camminare di pari passo con la locale Procura nonché con l’economia del nostro vastissimo circondario”.