Lamezia: Caritas, andare avanti senza paura

conf-stampa-caritas-di Stefania Cugnetto
Lamezia Terme – “Se c’è qualcosa da chiarire, qualcosa da dire, si usino le parole non le bombe”, ha tuonato così Padre Valerio, direttore della Caritas diocesana di Lamezia, in riferimento all’incendio che il 17 ottobre scorso ha colpito il villaggio della carità. Il villaggio della carità sarà un luogo dei giovani e per i giovani, un luogo di accoglienza ma anche un luogo in cui vivere un’esperienza di solidarietà. “Un seme di speranza che è stata bruciato in una notte”. Una bottiglietta incendiaria, 5 container distrutti e 20 mila euro di danni, questo il bilancio di un gesto di pochi secondi. E questa mattina i rappresenti della Caritas e promotori del progetto hanno incontrato la stampa, nella sede vescovile, incontro in cui Padre Valerio di Trapami e Don Claudio Piccolo Longo, vice direttore della caritas, hanno parlato senza timore e con estrema franchezza. “Il villaggio della carità – ha affermato Padre Valerio – è un sogno e qualcuno ha voluto bruciarlo”, commozione e rabbia nella sua voce quando venivamo mostrate le foto dei 5 container bruciati quella notte. ” Noi ce lo siamo chiesti – ha continuato – e ce lo chiederemo ancora chi è stato, chi ha voluto usare violenza contro chi usa la carità e l’accoglienza”. Parole forti anche per la città, ” in questa città si parla tanto e si fanno supposizioni, si cercano giustificazioni ad un gesto che non può essere spiegato”. Padre Valerio ha, poi, esposto agli organi di stampa, come nessuna ipotesi potrebbe spiegare questo gesto, “nessun appalto, nessuna ditta, i container li abbiamo pagati noi, il terreno fu donato alla chiesa molti anni fa, non è un centro d’accoglienza per immigrati – ed ha sottolineato – anche se fosse stato destinato a uomini e donne che scappano da guerra non ci sarebbe stato niente di male”. Don Claudio ha poi ricostruito la nascita del progetto, ” sarà un deposito per raccolta di indumenti ma anche per mobili, una casa famiglia per minori in difficoltà che verranno accolti da una famiglia cristiana che ha vissuto 18 anni in missione, e 8 posti letto per chiunque voglia vivere un’esperienza di volontariato”. “L’obiettivo del villaggio è sempre stato quello di far innamorare i giovani del vangelo attraverso atti concreti, che male c’è in questo sogno? A chi potrebbe dare fastidio?”. “Chi compie questi gesti – con semplicità ha chiosato Don Claudio- ha paura, invece noi non abbiamo paura, non abbiamo paura dei poveri ne degli immigrati”. Un messaggio di forza e di legalità, quello che gli operatori Caritas hanno mandato questa mattina, che invita tutta la città a riflettere, perché forse per una volta le parole potrebbere essere più forti di una bomba.