Operazione “Turpe Lucrum”: Caruso rettifica importo sequestro

turpe-lucrumLamezia Terme – “Poichè con una puntualità che non ha precedenti, su tutte le testate giornalistiche, vi è un costante aggiornamento delle evoluzioni relative ad una vicenda giudiziaria che mi riguarda, ho l’obbligo di evidenziare che nel riportare l’esito di un giudizio che avrebbe confermato il sequestro di beni a me riconducibili per un valore di dodici milioni di euro, si è incorsi in un errore sicuramente involontario, ma grave”. Lo scrive l’imprenditore lametino Giuliano Caruso, a rettifica di quanto pubblicato ieri in relazione alla decisione del Tribunale di Catanzaro, seconda sezione penale, di rigettare l’appello proposto dallo stesso Caruso e tendente ad ottenere il dissequestro dei sui beni, eseguito dalla Guardia di Finanza lo scorso mese di marzo, aggiungendo che “il sequestro iniziale ha avuto ad oggetto beni per un valore corrispondente alla ritenuta sperequazione tra redditi dichiarati e patrimonio realizzato pari a poco più di due milioni di euro. E’ successivamente intervenuta – aggiunge – una restituzione a mio favore, invero molto modesta, di parte dei beni”. A giudizio di Caruso, poi, “non deve fuggire che la notizia così come pubblicata potrebbe involontariamente indurre in errore il lettore, potendo apparire che alla base del sequestro vi sia un giudizio di colpevolezza ne miei confronti che invece non vi è mai stato. E’ una fase cautelare – precisa Caruso – che non presuppone alcun previo giudizio di responsabilità personale, bastando, per come mi è stato spiegato, ciò che tecnicamente viene definito “fumus”. Caruso “rispettoso delle regole” attende “la fine di questo incubo che travolge me ed i miei familiari e di cui ancora non so darmi una spiegazione, ricordando – conclude – che personalmente ho denunciato le estorsioni di cui sono stato vittima contribuendo alle indagini e alle successive condanne in diversi processi”.