Lamezia Terme – “Ci sorprende che l’amico Peppino Perri, Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro, sia intervenuto così sollecitamente a contestare, con i soliti argomenti triti e ritriti, alcune notizie incomplete apparse sulla stampa in merito ad uno studio su quell’aborto di rete politrauma regionale che il Commissario Scura ha organizzato; studio che indica l’Ospedale di Lamezia come unica sede possibile, e quasi pronta all’uso, del Centro Trauma di Alta Specializzazione (CTS) che lo Scura ha invece designato genericamente “fuori regione” e senza nemmeno indicare né dove, né come, né quando. Capiamo che quando si tratta di investire qualche spicciolo nella sanità lametina parta immediatamente la contraerea dei suoi potenti amici catanzaresi, che certo non disdegnano di prendere voti a Lamezia e nel Lametino, ma poi badano solo a potenziare la loro Cittadella della Salute con reparti doppi e tripli nei loro due mega ospedali pubblici e ben tre cliniche private (di cui una è un vero e proprio ospedale specialistico)”. Los scrivono in un nota congiunta Nicolino Panedigrano, Riccardo Viola e Concetta Perri, quali componenti del Comitato salviamo la sanita’ del lametino e del Tribunale dei diritti del malato che aggiungono: “quello che però ci stupisce è che un ottimo medico e tecnico come l’amico Perri si sia precipitato a sparare contro uno studio che non conosce, di cui ignora la committenza e l’altissima autorevolezza e l’indipendenza degli autori e di cui non può apprezzare la qualità scientifica, che (glielo assicuriamo) stupirà anche lui, come i tanti altri scettici che si sono in questi anni cimentati sull’argomento (scettici alcuni per ignoranza, altri per convenienza).
Panedigrano, Viola e la Perri si dicono certi che “quando lo avrà per le mani, con l’onestà intellettuale che finora gli abbiamo riconosciuto, sarà schierato a fianco, non delle nostre richieste o di quelle di tutte le istituzioni locali lametine, ma dell’interesse per la vita e la salute dei calabresi che sono costantemente messe a rischio dalla mancanza nella nostra regione di una rete politrauma degna di questo nome. E, se ci concede – aggiungono – una punta di sarcasmo, a quel punto dovrà smettere i panni del pompiere che offre pannicelli caldi rispetto al gelo che rischia di travolgere la nostra struttura ospedaliera e mettersi a valutare, per quel che è, la realtà che lui per primo e tutti gli altri possono vedere, se solo la vogliono vedere”.
E per Panedigrano, Viola e Perri “tutto quello che di buono l’amico Perri può fare e farà o sta facendo non basta, infatti, a frenare il declino (nemmeno troppo lento) del nostro ospedale, se non gli troviamo tutti assieme una funzione vera da offrire a servizio della salute di tutti i calabresi per portarlo così di nuovo a riempire le tante stanze vuote che le continue chiusure di reparti e servizi vanno via via lasciando”.