Lamezia: migranti, Cantafora integrazione e accoglienza

giornata-migranti-2017Lamezia Terme – “Sarebbe bello che la nostra realtà, la nostra città di Lamezia, per quanto piccola, si distinguesse come modello di integrazione reciproca e di accoglienza. L’incontro tra le differenze genera la pace. Chiediamo al Signore che renda il nostro cuore aperto e disponibile all’accoglienza vera”. Così il Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora che domenica 15 gennaio ha presieduto la celebrazione eucaristica in Cattedrale nella 103esima Giornata Internazionale del Migrante e del Rifugiato.
Parlando ai fedeli e agli immigrati delle diverse comunità presenti a Lamezia, ritrovatisi in Cattedrale per la Santa Messa, Cantafora ha ricordato il messaggio e l’impegno di Papa Francesco che “ci ricorda incessantemente che nessuno è straniero nella comunità cristiana che abbraccia ogni nazione, razza, popolo e lingua: siamo tutti familiari di Dio e concittadini di Cristo. Da parte nostra possiamo ancora fare molto perché ogni persona si senta “a casa” nella nostra città, ma soprattutto i bambini e i ragazzi giornata-migranti-6che sono il futuro della società, chiamata ad essere sempre più multietnica e multiculturale”.
I migranti minori, vittime vulnerabili e senza voce dei fenomeni migratori, sono stati al centro della riflessione di Papa Francesco per la Giornata di quest’anno. Per il Vescovo di Lamezia “messaggio del Santo Padre è rivolto a noi e a tutti gli uomini e donne di buona volontà. C’è una grande emergenza per questi piccoli, bambini, fanciulli, ragazzi e ragazze che essendo senza la tutela di adulti, molto spesso sono vittime di traffici, di sfruttamento, di abusi. È terribile quanto sta accadendo e quanto emerge dagli organi ufficiali di stampa. Giovani migranti senza genitori vengono lasciati a gente senza scrupoli, per aver salva la vita… ma a che prezzo? E noi assistiamo inermi e impotenti, alcuni sono anche indifferenti, a questa “strage degli innocenti” contemporanea! I media e le istituzioni parlano con eufemismi “di minori non accompagnati”, ma voi sapete bene che dietro ogni bambino c’è la storia di un abbandono, di una separazione dalla propria famiglia e dagli affetti più cari”.
giornata-migranti-5Dal Vescovo Cantafora l’invito a riconoscere “che il fenomeno migratorio è dentro la storia della salvezza. Da Abramo in poi Dio ci salva rendendoci pellegrini per indicarci che non è la terra a definire la nostra identità, ma l’appartenenza al Signore”; a un coinvolgimento attivo dei cristiani per dare risposte a questa realtà del nostro tempo “scegliendo vie evangeliche nuove, per non den denunciare soltanto ma parlare per costruire, per promuovere il bene”; un appello a trovare soluzione durature per promuovere l’integrazione dei bambini e dei ragazzi migranti attraverso un lavoro intenso, che coinvolga tutti.
Ad organizzare la celebrazione in Cattedrazione, alla quale hanno partecipato in rappresentanza dell’amministrazione comunale il vice Sindaco Massimiliano Tavella e l’assessore Graziella Astorino, l’ Ufficio Diocesano Migrantes diretto da Suor Manuela Simoes che nelle scorse settimana ha coordinato la preparazione dei diversi momenti della liturgia: dalle letture proclamate in giornata-migranti-7lingue diverse, alla processione d’ingresso con le bandiere dei Paesi delle diverse comunità, ai canti nelle diverse lingue intonati insieme dai bambini di alcune parrocchie della città e da bambini immigrati o figli di immigrati residenti a Lamezia. All’inizio della celebrazione, i bambini hanno deposto ai piedi dell’altare due drappi: un drappo azzurro, che richiama il Mare Mediterraneo, e un drappo rosso, per ricordare il sangue dei tanti migranti morti attraversando il mare per raggiungere le nostre coste. All’atto penitenziale, si è chiesto perdono anche per tutti i bambini morti in Mare e per la nostra indifferenza.
La Chiesa di Lamezia, unendosi in preghiera con la Chiesa universale per le tante persone costrette a fuggire dai loro Paesi per povertà e guerre, ha ribadito ancora una volta il suo impegno per una città e una comunità accogliente, solidale, che riconosce in ogni uomo il volto di Cristo e nello stare insieme fa esperienza dell’amore di Dio che ci rende tutti fratelli.