Lamezia: convegno in ricordo dell’avvocato Carlo Mauro

lions-magistraturaLamezia Terme – “La separazione delle carriere dei magistrati”, e’ stato il tema di fondo di un convegno organizzato dal Lions club di Lamezia Terme in collaborazione con il Comune di Lamezia Terme, l’Ordine degli avvocati di Lamezia Terme, l’Unione camere penali italiane e la Camera penale di Lamezia Terme.
L’evento, organizzato in memoria dell’avvocato Carlo Mauro, nelle parole dell’avvocato Anna Moricca ha avuto un incipit ad alto tasso di emotività nel ricordo del collega, dell’uomo e dell’amico Carlo Mauro.
Densa e tangibile l’emozione, che è arrivata a commozione con la consegna della litografia realizzata per l’occasione e in edizione limitata dal maestro Maurizio Carnevali, socio Lions club, alla moglie ci Carlo Mauro, Lorella Torresin.
lions-magistratura2Dopo i saluti del Sindaco della Città, Paolo Mascaro, e del presidente Lions club di Lamezia Terme, Silvio Serrao del Compasso, hanno avuto inizio le due intense sessioni, rispettivamente moderate dagli avvocati Giorgio Varano e Fabio Ferrara, sui temi della separazione delle carriere dei magistrati, della riforma dell’ordinamento giudiziario e del giusto processo, che hanno visto i magistrali interventi di relatori gli uni da una parte, gli altri dall’altra parte della “barricata”: dall’avvocato Armando Veneto al dottor Giovanni Garofalo, dall’avvocato Giuseppe Zofrea all’onorevole avvocato professor  Gaetano Pecorella, all’avvocato  Antonello Bevilacqua.

Mara Larussa

A margine dell’articolo pubblichiamo l’intervento di presentazione dell’Avvocato Anna Moricca:
Buongiorno e benvenuti a tutti i presenti, che ringrazio per la partecipazione a questo moricca-anna050317evento, fortemente voluto dal Lions Club di Lamezia Terme Host, per ricordare la memoria del socio e amatissimo amico Carlo Mauro.
Porgo, ancora, i saluti più cari alla sua mamma, Pina Majone Mauro, grande poetessa della nostra terra, alla sorella e collega Jenny e all’amatissima moglie Lorella, oggi qui presenti.
La scomparsa di Carlo ha rappresentato e rappresenta una perdita incolmabile per i familiari, gli amici e tutta l’avvocatura lametina.
Carlo Mauro, veterano socio del Lions Club di Lamezia Terme, come il suo papà l’Avv. Albino Mauro – che ha rivestito anche la carica di Presidente – è stato, per anni, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme e membro del Consiglio direttivo della Camera Penale lametina, nonché assistente del Prof. Franco Coppi presso la cattedra di diritto penale della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma.
Carlo è stato un esempio di professionista garbato e integerrimo.
Di lui mi preme ricordare la pacatezza, sempre unita alla tenacia, il sorriso caldo ed accogliente, la sua disponibilità illimitata verso i colleghi ed il rispetto per i Magistrati.
Ed è stato anche e soprattutto un grande uomo, disponibile verso chiunque, amico o no, si rivolgesse a lui; era un professionista per bene, intelligente, con una rapidità di pensiero torresin-lorellaimpressionante e una grande ironia ma senza, tuttavia, andare mai sopra le righe.
Ha lottato, con dignità, contro la terribile malattia che lo affliggeva e che poi, lo ha portato via, il 7 aprile dello scorso anno.
Il segnale vitale di Carlo, però, ci garantisce oltre la sua presenza fisica.
La sua presenza etica, il suo patrimonio immateriale rimane patrimonio nostro, delle nostre vite, della nostra comunità, cittadina e professionale.
Quando si muore, per quella punta di ipocrisia che caratterizza spesso i rapporti personali e sociali, si enfatizzano, si valorizzano oltremisura le qualità e i meriti di una persona che non c’è più.
Ma Carletto, così ci piace ricordarlo, era l’Avvocato e, come i veri avvocati ha onorato quotidianamente la toga e la sua funzione, con professionalità, con rigore e con serietà.
La separazione delle carriere ed il giusto processo sono stati temi a lui cari, attento come era alla difesa dell’imputato e non del reato, per ricordare le parole del grande Ettore Randazzo, scomparso soltanto giorni fa.
Veniamo dunque al tema del convegno, realizzato anche grazie al proficuo impegno dell’Unione delle Camere Penali Italiane, della Camera Penale di Lamezia Terme e del locale Ordine degli Avvocati che ringrazio.
Non è una esagerazione, quella di noi avvocati, immaginare che il giudice oltre ad essere imparziale deve essere anche terzo, la terziarietà è, infatti, un elemento ordinamentale e lions-magistratura1chiunque è in grado di comprendere, come sia necessario che chi giudica sia diverso da chi accusa e da chi difende, e ciò deve essere così sia nel processo che fuori.
Ci devono essere due consigli superiori uno dei giudici e uno dei pubblici ministeri, anche perchè l’unitarietà delle giurisdizione, corrisponde ad un’idea autoritaria della giustizia.
I paesi che hanno il processo liberale e democratico a stampo accusatorio, hanno tutti un giudice terzo che è separato nelle carriere. Questa riforma avrebbe anche degli effetti importanti sulla speditezza del processo e sul controllo giurisdizionale su ogni questione.
Parte della magistratura può essere in disaccordo, ma le leggi le fa il Parlamento. Separare le carriere è la conseguenza obbligata della riforma costituzionale del 1999.
E’ l’art. 111 della Cost. a prevedere il giusto processo, fondato sul “contraddittorio tra le partì, in condizioni dì parità, davanti a giudice terzo e imparziale”. Perché il dettato costituzionale abbia attuazione, dunque, Pm e giudici non possono far parte dello stesso Csm.
L’imparzialità è requisito del giudizio, la terzietà riguarda l’ordinamento.
Affinché il giudice sia effettivamente terzo, le carriere devono seguire percorsi distinti. Attualmente PM e Giudice sono colleghi, siedono nei medesimi organi del Csm, si valutano a lions-magistratura-3vicenda e ciò comporta una debolezza strutturale per la difesa.
L’intangibilità dei colloqui tra assistito e difensore, garantita dalla legge, viene puntualmente aggirata.
La formazione della prova nel dibattimento è mortificata, come pure l’oralità del processo.
Così il rito accusatorio, introdotto formalmente nel 1989, soffoca sotto il peso d’innumerevoli rigurgiti inquisitori.
Manca un controllo giurisdizionale vero e imparziale su una serie di passaggi che gli inquirenti gestiscono come vogliono, con un potere straripante. Per esempio, sul momento effettivo dell’iscrizione nel registro degli indagati e sulla richiesta di proroga delle indagini.
Raramente il giudice nega al Pm il ricorso a strumenti di ricerca della prova invasivi come le intercettazioni telefoniche e ambientali. E in molti procedimenti, soprattutto di criminalità organizzata, vengono frequentemente depositati i soli interrogatori che discrezionalmente gli inquirenti ritengono di poter far conoscere, a loro insindacabile giudizio.
Il processo penale deve tornare a essere “la verifica della pretesa punitiva dello Stato nei confronti del cittadino”, un momento laico di accertamento delle responsabilità individuali e non il luogo della crociata contro il nemico di turno.
Tuttavia, ii processi in Italia spesso sono senza fine; nel 70 per cento dei casi la prescrizione convegnolions-club-lt04scatta nelle indagini preliminari.
Sono i Pm a decidere discrezionalmente quali fascicoli portare avanti e quali no. Nei tribunali ci sono enormi disfunzioni organizzative, sanarle farebbe risparmiare molto tempo.
L’incertezza del quadro futuro ci rende, tuttavia, anche consapevoli della necessità di aprire, in questa fase, il confronto con tutte le forze politiche e con gli interlocutori istituzionali e sociali che andranno a ricomporre i nuovi equilibri, aprendo spazi di interlocuzione per la ripresa di tali ambiziosi progetti e per prevenire il rilancio delle ipotesi di riforma sino ad oggi contrastate.
L’Unione delle Camere Penali Italiane nei prossimi giorni aprirà una campagna per la raccolta delle firme per la nuova legge costituzionale di iniziativa popolare sulla ‘separazione delle carriere’.
Non vi è dubbio, allora, che l’Unione, le camere penali territoriali e tutta l’avvocatura debbano farsi artefici e promotrici di un reale cambiamento di rotta della politica giudiziaria, ponendo sul tavolo delle future riforme del processo penale il problema relativo alle scelte valoriali intorno alle quali riedificare il nostro modello accusatorio, ponendo altresì al centro radio-avvocatidi ogni riflessione sulla riforma della giustizia penale la imprescindibile necessità della riforma ordinamentale.
Senza una nuova figura di Giudice, non solo indipendente, autonomo e imparziale, ma anche e soprattutto “terzo”, nessuna riforma processuale e sostanziale potrà dare i suoi frutti.
Particolarità dell’evento la presenza, per la prima volta a Lamezia Terme, dei microfoni di Ius Law, la radio dell’avvocatura che, con la conduzione degli avvocati Manuela Leuzzi e Andrea Pontecorvo, ha trasmesso in diretta l’evento, ascoltabile su www.webradioiuslaw.it