Lamezia Terme – “Non può mancare l’espressione della solidarietà, mia e dell’Associazione che rappresento, al titolare della panetteria presa di mira dalla ‘ndrangheta e ai commercianti dell’area circostante che per l’esplosione della bomba hanno subito ingenti danni ai loro esercizi. Ancora una volta siamo costretti a sottolineare che, al di là dei proclami e delle esaltazioni, in Città non è stata debellata l’organizzazione mafiosa”. Lo scrive in una comunicato il presidente Centro “Riforme- Democrazia-Diritti” Lamezia Terme, Costantino Fittante ricordando che “le operazioni di polizia con decine di arresti, i processi con condanne pesanti ed esemplari, risultati significativi conseguiti grazie all’impegno profuso dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura inquirente e giudicante, non sono stati sufficienti per bloccare, ridimensionare e annullare le attività delinquenziali della ‘ndrangheta lametina. Le indagini ed i processi – aggiunge – in gran parte sono partiti e sono il frutto delle dichiarazioni dei pentiti. Sono mancate – scrive ancora Fittante – le dichiarazioni dei commercianti e degli imprenditori assoggettati al “pizzo” e alle estorsioni. Delle poche denunce presentate nel corso degli anni, ha retto solo quella di Rocco Mangiardi il quale ha denunciato e testimoniato, mentre poche altre hanno avuto significativo effetto a favore dell’accusa e altre addirittura sono state ridimensionate e svuotate in sede processuale dagli stessi imprenditori che le avevano presentate”. A giudizio del presidente Centro “Riforme- Democrazia-Diritti” Lamezia Terme “si è assistito e si assiste all’azione efficace degli inquirenti e ai silenzi, all’indifferenza e tolleranza della società civile. Bisogna essere consapevoli che senza una decisa e organizzata azione dei cittadini, delle organizzazioni che li rappresentano ( sindacati. associazioni di categoria, partiti, associazioni culturali,ecc.), delle Istituzioni locali, i cui rappresentanti non si possono limitare ad esprimere generiche “solidarietà”, non si vince la battaglia di civiltà necessaria per debellare la ‘ndrangheta. Allora – conclude – chi ha maggiore responsabilità pubblica si attivi, chiami a raccolta i Comuni del circondario ed i soggetti citati, per mettere in campo una serie di iniziative di contrasto civile all’azione della ‘ndrangheta per sconfiggere la cultura mafiosa”.