Lamezia: operazione “Eumenidi”, le reazioni politiche

aeroporto-lameziaLamezia Terme – Continua a suscitare interesse “Politico” l’operazione denominata in codice “Eumenidi” che ha prodotto un provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari di tre persone, tra questi il presidente della Sacal e l’emissione di 18 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti indagati nei confronti dei quali vengono mosse contestazioni che riguardano presunte irregolarità nella gestione del progetto “Garanzia Giovani” finalizzato a inserire in un tirocinio retribuito alla Sacal persone, sottolineano gli inquirenti, “meritevoli rispondenti a precisi requisiti”. Diversi sono, infatti, i comunicati stampa che vengono diramati per conquistare la scena “politica”. Oggi nelle varie redazioni sono giunte le posizioni dell’ex sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza,  Armando  Caputo Presidente  dell’ Associazione Antiracket Lamezia, del sindacato Usb Lavoro Privato -Trasporto Aereo Calabria, del Movimento Nazionale per La Sovranità Lamezia Terme e di Igor Colombo, coordinatore regionale di Azione Identitaria Calabria che nel rispetto dei principi fondameli dell’informazione riportiamo integralmente:

Gianni Speranza: “ci siamo battuti per anni per il cambiamento in Sacal. Ora cambiare rotta”

“Ho vissuto il rapporto tra il comune di Lamezia Terme e la Sacal dal 2005 al 2015. Quando Speranza_0952sono stato eletto sindaco, era da tempo presidente l’imprenditore Speziali esponente di Forza Italia che poi diventerà senatore del PdL.
Da subito mi sono battuto per operare discontinuità e cambiamento. In quel momento positivo, il rappresentante del Comune di Lamezia Terme, il Giudice Vitale, fu eletto presidente dell’aeroporto. Finora unico presidente lametino. Nell’anno di gestione Vitale, il presidente fu costretto ad annullare due appalti molto importanti e chiuse il bilancio di esercizio 2006 con oltre 1 milione di euro di attivo. Fu possibile in quel momento realizzare un importante accordo con i lavoratori.
Alcuni soci privati e pubblici fondamentali decisero purtroppo che quella breve parentesi di rottura con il vecchio sistema Sacal, dovesse essere chiusa.
All’inizio del 2007 si restaurò la vecchia pratica con un altro presidente. Emerse sempre di più che l’aeroporto e la Sacal erano parte della gestione di un sistema di potere fatto di scambio di favori, di contrasti e mediazioni di interessi tra alcuni gruppi imprenditoriali, soprattutto catanzaresi, ed i rappresentanti politici dominanti della Calabria.
Per l’amministrazione comunale di Lamezia la scelta era o di accodarsi a quel sistema di potere o di esprimere una impostazione che tutelasse dignità, autonomia della città e sviluppo dell’aeroporto . Ci siamo opposti al trasversalismo di interessi, abbiamo cercato di rompere la pratica unanimistica, anche se questa posizione ci ha messo in contrasto in tutti questi anni non solo con gli imprenditori coinvolti nella gestione, ma anche con la Regione Calabria, la Provincia ed il Comune di Catanzaro. Abbiamo fatto una battaglia che ha avuto eco positivo anche a livello nazionale. Non abbiamo dato voto favorevole ai vari presidenti succedutisi, abbiamo votato contro alcuni bilanci, abbiamo promosso l’azione di responsabilità civile.
Sulla nomina del direttore generale della Sacal ci battemmo per una selezione pubblica trasparente, per cercare di individuare professionalità di alto livello nel settore aeroportuale.
Perfino l’accusa che ci viene rivolta, di non aver partecipato per alcuni mesi al consiglio di amministrazione della Sacal, ha una spiegazione semplicissima. Il Comune di Lamezia, a fine 2013, sulla base di una delicatissima operazione della magistratura e al rischio che ci fossero state infiltrazioni mafiose, sto parlando dell’ operazione Perseo, chiese che si azzerasse il c.d.a. Quello che si sta facendo oggi. Di fronte a rifiuti ed al muro allora alzati contro la nostra richiesta, non si poteva far finta di niente ma è stato necessario dissociarsi completamente, con coerenza, per il buon nome della città .
Non ho personalizzato, non sono entrato volutamente nella vicenda giudiziaria e nelle polemiche di questi giorni. Per me la vicenda della Sacal è la metafora della gravità della situazione democratica calabrese. Se si vuole davvero lo sviluppo dell’aeroporto,visto che parliamo di aerei, bisogna cambiare rotta!”

Gianni Speranza, già Sindaco di Lamezia Terme
Armando Caputo – Associazione Antiracket Lamezia

“Leggendo quanto è stato pubblicato in merito all’operazione “Eumenidi”, i commenti sui social, oppure ascoltando le chiacchiere al bar, ci si rende conto di quanto ormai la nostra Armando-Caputo-600x45comunità sia assuefatta e quindi in ogni caso responsabile di quanto avvenuto all’interno della Sacal. Infatti ciò che davvero ha colpito la sensibilità di molti cittadini in questa vicenda sono soprattutto le notizie relative ai viaggi, ai pranzi, agli alberghi di lusso, o anche ai rimborsi spese di alcuni dei soggetti indagati.
Invece che alla Sacal fossero assunti i prescelti dei “potenti” o dei “politici, magari dopo un breve apprendistato pagato da “Garanzia Giovani”, e che fossero ignorati ragazzi molto preparati o venissero scavalcati centinaia di disoccupati, non provoca il giusto biasimo. Questa enorme ingiustizia sociale è percepita da tanta gente quasi come una conseguenza inevitabile del potere, come se fosse un metodo ormai consolidato se non addirittura quasi accettabile.
E’ l’effetto del voto di scambio, pratica da anni molto in uso dalle nostre parti così come in generale in tutti i territori sottosviluppati. Eleggiamo spesso soggetti culturalmente mediocri, senza alcuna capacità di proporre, di programmare, di incidere, ma capaci solo di arraffare qualche beneficio per se e, se possibile, per qualche amico o familiare, sperando magari di essere tra questi. Questa, purtroppo, è l’amara verità, e per poterla cambiare servono anni e comportamenti conseguenti.
Intanto è doveroso ringraziare chi questa ulteriore nefandezza l’ha fatta emergere; il dott. Salvatore Curcio, nuovo Procuratore di Lamezia Terme, i sostituti procuratori Agostini e Scavello, il gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme e gli agenti della Polizia di Frontiera.
Siamo certi però, che quanto emerso fino ad ora sia solo la punta dell’iceberg; i danni che possono aver procurato siffatti membri di consigli di amministrazione di società così importanti, sono molto più devastanti. Centinaia di milioni di investimenti previsti per l’aeroporto di Lamezia, che si  aggiungono alle centinaia già spesi in passato, la gestione di tutti gli aeroporti calabresi… è un affare  troppo allettante per credere che le cosche lametine, e non solo, non cerchino o non lo abbiano fatto nel passato di poterne approfittare.
Già in altre operazioni di polizia è emersa in maniera chiara ed evidente la presenza della
ndrangheta all’interno dell’aeroporto di Lamezia; del resto quale lametino sano di mente potrebbe credere che la ndrangheta non sia laddove c’è tanto danaro in ballo, oltretutto se gli affari venivano gestiti nel modo in cui traspare dalle (poche) intercettazioni rese pubbliche.
Per fortuna adesso possiamo contare su questo nuovo oggettivo “protagonismo” della Procura di Lamezia, che forse è l’elemento che mancava per raggiungere risultati ancor più rilevanti, dopo i tanti successi ottenuti dalla magistratura e dai reparti investigativi in questi ultimi anni.
E’ necessaria però anche e soprattutto una partecipazione più attiva, più continua, più incisiva da parte dei tanti che non vogliono rassegnarsi a vivere in un posto dove mediocri e mascalzoni occupano posti di potere e continuano a depredare il presente e il futuro delle giovani generazioni.

“Associazione Antiracket Lamezia – Onlus”
Usb chiede reinternalizzazione immediata in Sacal, delle attività di Sacal Gh

“Come è ormai noto, da anni USB sta denunciando in tutte le sedi istituzionali, le ricadute dello smembramento di SACAL e la cessione di ramo d’azienda alla società controllata usb-600x450SACAL GH, qualche mese fa abbiamo anche richiesto un intervento all’ ENAC per una verifica delle regolari certificazioni per operare.
A fronte di quanto sta emergendo dall’inchiesta sullo scandalo che riguarda la società di gestione degli aeroporti calabresi, chiediamo la reinternalizzazione immediata delle attività da SACAL GH a SACal e la tutela di tutti i lavoratori.
Siamo stati una Cassandra inascoltata, nel corso di questi anni, in cui in più occasioni abbiamo denunciato pubblicamente la gestione della Sacal da parte dell’attuale dirigenza, che, non a caso, ha costantemente tentato di escludere la nostra organizzazione sindacale dai tavoli delle trattative.
Sin dall’insediamento della dirigenza, USB ha espresso con forza la sua contrarietà ad una modalità di gestione oggi rappresentata dalla procura della repubblica come “una gestione clientelare”, chiedendo in più occasioni l’intervento di una parte della politica che, guarda caso, oggi risulterebbe inserita nelle indagini stesse.
Il quadro rappresentato dalla Procura di Lamezia Terme, infatti, descrive un sistema di corruzione e malaffare e di una vera e propria “parentopoli” in un’azienda a capitale per maggioranza pubblico, che si è potuto creare grazie alle interconnessioni con una parte della politica locale, teso al consolidamento del proprio potere attraverso la gestione di “favori” nel silenzio generale, soprattutto delle organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, che in cambio del consolidamento delle proprie posizioni all’interno dell’azienda, hanno avallato tutte le decisioni della dirigenza Sacal fino allo smembramento della stessa.
Oggi che finalmente quella rete sembrerebbe scoperchiata, chiediamo che le conseguenze non gravino ancora una volta sui lavoratori e ribadiamo, pertanto la necessità di una urgente apertura di un tavolo di crisi con la Regione Calabria, per il quale abbiamo scritto al Presidente Oliverio, per mettere in campo tutte le azioni volte alla tutela dei lavoratori e per garantire il prosieguo delle attività dell’azienda negli aeroporti calabresi”.
USB Lavoro Privato
Trasporto Aereo Calabria

Movimento Nazionale per La Sovranità Lamezia Terme
“Quanto sta emergendo sulla gestione della Sacal non è altro che la punta di un enorme iceberg , di un malcostume diffuso che non è più nemmeno percepito come riprovevole. La radice di questo male è lontana e l’aveva profeticamente preannunciata Benedetto Croce, nel 1947: la perdita di dignità e di rispetto di se stessi, “unico antidoto alla corruttela”, legati all’accettazione di un umiliante trattato di pace. Se indagini venissero aperte su altre società finanziate con soldi pubblici troveremmo anche lì sperpero e clientelismo. La Sacal, così come altri enti, è un esempio di trasversalità affaristico-clientelare perché gli uomini che gestiscono sono figli di quella cultura preventivata da Croce e che nei decenni successivi ha trovato la giustificazione nei due grandi partiti dimassa, la Democrazia Cristiana e il Partito comunista, e oggi prosegue accentuata nei loro discendenti. Sono stati loro a promuovere la cultura della irresponsabilità, a partire dalla scuola, dove oggi si finanziano progetti di “educazione alla legalità” e si pratica la illegalità regalando, per accondiscendenza alla raccomandazione o in cambio di sostegno elettorale, diplomi (o lauree) ad analfabeti, i quali apprendono che con il servilismo e la raccomandazione si fa carriera . Poi, quando la nave affonda, non avendo certo la cultura dell’eroismo, scatta il “si salvi chi può”. In questo gli esponenti del PD e di SIsono dei veri campioni, e oggi noi vediamo le dichiarazioni del Presidente Oliverio, di Magorno,di Barbanti, Di Piccioni, che invocano “legalità”. Ma fra gli indagati non ci sono anche Vincenzo Bruno, Gaetano Pignanelli, Bruno Vincenzo Scalzo, Pasquale Torquato, e altri? E Bruno non è il Presidente PD della Provincia di Catanzaro? E Pignanelli non è stato voluto nel Cda da Oliverio? E Scalzo non è il fratello del consigliere regionale del PD, Antonio, salvatosi di recentedai processi grazie alla prescrizione? E Torquato, che ha avuto incarichi da politici di centrodestra e di centrosinistra, non è un grande elettore di Scalzo?
Oliverio e Magorno hanno dimenticatoche nel settembre del 2015, dopo che si era saputo dei primi avvisi di garanzia, undici consiglieri provinciali della maggioranza di centrosinistra, fra i quali Francesco Ruberto, oggi riapprodato a Forza Italia, garantivano “il proprio sostegno all’azione avviata dal Presidente Bruno per porre fine a speculazioni che penalizzano la vita aeroportuale a seguito dell’inchiesta che ne ha coinvolto i vertici”, ed esprimevano la certezza che gli indagati avrebbero dimostrato “la loro estraneità ai fatti contestati”? Piccioni ha dimenticato che il 21 luglio del 2015, Giovanni Arena,componente del Cda della Sacal in rappresentanza dell’Amministrazione comunale della quale lui era stato importante esponente, bollava come “allarmismo” le dichiarazioni di Ruberto, elogiava la gestione del progetto “Garanzia giovani” e si associava “a quanto sostenuto dal presidente Colosimo “?
Qualcuno fra noi il problema della gestione della Sacal lo aveva già posto anche nella lista Lamezia Unita, e non solo per gli avvisi di garanzia, ma soprattutto per la inefficienza. La mentalità di quelli che si autodefiniscono “moderati” per giustificare i cambi di casacca e la loro propensione al compromesso hanno avuto il sopravventoe i dissenzienti, quelli che chiedevano la promessa rivoluzione culturale, non solo non sono stati ascoltati ma sono stati anche spinti ad allontanarsi.
Lo scandalo legale rischia infatti di far passare in secondo piano la fallimentare gestione industriale. E sì, perché nonostante i festosi annunci a mezzo stampa sull’aumento del numero dei passeggeri, la Sacal chiude ogni anno con perdite astronomiche e anche la scelta di sdoppiare la Società si sta già rivelando sbagliata.
Nonostante i disastri qualcosa di buono potrebbe essere però possibile.
L’ingresso massiccio di un imprenditore lamentino nel capitale sociale dell’azienda e le quote detenute dal nostro Comune pongono Lamezia in una posizione di forza per imporre un radicale rinnovamento nella gestione, per tagliare gli sperperi e garantire efficienza. Ma l’Amministrazione comunale, prima di tutto il Sindaco, avrà la volontà di farlo? E se avrà la volontà, avrà la forza di allontanare i portatori della mentalità clientelare per la quale ciò che è pubblico non è di nessuno, e quindi può essere sperperato?
Avrà la volontà e la forza di promuovere la scelta di un direttore che abbia come sole guida onestà e competenze, e non l’indicazione di partiti e di lobby?
Anche se da quanto visto finora la ragione ci dice no, per il bene della Città e della Calabria tutta vogliamo sperarlo. Nonostante tutto!”

Movimento Nazionale Per La Sovranità  Direttivo di Lamezia Terme
Igor Colombo, coordinatore regionale Azione Identitaria Calabria

“L’Operazione Eumenidi rappresenta la più compiuta e stereotipata forma di clientelismo Igor-Colombo450-230416politico che si allaccia al consueto concetto organizzativo del nulla lasciare al caso e che permette, ai soggetti interessati, di tessere una rete di rapporti per creare corsie privilegiate ed avere da tutto ciò più potere e maggiore controllo.
Lo scandalo Sacal di certo non è che la punta di un iceberg di tutto un sistema marcio e corrotto che noi denunciamo da sempre e che va a conculcare le sempre più residue speranze di tutti quegli onesti cittadini che, pur non avendo alcun santo in Paradiso, continuano a credere in una società migliore.
Purtroppo in questa vicenda, legata alla gestione dell’Aeroporto di Lamezia Terme, ho ancora una volta vestito i panni di Cassandra in quanto, già fin dal 2102 alla conclusione della precedente gestione targata Speziali, si andava evincendo un grosso buco di Bilancio di oltre due milioni di euro che allora strideva con il volume di traffico di passeggeri e, già da quel momento, ne chiesi pubblicamente il commissariamento, e ribadii la stessa richiesta circa sei mesi dopo quando, per via dell’operazione Perseo, la stessa società Sacal venne travolta con l’arresto per associazione mafiosa (seguito da condanna) dell’allora vice-presidente, un fatto, dunque, di inaudita gravità.
All’epoca tutti i partiti politici ed i vari esponenti istituzionali, che oggi fanno finta di cadere delle nuvole indignandosi e parlando di legalità, non andarono oltre i pleonastici comunicati stampa di plauso a magistratura e forze dell’ordine, non preoccupandosi minimamente ed accettando di buon grado dall’allora neo-presidente Colosimo, lo status quo, sindaco Speranza in testa, mentre il sottoscritto continuava a chiedere commissariamento ed indagini approfondite circa le assunzioni in seno alla società, che risulto’ inoltre, a detta di rivelazioni di collaboratori di giustizia, essere sotto il controllo delle cosche mafiose della città.
Oggi c’e’ voluto il grimaldello del progetto “Garanzia Giovani” ad aprire il vaso di Pandora e scoprire finalmente che tutti quei bilanci ballerini che presentava Sacal erano dovuti ad una certa affaristica gestione e mi rallegro che, finalmente, qualche esponente politico invochi il commissariamento della Società, ribadendone la necessità da parte del governo di procedere con questo drastico provvedimento.
Temo, però, che ciò non si verificherà dal momento che molti movimenti politici con varie manovre “sotterranee” stanno già tramando per togliere dal cilindro l’ennesimo Presidente sponsorizzato dalla politica, magari questa volta lametino, per mettere a tacere da questo punto di vista buona parte dell’opinione pubblica.
Indipendentemente dall’esito e dagli sviluppi che si avranno da quest’inchiesta, è assolutamente indispensabile che il Sindaco di Lamezia Terme si metta da parte, in quanto, per mera responsabilità oggettiva, non può avere alcuna credibilità per il traghettamento in questa fase della società Sacal, lui stesso ha nominato quale socio di maggioranza nel Cda il signor Ionà, oggi indagato e chepare abbia tirato in ballo lo stesso primocittadino.
L’azione precipua è quella di garantire la continuità della gestione dell’Aeroporto di Lamezia Terme ma questa preoccupazione non deve servire da leva per mantenere lo stesso fallimentare sistema di nomine di presidenti e relativo Cda, in una fase molto delicata in cui è in gioco il futuro dello Scalo lametino e di tutto il sistema aeroportuale calabrese.
Si proceda immediatamente alla nomina di un commissario che non sia politico e non iscritto alla massoneria e non legato a lobby partitiche, una persona che sia in grado di
mettere ordine,annullando qualsiasi bando e contratto sottoscritto da questo corrotto Cda presieduto da Colosimo, restituendo alla trasparenza e legalità una società che è a maggioranza pubblica e che gestisce un Aeroporto che, per posizione geografica, storia ed importanza, la Calabria non può permettersi di veder ridimensionato”.

Igor Colombo – coordinatore regionale Azione Identitaria Calabria