Lamezia: uno sconvolgente deja-vu terzo scioglimento

Lamezia Terme – E’ stata come l’ultima carezza al parente morente l’incontro di ieri tra il Prefetto di Catanzaro e il Sindaco di Lamezia Terme.
Accompagnati verso la morte civica, politica, amministrativa ed economica del Comune di Lamezia Terme di cui, oggi pomeriggio, è stato ufficialmente deliberato lo scioglimento dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose.
Alle soglie dell’ormai prossimo cinquantesimo compleanno, il Comune di Lamezia Terme viene sciolto per la terza volta, dopo i precedenti nefasti del 1991 e del 2002.
E ogni speranza di rinascita per Lamezia, nel breve termine, svanisce.
Non sono state sufficienti le operazioni verità, i proclami, le settanta pagine di memorie inviate al Prefetto, la richiesta di essere sentito e lo sciopero della fame per più di 48 ore portate avanti dal Sindaco della Città, a scongiurare il peggiore dei mali, il rinnovato marchio di essere innervarti da criminalità di natura mafiosa, la lettera scarlatta che infligge la vera condanna alla comunità lametina.
E nell’attesa di leggere le motivazioni che hanno condotto allo scioglimento per infiltrazioni mafiose, i nomi degli amministratori che “hanno dato causa” allo scioglimento e gli elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o su condizionamenti tali da incidere sulla corretta e legale funzionalità della macchina comunale, i cittadini vivono uno sconvolgente déja-vu.
Ora come allora. Di generazione in generazione. Sempre con lo stesso epilogo.
E sempre e solo quando gli eletti a governare la città non siano quelli schierati nelle fila della sinistra.
Viene da domandarsi come ciò sia possibile, visto che i soggetti votanti e in parte i votati siano sempre gli stessi, sia quando il Comune sia stato schierato con la destra che quando sia stato governato dalla sinistra.
Una strana coincidenza e un interrogativo che sono emersi ieri sera, durante l’ultima intervista da Sindaco di Mascaro che, già certo della fine a poche ore dalla stessa, si è detto pronto e determinato a ricorrere al Tar contro il provvedimento di scioglimento.
Per ora, nell’attesa che il provvedimento venga notificato al Sindaco e rese pubbliche le motivazioni, oltre che nominata la nuova commissione straordinaria per la gestione dell’ente per i prossimi 12-18 mesi, la popolazione lametina rimane nel limbo, ancora una volta.
Mara Larussa