Lamezia: “processo simulato per evitare un vero processo”

Lamezia Terme – Proseguono le simulate del progetto “Ciak 4” presso il Tribunale Ordinario di Lamezia Terme, dove oggi sono stati protagonisti gli alunni dell’Istituto Alberghiero di Vibo Valentia e quelli del Liceo Classico di Lamezia, seguiti da docenti, psicologi, e addetti ai lavori, per la partecipazione attiva al processo simulato sul ‘cyberbullismo. Giunto alla sua quarta edizione il progetto “Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo”, è un percorso di educazione e sensibilizzazione alla legalità ideato e organizzato dal Tribunale per i minorenni di Catanzaro, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà e finanziato dal Ministero della Giustizia – dipartimento giustizia minorile e di comunità centro giustizia minorile per la Calabria, dall’Associazione Nazionale Magistrati (Sezione Calabria), dalla Regione Calabria, dal Garante dei diritti dell’infanzia e adolescenza della Regione e dalla fondazione Carical. Al progetto hanno aderito il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, i Tribunali ordinari di Castrovillari, Cosenza, Lamezia Terme, Locri e Paola e le Camere minorili di Catanzaro, Cosenza e Lamezia Terme.
Ad accogliere gli studenti il giudice Carlo Fontanazza e il sostituto procuratore Marta Agostini che preliminarmente hanno appunto spigato le procedure processuale al centro delle udienze che vede come parte civile delle ragazze vittime del nuovo reato di ‘bullismo online’ .  In aula anche il presidente del Tribunale dei minorenni di Catanzaro Luciano Trovato, che nell’introdurre i lavori del processo simulato per evitare un vero processo ha spigato la norma della messa “alla prova cioè della possibilità di dimostrare di essere cittadini che partecipano attivamente alla vita sociale”.
Il progetto, che in quest’ultima edizione ha raccolto l’adesione di più di 80 istituti scolasti calabresi di primo e secondo grado, è articolato in quattro fasi. Punto centrale è la simulazione di un processo penale minorile effettuata in una vera aula giudiziaria, in cui i ragazzi partecipano in veste di attori con la collaborazione, la supervisione e la presenza di giudici togati, onorari, avvocati e personale esperto in tematiche psicologiche e sociali. Il calendario delle simulazioni è iniziato il 20 gennaio scorso e si concluderà il 19 maggio presso i diversi Tribunali per i minorenni e gli Ordinari della regione Calabria.
Tema centrale del processo simulato è il cyberbullismo, a cui il copione più importante del progetto è dedicato. La vicenda di Gaia, una ragazza vittima di cyberbullismo, diventa l’occasione per avvicinare gli studenti non solo alle principali tematiche del diritto penale, ma anche per farli riflettere sull’utilizzo dei principali strumenti di comunicazione (Whatapp e facebook), e su argomenti centrali per una crescita sana quali l’amore, l’amicizia, la socializzazione e il perdono.
La quarta e ultima fase si conclude con una giornata celebrativa in cui, alla presenza di tutte le scuole partecipanti, si premieranno i migliori prodotti multimediali preparati dai ragazzi coinvolti nel progetto.