Lamezia: presentanti al Galilei gli anni dell’incanto del Lupo

Lamezia Terme – Un’Italia spensierata ma consapevole del suo destino, nel pieno del miracolo economico, segnata da una vitalità insospettabile nell’immediato dopoguerra, cullata dalle canzoni di Sanremo e attratta da tutti i gadget della modernità, questo lo sfondo in cui è ambientato il romanzo storico “Gli anni del nostro incanto” Marsilio editore, dello scrittore Giuseppe Lupo, professore di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia, già saggista e collaboratore del “sole24Ore”, vincitore di diversi premi di prestigio, “Premio Mondello”, “Premio Carlo Levi”, “Premio Selezione Campiello”.
Il romanzo storico, è stato presentato ieri ai ragazzi delle classi quarte del Liceo Scientifico Galileo Galilei dallo stesso Lupo, presso la sala convegni del Liceo. L’incontro, introdotto dai saluti della Dirigente Teresa Goffredo, è continuato con gli interventi delle docenti di storia e filosofia del Liceo, prof.sse Miriam Rocca e Marisa Bruno. Secondo la prof.ssa Rocca “E’ una storia, quella degli anni del boom economico, che lascia l’asetticità del libro per diventare vissuto quando la si racconta nelle sue sfumature esistenziali come possono essere un profumo, una canzone, un’emozione. Così il racconto in prima persona dei personaggi si sovrappone ai grandi cambiamenti dell’Italia del tempo, la memoria collettiva filtrata dagli accadimenti personali dei protagonisti assume tutto il sapore del ricordo narrato.”
Per la professoressa Bruno “il prof. Lupo racconta con oculatezza l’Italia del boom economico con uno sguardo privilegiato al “piccolo mondo antico” che guarda attonito alle grandi conquiste di quegli anni, come l’approdo del primo uomo sulla Luna. L’incanto è rotto dalla strage di Piazza Fontana, la notte calata sulla nazione simboleggiata dal terrorismo, dall’austerity, dalla crisi petrolifera si porta via tutti gli entusiasmi.” Tante le domande dei ragazzi, alle quali lo scrittore risponde con levità, quasi con toni poetici, quando racconta le generazioni che si sono dissolte dalla frenesia della contemporaneità. Con uno stile sobrio ed essenziale racconta senza tanti giri di parole le illusioni e le inquietudini della prima metà degli anni del dopoguerra, senza sottrarsi alle domande dei giovani che hanno toccato anche l’immersione del conflitto generazionale. Quale l’invito dello scrittore ai giovani? Quello di aiutare gli adulti a ricordare, così come la protagonista del romanzo, che aiuta la madre malata di Alzheimer a ricordare ciò che sembra essere stato dimenticato. Il compito più bello quindi: quello di far ricordare un‘Italia in bianco e nero, in cui gli amori erano semplici come i dolori e la vita aveva la leggerezza di un giro in vespa.