Aggressione domenicano per motivi razziali, indagati respingono accuse

Lamezia Terme – Si sono svolti questa mattina i primi interrogatori di garanzia delle persone tratte in arresto e poste ai domiciliari con l’accusa di lesioni aggravate con finalita’ di odio razziale. Da quanto si è appreso hanno risposto alle domande del magistrato fornendo una versione diversa da quella che li ha portati ad essere coinvolti nella aggressione nei confronti di cittadino domenicano, e dopo anche la suocera di questi, spinti da odio razziale. Secondo gli indagati la versione fornita  da Carlos, il dominicano che ha denunciato di essere stato vittima di un’aggressione razzista mentre era con la compagna incinta e la suocera, non corrisponde alla realtà dei fatti.

Il fatto e’ accaduto a Falerna Marina, in provincia di Catanzaro, e l’altro giorno agenti del commissariato di Lamezia Terme, con l’ausilio di personale della Digos di Catanzaro e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria di Vibo, hanno eseguito misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Massimo Campisano, Fabrizio Perri e Angelo Tolone, tutti e tre di Falerna, e Abdellah Cerkoui e Nouredine Ennaoui, entrambi di origini marocchini ma residenti a Lametia Terme. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Lamezia Terme, Gallo, su richiesta del pm Marta Agostini, e i cinque devono rispondere di lesioni aggravate con finalita’ di odio razziale. Le indagini partono dalla denuncia dell’aggressione subita nella notte tra il 15 ed il 16 agosto dal dominicano, che era con la compagna e la madre di quest’ultima, italiane; gli arrestati prima verbalmente e poi fisicamente se la sono presa con l’uomo e con la suocera che aveva tentato di difenderlo. La donna ha riportato la frattura dell’omero, con una prognosi di 30 giorni per la guarigione.

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