Lamezia: Meridionalisti democratici non è una città per giovani

Lamezia Terme – “Una città che doveva diventare “la California” della Calabria. Che fosse un sogno o un inganno di chi ha progettato l’unione degli ex tre Comuni che hanno formato Lamezia Terme c’erano pochi dubbi”. E’ l’opinione dei Meridionalisti democratici, per i quali “Ormai la realtà ha superato anche le più scettiche previsioni. Tra i tanti problemi presenti vogliamo soffermarci su alcuni che rendono invivibile la città per i nostri figli, ormai sempre più desiderosi di abbandonarla. La chiusura di tutte le strutture sportive, che oltre a penalizzare i giovani impedisce di vivere anche a chi ha fatto dello sport la propria professione, fa male soprattutto perché dopo 50 anni di tolleranza dei più efferati abusivismi edilizi ed urbanistici ora vede il Comune impuntarsi su cavilli burocratici che dovrebbero portare alla chiusura di quasi tutte le strutture pubbliche di Lamezia Terme, scuole comprese. Invece l’unica scuola chiusa – proseguono ancora – è la sede lametina del Conservatorio di Nocera Terinese al quale si è negato il rinnovo della sede, costringendo tanti giovani a recarsi a Nocera Terinese o a Catanzaro per frequentare le lezioni. Il servizio pubblico degli autobus ha ormai raggiunto il fondo, con corse che spesso saltano, orari non rispettati, autobus di mattina stracolmi di studenti, pochissime persone che pagano il biglietto. Parchi pubblici poco sicuri o impraticabili a causa della scarsa manutenzione ed infine cumuli di spazzatura in vari punti della città che la rendono poco appetibile per chi dovesse decidere se rimanere o scappare in altri luoghi per vivere una vita più civile.
Ma la colpa è solo dei Commissari, dei Dirigenti comunali e dei politici lametini? Forse è vero il motto che ognuno ha quello che si merita, considerate le varie discariche abusive, le buste di spazzatura disseminate nel territorio, la continua violazione delle più banali regole della convivenza civile, l’elezione puntuale in Consiglio Comunale di esponenti della malavita locale. E allora cosa chiedere a quei giovani che decidono di andare via da questo schifo, di turarsi il naso o di cercare una speranza di vita migliore? Ognuno si dia una risposta, i Commissari burocrati, i dirigenti e gli impiegati comunali, i politici ignavi, i tanti filosofi imperversanti sui media e sui social, gli elettori dei mafiosi, ed i cittadini, primi e veri artefici di tanto diffuso malessere – concludono – nonché primi a lamentarsi e ad osannare il fantoccio di turno. E nessuno si lamenti per l’immobilismo dei lametini: moltissimi sono contenti così”.