Lamezia: Consulta definisce seconda edizione “Lamezia In Danza”

Lamezia Terme – Si è riunito il consiglio direttivo della Consulta delle associazioni Progetto Cultura per definire il programma della seconda edizione di Lamezia In Danza.
La rassegna è nata lo scorso anno in un contesto particolare ma ha finalmente aggregato la quasi totalità dei soggetti del mondo del ballo.

La Consulta ricorda che “la terna commissariale seguita dal Dirigente Belvedere a pochi giorni dall’inizio della stessa negò l’utilizzo del Teatro Grandinetti, concesso soltanto in seguito all’occupazione dello stesso. Constatiamo, purtroppo, che – spiega – nonostante sia trascorso un anno dall’evento, e nonostante le continue e ripetute rassicurazioni, la situazione non è mutata”.

Ciò premesso, la Consulta riferisce che “la rassegna sta comunque ricevendo numerose adesioni che porteranno allo svolgimento di oltre 30 balletti con la partecipazione di migliaia di ballerini lametini”.

Nell’ultima riunione, il consiglio direttivo ha deciso, si legge nella nota, “di non avviare una ulteriore fase di dialogo con la terna commissariale poiché a nulla servirebbe. Il senso di sfiducia verso questa gestione cresce in maniera smisurata”.
A giudizio della Consulta “la stessa terna infatti non riesce minimamente ad approcciarsi verso una gestione ordinaria della nostra città. E’ inutile ricordare i vari finanziamenti persi. E’ inutile ricordare le promesse del commissario Alecci”.
La Consulta vorrebbe “avere lo stesso entusiasmo del commissario Alecci quando autocelebra la sua gestione” ma, invece, avverte “soltanto un senso di mortificazione associata a sdegno”. La Consulta “al netto di queste considerazioni” ha deciso “di chiedere un incontro al presidente della fondazione Terina Gennarino Masi al fine di avviare una interlocuzione ed effettuare una sistemazione del teatro consona alle esigenze tecniche richieste”.

Tutto ciò, “per non vedere svaniti i sogni di tanti giovani lametini che aspettano con ansia il mese di Giugno per calcare il palcoscenico. Noi – conclude la Consulta – di fronte a ciò non restiamo impassibili. Qualcun altro, purtroppo, si”.