Lamezia: “la mafia si nutre di un consenso sociale dopato”

Lamezia Terme – “Perché la mafia attira consenso se per tutti è una montagna di letame? Da cosa sono ammaliati i giovani? Dire che i ragazzi aderiscono alla mafia per denaro è riduttivo. Ciò che li spinge è la ricerca di senso. È questa la verità. Evidentemente, c’è qualcuno che non risponde a questa domanda fondamentale”. Il primo incontro di formazione del nuovo anno organizzato da “Patto Sociale”, Centro studi “Lazzati” e “Alleanza Cattolica” prende spunto da alcuni interrogativi del libro “Irrispettabili” – Il consenso sociale alle mafie, scritto a quattro mani da Domenico Airoma, procuratore aggiunto della Repubblica del Tribunale di Napoli Nord e vicepresidente del Centro studi “Livatino”, insieme ad Alfredo Mantovano.
E non è un caso che l’ospite dell’appuntamento, molto partecipato, nella sede di “Patto Sociale” di via Colelli sia stato Airoma. Infatti, le riflessioni del magistrato napoletano, secondo cui “la mafia è la più grande industria del surrogato sociale. E noi dobbiamo tornare a chiederci con serenità cosa è giusto e cosa è sbagliato”, diventano inevitabilmente cruciali per comprendere determinate dinamiche della nostra città. A partire proprio dalla raccolta del consenso. E qui l’avvocato Giancarlo Nicotera è perentorio: “Questo libro è un richiamo alle nostre responsabilità. La mafia si nutre di un consenso sociale dopato. Non c’è possibilità: bisogna scegliere da che parte stare. Anche nella nostra città. Non esistono le mezze misure. La mafia trova linfa vitale in tanti nostri comportamenti. E attecchisce dove non ci sono speranze. Questa città ha bisogno di un messaggio positivo”.
Rilancia l’avvocato Simone Cicco: “La nostra città sta attraversando un momento delicato. C’è molta rassegnazione, ma non possiamo lasciare la cura del bene comune ad altri”. Mentre Diego Segreto, vicepresidente del Centro studi “Lazzati”, richiama la figura del fondatore del Centro: il giudice Romano De Grazia, che “credeva molto nei giovani, cercando di dare loro la semenza buona e di coltivarne poi il terreno”. Anche per Segreto “bisogna indossare la casacca: o è bianco o è nero”. Per il commercialista Giuseppe Costanzo, “siamo tutti chiamati a combattere il consenso alle mafie nel nostro piccolo, indicando, soprattutto ai nostri giovani, la strada corretta da intraprendere”. Ancora più profondo è l’avvocato Giuseppe Zofrea: “La mafia si nutre della sfiducia dei cittadini verso la giustizia. Ci sono lacune dello Stato e della politica, che non fa nulla di concreto per arginare questo fenomeno, perché non le conviene”.