Omicidio Ventura: Cannizzaro condannato anche in Appello

Lamezia Terme  – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato 30 anni di carcere per il mandante dell’omicidio dell’ex carabiniere e fotografo lametino Gennaro Ventura.
Anche per i giudici di secondo grado Antonio Domenico “Mimmo” Cannizzaro è il mandante dell’omicidio, così come sentenziò la Corte d’Assise di Catanzaro (a maggio 2017) che condannò Cannizzaro anche al risarcimento dei danni alle parti civili (i familiari di Ventura).
Dopo il killer (il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, condannato a 10 anni in primo grado dal gup con il rito abbreviato e a 7 anni e 8 mesi in appello, una sentenza che ha amareggiato molto i familiari di Ventura) in appello è stata confermata la sentenza anche per chi avrebbe ordinato l’omicidio.
Secondo la ricostruzione effettuata sulla base delle dichiarazioni di alcuni pentiti tra questi l’esecutore materiale del delitto, l’omicidio di Ventura sarebbe stato deciso e programmato da Cannizzaro per vendetta in quanto la vittima, che aveva prestato servizio nei carabinieri alcuni anni prima dell’omicidio, aveva contribuito, nell’ambito dell’espletamento del proprio servizio all’individuazione e alla conseguente condanna di un parente, responsabile di una rapina, effettuata a Tivoli durante la quale era stato sottratto un ingente quantitativo di sostanza stupefacente.
Ad uccidere Ventura è stato Gennaro Pulice, oggi divenuto collaboratore di giustizia, che occulto’ il cadavere in una vasca sotterranea all’interno di un casolare agricolo abbandonato, corpo in una zona di campagna del Lametino, in localita’ Carra’ Cosentino, in un pozzo per la decantazione del mosto, dopo aver lo attirato il fotografo in una trappola, chiedendo un servizio fotografico. Nel 2008, dodici anni dopo la sua scomparsa la polizia ritrovo’ casualmente i resti della vittima insieme a oggetti personali, tra i quali le attrezzature fotografiche, il telefono cellulare, la fede nuziale e altri oggetti personali. Gli esami del Dna confermarono l’identita’ della vittima ed ora, otto anni dopo il ritrovamento, il delitto e’ stato ricostruito anche rispetto alle responsabilita’. Pulice è l’autore materiale del delitto come lui stesso ha confessato, mentre Cannizzaro sarebbe stato il mandante.

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