Lamezia: incontro sul caso Aversa all’Istituto Ardito-Don Bosco

Lamezia – Presso l’Istituto comprensivo “Ardito-Don Bosco” di Lamezia Terme si è svolto un importante incontro sul tema della legalità e della lotta alla mafia. Un momento di grande significato poiché l’argomento trattato è stato quello del duplice omicidio dei coniugi Aversa avvenuto a Lamezia Terme il 4 gennaio del 1992 ad opera della mafia. Prendendo spunto dal saggio “Il Caso Aversa tra rivelazioni e misteri”, alcune classi dell’Istituto hanno incontrato l’autore del libro, il giornalista Antonio Cannone e il figlio primogenito del sovrintendente ucciso, Walter con i quali hanno dialogato e posto domande su uno dei delitti più efferati accaduti nella nostra regione. Hanno curato l’incontro, organizzato dalla scuola in collaborazione con il Centro Riforme, democrazia e diritti presieduto dall’onorevole Costantino Fittante, le insegnanti Valentina Greco e Stefania Tavella. Particolarmente emozionante è stato il ricordo e l’opera di educatrice della moglie del sovrintendente ucciso, Lucia Precenzano insegnante proprio presso l’Istituto “Ardito-Don Bosco”. Durante l’incontro, il giornalista Cannone ha spiegato ai giovani come è nata l’idea di scrivere un libro sulla morte di Aversa e della moglie “per lasciare – ha detto – una traccia storica alla città e alle future generazioni. Un libro che è memoria collettiva e che serve per non dimenticare un delitto che colpì non solo Lamezia ma l’intera Calabria. Una vicenda nella quale molta responsabilità ha avuto anche una certa classe politica connivente con la mafia”. Cannone ha anche ricordato il duplice omicidio dei netturbini, Cristiano e Tramonte a tutt’oggi impunito, e al fatto che proprio Aversa indagava sul quel delitto. Ricordando tra l’altro che in quegli anni ci fu il primo scioglimento del Comune per mafia. Molte le domande poi rivolte dagli alunni a Walter Aversa, anche di natura privata sulla figura di un padre “esempio di abnegazione per il lavoro e per la famiglia”. Tra le lacrime e i tanti aneddoti, Walter ha parlato dei momenti drammatici vissuti la sera di quel 4 gennaio 1992, ribadendo con forza il significato del compito che svolgeva il padre. “Un lavoro continuo ed incessante contro le cosche che in quegli anni cambiavano pelle per dominare l’economia della città”. Un impegno che, evidentemente, dava fastidio a chi intendeva stare dall’altra parte della barricata, ovvero dalla parte dell’antistato. Una figura, quella di Salvatore Aversa, che infondeva sicurezza all’intera città. Una città smarrita dopo la sua morte, che prese atto purtroppo della crudeltà della mafia cittadina che colpì un vero e proprio baluardo nella lotta alla criminalità organizzata e non solo. Una giornata altamente formativa seguita in modo particolare dai giovani dell’Istituto “Ardito-Don Bosco” e che ha avuto il pregio di mettere al centro dei loro interessi il tema del contrasto alla mafia e dell’affermazione della legalità. Argomenti sui quali bisogna sempre riflettere a partire dai luoghi dove si formano le nuove generazioni.