Regionalismo: Rossella Cerra non all’autonomia differenziata

Lamezia Terme – Rosella Cerra attivista lametina dei 5stelle dice no all’autonomia differenziata.
“Il Sud si deve mobilitare contro le autonomie”, afferma Cerra, co-promotrice di Agenda Sud 34 e della petizione dichiarata ammissibile dalla Commissione Petizioni dell’Unione Europea il 17 marzo 2016 volta all’equa ripartizione dei fondi in conto capitale proporzionalmente alla popolazione di riferimento. Semplicemente dividere i fondi dello stato alle regioni in funzione del numero di abitanti.
“I diritti – aggiunge – non sono un concetto astratto, ma persone, ammalati, bambini, studenti, pendolari, i cui fabbisogni non possono diminuire secondo il luogo di residenza o il reddito. In Italia è passata l’idea che i diritti si comprano o si ereditano: se vivi in una regione ricca, lo Stato ti deve garantire una sanità migliore; se hai già asili nido, riceverai più soldi, alle città del Sud che non ne hanno, zero euro; se hai già i treni, ne avrai altri e migliori; al Sud, littorine a gasolio”.
Il Decreto attuativo per stabilire criteri equi di ripartizione dei fondi statali è stato firmato dal premier Conte nel mese di Maggio 2019 con effetto dal 2020. Ma quanto è stato sottratto finora al Sud? Quante cose si sarebbero potute fare? Quanti ospedali? Quante scuole? Quante strade, autostrade, porti e aeroporti? Alcune stime parlano di 61 miliardi l’anno sottratti al sud corrispondenti a 600 nuovi ospedali all’anno o 4.000 di km di autostrade o 300 grandi aeroporti e così via. L’attivista meridionalista del Movimento 5 stelle ritiene che non si può parlare di autonomie con una frettolosa corsa verso l’approvazione del provvedimento a traino Lega senza discutere delle gravi conseguenze per l’Italia tutta. Prima di ciò si deve inserire nella discussione la quantità di soldi sottratti al sud in questi anni, riconosciuti da Conte nell’ordine di un mancato 6% della spesa pubblica al sud. A tal proposito l’attivista Cerra invita alla mobilitazione tutti i parlamentari del movimento 5 stelle e gli organi di governo affinché si apra una finestra pubblica di discussione su ciò che potrebbero essere gli effetti devastanti se il provvedimento sulle Autonomie proposto dalla Lega dovesse tramutarsi in legge.