Lamezia: presentato progetto monumento in memoria vittime mafia

Lamezia Terme – (di Giovanni Mazzei) -Nel giorno del ventisettesimo anniversario della strage di via D’Amelio, nella quale perse la vita il magistrato Paolo Borsellino, è stata indetta a Lamezia Terme una conferenza stampa per presentare il progetto della realizzazione di un monumento in memoria delle vittime della mafia cittadina.
La proposta proviene dal Centro”Riforme-Democrazia-Diritti” – Lamezia Terme, in rappresentanza del quale, alla conferenza stampa odierna, era presente il presidente Costantino Fittante; presenti anche l’onorevole Angela Napoli, presidente di Risveglio Ideale, l’artista Maurizio Carnevali, realizzatore del bozzetto preparatorio, oltre a una delegazione dei parenti delle vittime della mafia.
Fittante spiega come già nel lontano 1993 vi fu la richiesta di un monumento per i caduti per mano mafiosa, egli la ricorda come un’epoca lontana, nella quale erano quasi scomparsi dalla memoria sia il giudice Ferlaino, che la guardia giurata Talarico.
“Coltivare la memoria storica – dichiara Fittante – è obbligatorio, non bastano cerimonie o celebrazioni estemporanee. C’è bisogno di lasciare un permanente segno dei sacrifici, sia delle vittime che dei loro parenti, un segno perpetuo che serva affinché anche chi non ha vissuto direttamente quei tempi e quelle dinamiche capisca la portata negativa che hanno assunto”.
Sono sei le vittime della mafia che vengono ricordate nel territorio di Lamezia Terme:
• Il giudice e magistrato Ferlaino, nel quale non si conoscono né mandanti né esecutori; ucciso nel 1975;
• la guardia giurata Talarico uccisa nel settembre del 1988;
• i due netturbini Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano;
• infine i coniugi Aversa.
“Quando proponemmo la realizzazione di un monumento nel ‘93, il sito individuato per la costruzione era vicino al posto dove furono uccisi i coniugi Aversa. Ora, purtroppo, nel posto che avevamo individuato sorge un ben più redditizio condominio, per questo abbiamo individuato un’altra zona.”
Con queste parole finisce il suo intervento Costantino Fittante, non prima di lanciare un appello ai vari pentiti di mafia affinché possano offrire nuovi spunti per risolvere delitti mai compresi fino in fondo, come quello dei due netturbini Tramonte e Cristiano.
Per questa opera d’arte si prospetta una realizzazione comunitarie, nel senso che si auspica la partecipazione di più contribuenti al suo finanziamento:il tentativo che il Centro si pone è di coinvolgere la Regione, la Provincia, le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni culturali finanche i singoli cittadini.
A parlare invece degli aspetti logistici e artistici è Maurizio Carnevali, esecutore del bozzetto preparatorio per l’eventuale opera commemorativa.
Il sito ora individuato per la realizzazione dell’opera èpiazza Ardito, nel centro di Nicastro, alle spalle della Madonnina. Il monumento sarà realizzato da una lastra di acciaio CorTen su cui la mafia pare, attraverso un’immagine traslata, come uno stormo di avvoltoi impazziti in un volo furioso, pronta a ghermire la preda. Ciò serve ovviamente a rappresentare la malvagia rapacità della ‘ndrangheta.
In contrasto con questa rappresentazione si erge il gruppo bronzeo: un uomo è rappresentato nell’atto di proteggere il figlio ovvero il proprio futuro. “È un uomo adulto ma giovane – espone Carnevali – forte, che non si accascia, non si dà per vinto di fronte a questa rappresentazione del male ma anzi alza il braccio in segno di opposizione”, un estremo tentativo di difendere non solamente il proprio figlio naturale, bensì il futuro dell’intera città, in un respiro e un afflato totalizzante e universale.
“Lo sguardo del bambino è rivolto agli occhi dello spettatore per renderlo partecipe e responsabilizzarlo”, conclude l’artista.
Il monumento sarà posto appena sopra il piano di calpestìo, dovrà divenire la presenza di un uomo comune che compie quel gesto che ogni uomo comune è tenuto a compiere in difesa di valori insopprimibili.
Nel suo intervento conclusivo la dottoressa Angela Napoli ringrazio i promotori dell’iniziativa e anche l’artista, invita ora tutti i cittadini di Lamezia ad accogliere il significato della portata di tale proposta: “appoggio totalmente questo tipo di iniziative in quanto le ritengo necessarie per la città di Lamezia, affinché possa far capire ai cittadini quali sono le strade da seguire, soprattutto ai più giovani che con troppa superficialità si rapportano alla questione ‘ndrangheta, ignorando i drammi ad essa collegata. In una città come quella di Lamezia Terme più volte sciolta per mafia questo tipo di intraprendenzaè quasi obbligatoria, per dimostrare la propria anima onesta e non esser tacciati di corresponsabilità nel corrotto sistema del male”.