Lamezia: Indovina chi viene in classe? Giorgia Gargano

Lamezia Terme – Secondo appuntamento per il progetto Indovina chi viene in classe?.Questa volta, per i giovani allievi dell’istituto comprensivo Nicotera Costabile,entra in classe l’archeologa, insegnante, ora assessore alla Cultura del Comune di Lamezia Terme Giorgia Gargano. Un’altra occasione per le nuove generazioni per confrontarsi con chi direttamente studia, ama, amministra il nostro territorio.
Gli allievi di una classe prima della scuola secondaria si sono preparati all’incontro studiando la storia personale della dott.ssa Gargano attraverso la visione di interviste e la lettura di articoli riguardanti la sua attività di studiosa.
I ragazzi l’hanno accolta in classe, dandole il benvenuto e ponendole una serie di domande finalizzate a conoscere l’operato pubblico e anche alcuni risvolti privati e personali della vita della Gargano.
Eccone alcune:
DOTTORESSA GARGANO, QUANDO LEI AVEVA LA NOSTRA ETA’ QUALE LAVORO PENSAVA AVREBBE SVOLTO DA GRANDE? PENSAVA DI RAGGIUNGERE QUESTO TRAGUARDO?
Io sono molto grata alla vita, perché quando facevo la terza elementare ho cominciato come voi a studiare la storia, eleggendo la prima pagina del sussidiario, quella relativa alle fonti e ho trovato “fonti archeologiche” e deve avere suscitato qualcosa in me perché è da quando avevo quell’età che dico “voglio fare l’archeologa” e sono stata fortunata, perché l’ho fatto.

COM’È NATA LA SUA PASSIONE PER LA NUMISMATICA?
Fare archeologia significa indagare le cose nascoste,indagare sotto terra, ma anche dentro se stessi. E’ una scienza vastissima con vari settori. Ho sempre avuto questa passione per le monete perché le monete hanno una doppia faccia, una doppia funzione. Da un lato sono quello che serve nella vita quotidiana, portala traccia di chi la usava per comprare il pane o la farina, però contemporaneamente sono dei messaggi veri e propri di propaganda che ogni stato emetteva coniando una moneta. C’è la grande storia e la storia dei singoli uomini sulle monete. Per questo mi appassionano.

COME VI SENTITE QUANDO ANDATE IN TV, NON SENTITE IMBARAZZO?
Non sono una persona importante, sono una persona che lavora e che ha la fortuna di aver trovato delle concomitanze nella vita che mi hanno portato a realizzare quello che sognavo. Tra le concomitanze ho un marito che mi sostiene e mi aiuta altrimenti sarebbe impossibile passare una settimana chiusa in una biblioteca. Passo molte ore dentro casa a studiare, oppure tante ore in carcere ad insegnare. Ho vissuto in un contesto chiuso. Finora sono riuscita a gestire la famiglia, ora con la fase dell’assessorato dovrò uscire di più.
Spesso mi sento in imbarazzo a parlare in pubblico ed è per me molto faticoso però ho deciso di fare così di distrarmi da me stessa e vado in automatico.

PERCHÉ LE ISTITUZIONI NON DANNO FONDI PER LA TUTELA DEI
BENI ARCHEOLOGICI?
Questa è una domanda che mi pongo anche io. E’ una situazione abbastanza avvilente. E’ come quando ci chiedono a che serve studiare?. In fondo per sopravvivere non occorrerebbe studiare. Non è strettamente necessario, ma sappiamo che è indispensabile. In Italia questo settore non è potenziato quanto meriterebbe. Quando lo stato non riesce ad intervenire, possiamo intervenire noi.
LEI INSEGNA ANCHE NELLE CARCERI, COSA PROVA NEL VEDERE I SUOI ALUNNI IN UNA CELLA? LORO STUDIANO SOLTANTO O
SVOLGONO ANCHE DEI LAVORI? QUALI?
Insegno in carcere da tanti anni e aggiungo che sono anche una volontaria. Nelle classi non provo nessuna sensazione particolare. E’ come insegnare in una scuola serale. La scuola è considerata fondamentale nell’obiettivo di acquisire una dignità personale, una consapevolezza di capire cosa si è come cittadini, una coscienza del contesto in cui si vive. Per molti dei miei alunni venire a scuola da grande significa recuperare una parte di sè che quando erano più giovani hanno trascurato. La maggior parte di loro non ha studiatoe molti di loro dicono “se io avessi studiato, se io avessi capito, quando avevo 12 anni che cosa perdevo non andando a scuola, la mia vita sarebbe andata diversamente” per cui la scuola significa investire il proprio tempo in una cosa che permette loro di distrarsi dalla sofferenza di vivere quella condizione, ma anche di dare di voce a ciò che la maggior parte dei miei alunni non ha avuto mai tempo per coltivare: la passione per lo studio, la lettura. Nel carcere di Catanzaro non c’è internet, telefonini, ma c’è una grande biblioteca e tanta carta stampata. E’ un mondo ricco, per certi versi, di tanta gente, che ha fatto un errore. Lo sta pagando e, mentre lo paga, si ricostruisce. Lo Stato chiede a queste persone una rieducazione, una ricostruzionedi una vita che fino a quel momento li ha fatti soffrire. Quello che manca è una vera accoglienza da parte della società nel momento in cui queste persone che hanno sbagliato, ma che non vogliono sbagliare più,rientrano nella società.

CI È STATO DETTO CHE LEI SARÀ IL NUOVO ASSESSORE DELLA CULTURA DELLA NOSTRA CITTÀ, PROPRIO PER QUESTO LE CHIEDIAMO DELLE PICCOLE ATTENZIONI PER LA NOSTRA SCUOLA, PER ESEMPIO UNA BIBLIOTECA NELLA CASETTA QUI FUORI, DEI BANCHI E DELLE SEDIE NUOVE E SOPRATTUTTO UNA SCUOLA PIÙ PULITA. SARÀ POSSIBILE SODDISFARE QUESTE RICHIESTE?
Questa è la prima scuola nella quale entro da quando sono Assessore, questo ti spiega come la tua Dirigente e le tue prof.sse hanno una grande attenzione per questa scuola e si sono rivolte subito a me. Cercheremo di attivarci subito affinché voi possiate avere la biblioteca che meritate.