Il Complesso della San Benedetto ha compiuto il primo anno di vita

Lamezia Terme — Il 25 marzo scorso, in piena pandemia, il Complesso interparcchiale della San Benedetto ha festeggiato il primo anniversario della sua inaugurazione, avvenuta con la solenne cerimonia di consacrazione della chiesa presieduta dal Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Parolin.
L’imponente complesso è stato realizzato in tempi record, meno di tre anni dalla posa della prima pietra, avvenuta il 30 aprile 2016, con una liturgia sobria ma solenne, presieduta dal Segretario Generale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), Mons. Nunzio Galantino. Ricordiamo che, a benedire la prima pietra, era stato Papa Benedetto XVI, il 9 ottobre 2011, durante la sua storica e indimenticabile Visita Apostolica.
Il Complesso, opera del noto architetto Paolo Portoghesi, è stato realizzato con tecnologie costruttive d’avanguardia al punto che alcune di esse costituiscono una novità nel campo dell’edilizia sacra, tanto da aver occupato alcune pagine in riviste internazionali di architettura.
Si ricorda che l’opera è stata finanziata dalla CEI con fondi provenienti dall’8 x mille che molti dei contribuenti italiani destinano alla Chiesa Cattolica.
La decisione di costruire questo complesso è stata accompagnata all’epoca anche da qualche polemica che alcuni hanno sollevato ritenendo, senza adeguata e documentata conoscenza, che si trattasse di un inutile doppione dell’attuale Cattedrale di Lamezia, tralasciando di cogliere invece la molteplicità delle caratteristiche in ragione delle quali il progetto è stato concepito, a costi decisamente contenuti rispetto all’ampiezza e alla grandiosità dei lavori, tutti compiuti in economia e soprattutto realizzati da maestranze locali con un indotto non di poco conto, a partire dalla Cofer s.p.a., l’impresa lametina alla quale la Diocesi ha affidato la realizzazione dell’opera.
A molti è sfuggito che se il complesso non fosse stato costruito a Lamezia (su un terreno donato alla Chiesa locale dall’Amministrazione comunale, a sua volta ricevuto gratuitamente da privati cittadini), lo si sarebbe costruito comunque in un’altra diocesi d’Italia. Si rammenta, infatti, che i fondi stanziati dalla C.E.I. per l’edilizia sacra sono esclusivamente finalizzati a questo genere di opere e non posso essere dirottati in altri settori.
La San Benedetto, quindi, non è solo un luogo di culto, con la più grande aula liturgica della Diocesi di Lamezia Terme, ma principalmente un complesso polifunzionale all’avanguardia capace di unire la dignità delle grandi liturgie, soprattutto quelle presiedute dal Pastore della Chiesa locale, con l’azione caritativa e la promozione della cultura.
Tra le sue maggiori peculiarità, oltre ai numerosi ambienti da destinare alle svariate attività diocesane, vi è la sala convegni con circa 650 posti a sedere, importante per la città e che se venisse completata potrebbe ospitare importanti avvenimenti culturali ecclesiali e non, ad esclusivo appannaggio dell’intera cittadinanza oltre che dei fedeli.
Si è potuto facilmente sperimentare in tempi di pandemia, quanto la comunicazione sia diventata di fondamentale importanza per il raggiungimento dei credenti e l’annuncio del Vangelo. Il complesso della San Benedetto è stato predisposto per le dirette streaming e vi sono pure dei locali che se, adeguatamente attrezzati, potrebbero fungere da postazione e studio televisivo, tali da rendere la Diocesi in grado di autoprodurre delle trasmissioni via etere ed on-line, con notevoli risparmi sui costi.
Inoltre, le norme introdotte a partire dal 18 maggio prossimo, per la riapertura delle chiese al culto, troverebbero facile applicazione negli ambienti della San Benedetto per via della sua ampiezza, che garantirebbero il pieno rispetto del distanziamento interpersonale, favorendo al tempo stesso un cospicuo afflusso di fedeli, sia all’interno che all’esterno, nei limiti della normativa imposta dall’emergenza.
Dal 25 marzo dell’anno scorso ad oggi, nel Complesso interparrocchiale si sono vissuti momenti diocesani e regionali importanti, dei quali si ricordano la Santa Messa Crismale e del Corpus Domini per la Diocesi di Lamezia Terme e il raduno regionale dell’ACR con circa 2000 ragazzi calabresi.
Si spera, dunque, che la San Benedetto venga completata al più presto affinché possa esprimere tutte le sue potenzialità per il bene della Città e della Diocesi di Lamezia Terme.
Ad oggi è presente ed operativo nella struttura il Volontariato Vincenziano, la cui sede è stata benedetta ed inaugurata dal Vescovo Mons. Giuseppe Schillaci che, si ricorda, ha presieduto ivi la sua prima Messa appena quattro giorni dopo la sua ordinazione episcopale.
Poco prima dell’emergenza sanitaria, la Chiesa è stata dotata di nuovi elementi artistici: due altorilievi raffiguranti la Madonna di Visora e San Benedetto (realizzati dall’artista Guido Borghi), nonché l’opera artistica definitiva, posta nell’abside, raffiguranti i santi più venerati nella nostra diocesi (realizzata dall’artista lametino Maurizio Carnevali).
Per il trascorso mese di marzo – così come ci ha dichiarato il Rettore, don Domenico Cicione Strangis – era prevista l’inaugurazione di un primo ambulatorio, come anche l’apertura di un banco farmaceutico, quali primi vagiti dell’azione caritativa del Complesso, che l’emergenza sanitaria ha solo posticipato.
Considerato il non indifferente investimento della C.E.I. a beneficio della comunità cattolica lametina, unito alle innegabili potenzialità dello stesso in svariati ambiti (diversi, ripetiamo, da quelli puramente di culto), sarebbe il caso che questo complesso venga al più presto completato, anche con l’antistante piazza e le previste vie di accesso (lavori, questi ultimi, che competono all’amministrazione comunale).
Massimo Iannicell