Lamezia: sindacati e Rsu attaccano il piano comunale delle performance

Lamezia Terme- Il piano delle performance varato dal Comune finisce nel mirino delle organizzazioni sindacali. Giuseppe Chirumbolo, Bruno Ruberto, Ugo Michele Caruso e Mario Mazzei per CISL Fp, Uil Fpl, Diccap ed Rsu sostengono che: “Nemmeno il caldo ferragostano trattiene le demagogiche enunciazioni diffuse dal Comune di Lamezia Terme. Le organizzazioni sindacali e la Rsu apprendono dalla pubblicazione che: ‘La delibera consentirà inoltre di poter corrispondere ai dipendenti, per l’anno 2020, quanto dovuto in forza dell’istituto della produttività senza i problemi manifestatisi per gli anni precedenti’. È uno sproposito dichiarare che la delibera consentirà di corrispondere ai dipendenti per l’anno 2020 la produttività. Le domande nascono spontanee: quali sono i riferimenti normativi e contrattuali previsti nella delibera che consentono ai dipendenti di percepire la ‘produttività’ per i 12 mesi dell’anno 2020? Come sarà corrisposta la produttività per i 12 mesi del 2020 senza i problemi manifestatisi per gli anni precedenti? Come consuetudine, da oramai 8 mesi, non ci saranno risposte. Non ultimo, con nota dell’11 luglio scorso, si ribadiva ‘una apposita deroga o una specifica forma transitoria che possa sanare le inadempienze dell’Amministrazione per non avere formalmente adottato la preventiva assegnazione degli obbiettivi per come costantemente indicato dalla magistratura contabile e dalla richiamata normativa’”.
Secondo i sindacati: “Invece, il Comune di Lamezia Terme, con disinvoltura e apparente intransigenza sostiene che il Regolamento di misurazione e valutazione della performance (art. 7 comma 2) e l’approvazione del Piano della performance stralcio (delibera in argomento), assumano la seguente ipotesi: ‘tale specifica previsione è attuativa del comma 1-ter dell’art. 5 del d.lgs. 150/2009 introdotto dal d.lgs. 74/2017’; nonostante ad oggi non risulta approvato il bilancio di previsione e il successivo Piano Esecutivo Gestione. Quest’ultimo (PEG), è l’assemblaggio secondo le regole contabili delle spese necessarie allo svolgimento delle singole attività, dove vengono unificati il piano dettagliato degli obiettivi e il piano della performance.
La Corte dei conti, Sezione delle Autonomie, con propria deliberazione 18/2014 in merito alla situazione delle amministrazioni locali prive di bilancio ed in gestione provvisoria (vedasi Comune Lamezia Terme) ha indicato quanto segue: ‘Si ribadisce la necessità che gli enti si dotino di strumenti provvisori di indirizzo e di programmazione finanziaria e operativa (quali ad esempio il Piano esecutivo di gestione provvisorio e/o direttive vincolanti degli organi di governo) al fine di sopperire all’assenza, all’inizio dell’esercizio, degli strumenti di programmazione previsti dall’ordinamento. Ciò deve consentire di raggiungere i principali obiettivi sopra richiamati, in attesa della definitiva approvazione del bilancio di previsione. È quindi da evitare una gestione in esercizio provvisorio ‘al buio’, carente, cioè, di indirizzi approvati dai competenti organi di governo’. Dunque, secondo la magistratura contabile non solo l’assenza di un bilancio di previsione non impedisce l’approvazione del Peg, ma addirittura è dovere d’ufficio approvarne uno anche in via provvisoria, per non dare vita a una gestione ‘al buio’, per come invece fino ad oggi avvenuto al Comune di Lamezia Terme. La cosa è ovvia: anche in esercizio provvisorio o gestione provvisoria non possono mancare indirizzi operativi per la gestione dall’inizio dell’anno (2020) finanziario. Esattamente quello che il Comune di Lamezia Terme e la Giunta Mascaro non ha fatto, contrariamente a quanto proclama nella nota. Risulta evidente che la Delibera N. 245 del 17.08.2020 di fatto è una grossolana mistificazione della sopra accennata giurisprudenza contabile e legislativa, tentando di sanare la grave responsabilità amministrativa a carico della Giunta, del Segretario comunale e del Dirigente del Settore Economico Finanziario. Inoltre i vari obiettivi operativi assegnati ai Dirigenti, risultano risibili e poco attendibili”.
“Le Organizzazioni sindacali e la RSU – concludono – avranno modo di entrare compiutamente nel merito di quanto brevemente osservato, continuando a monitorare e riservandosi di rappresentare alle competenti autorità procedure difformi e lesive degli interessi legittimi dei lavoratori dell’ente”.