Lamezia Terme – Domenico Fusto del Sindacato COAS Medici torna a chiedere un miglior trattamento per il centro trasfusionale dell’ospedale di Lamezia Terme, chiamando in causa la politica mentre le decisioni son prese dai commissari al piano di rientro e la terna che guida l’Asp di Catanzaro dopo lo scioglimento della stessa per infiltrazioni mafiose.
«Una semplice rivendicazione, sotto forma di esposto alla Procura di Catanzaro, di alcuni dipendenti del nostro Ospedale induce un Giudice della suddetta Procura a chiedere ai vertici aziendali alcuni chiarimenti in merito all’applicazione del DCA nr. 68 del 29/06/2015 a firma del Commissario ad Acta. Massimo Scura», spiega Fusto, ricordando che secondo tale decreto «il Centro Trasfusionale di Lamezia Terme (unico in tutta la ASP di Catanzaro), reo all’epoca di non raggiungere le 2.200 unità di sangue trasfuse all’anno, dovrebbe lavorare su 6 ore, cioè essere aperto solo nelle mattine dei giorni feriali, senza più reperibilità notturna e festiva, senza distribuzione di sangue in urgenza, senza specificare chi dovrebbe occuparsi di urgenze ed emergenze purtroppo all’ordine del giorno, considerando che solo i 3 Pronto Soccorso di Lamezia, Soverato e Soveria Mannelli totalizzano oltre 84.000 accessi di persone fisiche all’anno, senza considerare che attività altamente a rischio di sanguinamento, da trattare in emergenza come i parti, magari anche con farmaci emostatici erogati proprio dai Medici del Centro Trasfusionale, vedrebbero crollare drasticamente la fruibilità e la sicurezza dell’accesso alle cure da erogare sul territorio ai cittadini lametini. In poche parole: un calo vertiginoso dei ricoveri».