Lamezia Terme – L’avvio a regime dei programmi di screening oncologico rientra tra le priorità dell’ASP di Catanzaro, come previsto nel Piano di riorganizzazione dei programmi specifici, approvato con deliberazione n. 1099 del 5.10.21. In particolare, per quanto riguarda lo screening mammografico, sono stati riattivati i centri mammografici dei Presidi Ospedalieri di Lamezia Terme e di Soverato, con il coinvolgimento delle Radiologie dirette dai Dirigenti Medici Giuseppe Loria e Paolo Pennelli. Le donne residenti o domiciliate nella provincia di Catanzaro, di età compresa tra i 50 ed i 69 anni, possono programmare una mammografia di screening contattando il Centro Screening Oncologici, se sono trascorsi almeno due anni dall’ultima mammografia. Il percorso di screening prevede che ogni mammografia venga letta da due radiologi e, se anche uno solo dei due manifesta un dubbio sulla natura di una eventuale lesione, vengono eseguite le azioni necessarie a confermare o confutare la presenza di un tumore.
Le pazienti risultate positive vengono avviate alle Breast Unit delle Aziende Ospedaliere di Catanzaro, per la successiva presa in carico.
Il Piano aziendale prevede, nel medio termine, l’attivazione di altri tre centri mammografici: due nell’ASP di Catanzaro (Polo di Catanzaro Lido, Presidio Ospedaliero di Soveria Mannelli) ed uno nell’AO Pugliese Ciaccio.
In attuazione del PNRR, l’ASP di Catanzaro diretta dal Commissario Straordinario dott. Ilario Lazzaro, ha approvato il Piano degli interventi, in cui è prevista la realizzazione di n° 10 Case di Comunità, dove per il cittadino sarà anche possibile partecipare ai programmi di screening oncologico. Si sta lavorando, dunque, alla costruzione di una rete di prossimità che possa favorire l’adesione ai programmi di screening anche per le aree più periferiche della provincia.
A breve riprenderà l’invio di lettere di invito per la popolazione, relative a tutti e tre i programmi di screening oncologico che, oltre al mammografico (relativo alla diagnosi precoce del tumore della mammella) comprendono lo screening cervicale (per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero) e colonrettale (per la diagnosi precoce del tumore del color retto).
Si lavora, dunque, per ritornare alla normalità, superando le criticità che la pandemia ha esasperato, per assicurare ai cittadini il diritto alla salute che non è solo diritto alla cura e alla assistenza, ma anche alla prevenzione. I programmi di screening oncologico possono incidere sulla mortalità per i tumori più frequentemente diagnosticati nella popolazione. La storia naturale del tumore della mammella, dell’intestino e del collo dell’utero può essere infatti modificata con interventi precoci, poco invasivi e con conseguente modifica della prognosi. Il successo dipende sicuramente dalla organizzazione delle campagne di prevenzione, ma anche dallo sviluppo di consapevolezza individuale e collettiva sulle relazioni tra comportamenti e salute, ricordando che il Codice Europeo contro il Cancro, tra le “regole d’oro” annovera lo stile di vita (alimentazione, fumo, alcol, attività fisica) e la partecipazione ai programmi di screening.