Ricordo e riflessione sull’attività parlamentare del senatore Armando Scarpino a 47 anni dalla scomparsa

Armando Scarpino e la moglie Albertina Barilaro (Rosetta)

Lamezia Terme – Il 20 Febbraio 2023 ricorre il 47esimo anniversario della scomparsa del Professore Senatore Armando Scarpino, nato a Nicastro il 12 febbraio 1922. A 47 anni dalla scomparsa, in una nota Francesco Scarpino ricorda la figura di Armando Scarpino che, sottolinea: “occupa sicuramente un posto particolare nel panorama politico lametino, ma non solo”. L’attività parlamentare di Armando Scarpino “è stata intensissima, ma non fece mai mancare il suo apporto alla sua terra a cui era molto legato”.
“Schierandosi sempre dalla parte dei più deboli, Scarpino – ricorda il figlio Francesco – si spese intensamente per il diritto alla coltivazione della terra, con l’occupazione dei terreni del latifondo, per la lotta contro l’analfabetizzazione, per il diritto al lavoro, allo studio, alla salute. Su suggerimento della moglie, la professoressa Albertina Barilaro, Insegnante di Educazione Fisica e Fondatrice dell’A.P.D. Gascal, affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia (F.G.I.) sin dal 1964, è suo il Disegno di Legge atto a modificare il Programma di Studio dell’”Istituto Superiore di Educazione Fisica” (I.S.E.F.) con conseguimento della Laurea Magistrale, per dare la giusta importanza ad una materia considerata “minore” in ambito accademico. Molti anni dopo verrà istituita la Laurea in “Scienze Motorie”. Durante la Presidenza di Aldo Tomaino, in qualità di Consigliere del C.D.A. dell’Ospedale Civile di Lamezia Terme, unico rappresentante del P.C.I., contribuì molto al miglioramento della Sanità a Lamezia Terme e del suo Circondario potenziando l’Ospedale Civile, ottenendo la realizzazione dell’Unità Coronarica e l’inizio dei lavori del Nuovo Ospedale, che dopo la sua scomparsa si arrestarono per diversi anni”. Dal suo “sentire” interno scaturiva “l’impegno coerente per le necessità vere e per la dignità dei più deboli. È opinione comune che Armando Scarpino fosse uomo di grande cultura, specchiata onestà, profonda umanità e capace di uno sguardo politico molto ampio. La sua convinzione che il P.C.I. dovesse aprirsi al mondo cattolico e le sue critiche ai non pochi errori nei paesi di oltre cortina ne dimostrano sicuramente alcune tra le tante intuizioni in tempi non sospetti. È stato molto amato dai suoi studenti, con cui aveva un rapporto assolutamente aperto e costruttivo, e molto stimato anche dai suoi avversari in ambito politico. Si spense a Roma il 20 Febbraio del 1976 dopo una seduta al Senato. Il 12 Febbraio aveva appena compiuto 54 anni. Anche se, come diceva, era un po’ stanco non avrebbe mai potuto mancare ad un appuntamento parlamentare che riguardava l’importante rapporto con la DC di Aldo Moro, di fatto si trattava di lavorare per garantire un futuro diverso e migliore al nostro Paese”.
Molte testimonianze lo descrivono “sempre disponibile ad un ascolto attento ed incline ad un incontro tra le diverse posizioni, lontanissimo da ogni interesse di parte politica o personale, fermo sul rigore intellettuale da esprimere con coraggio, coerenza ed umanità, qualità che tutti gli riconoscono. Per chi lo ha conosciuto e frequentato la testimonianza è unanime. Per comprendere la visione ampia e critica del suo pensiero, si vuole ricordare un episodio. Convinto che il sistema sovietico dovesse, per molti aspetti, avviare una nuova fase, nel 1968 aveva intravisto nella Primavera di Praga un tentativo di dissenso costruttivo che potesse avviare tale cambiamento.
Ricevuta la notizia dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Armata Rossa, Armando Scarpino, in servizio da docente presso l’Istituto per Geometri, entrato in aula prevedendo e prevenendo la reazione degli alunni che lo attendevano in silenzio, probabilmente attendendo un commento sull’evento, li freddò laconicamente comunicando di aver già inviato un telegramma di dissenso alle autorità sovietiche (testimonianza diretta del Dott. Edmondo Aiello, suo alunno di allora). Per un appartenente al P.C.I. a quei tempi non era davvero cosa da poco!”.
Per Francesco Scarpino, il suo ricorrente ricordo “ci trova sempre più lontani dallo spessore culturale, dalla sensibilità nell’ascoltare, dall’onestà intellettuale e dal coraggio di affrontare i problemi di uomini di tale caratura per cui, e per altri di quella generazione, la politica era strumento per migliorare le condizioni di tutti e non opportunità per i propri interessi. Forse oggi, più che mai, per guardare al futuro occorrerebbe rivolgersi con umiltà al proprio passato. Le commemorazioni hanno il dovere di ricordare ciò che è stato, ossia la Storia, ma anche di capire quanto le istanze di un periodo passato possano servire, senza alcuna forzatura filosofica o ideologica, ad un’analisi della contemporaneità”.
Tra le sue lotte politiche Armando Scarpino ha affrontato, prosegue la nota: “quella contro l’analfabetismo. L’odierna abbondanza di informazione che giunge dai media, compresi i cosiddetti “social” – tra cui una buona parte è pura disinformazione – crea oggi un nuovo analfabetismo di ritorno dovuto all’impossibilità di gestire quel volume di notizie a cui si è sottoposti, spesso senza alcuna visione critica ed in maniera superficiale, e che rischia di costruire un punto di vista privo di base obiettiva, storica, scientifica attendibile, oltre a poter essere causa di un isolamento pericoloso e tendente a falsare la realtà. Nonostante l’indubbia utilità dei “social”, l’immensa quantità di notizie ed informazioni, purtroppo non sempre attendibili, se non criticamente filtrate possono sfociare in una Comunicazione falsata tra i cui rimedi vi è senz’altro quello di utilizzare il proprio senso critico che trova la sua principale fonte, nel periodo della formazione scolastica, in una valida Istruzione Pubblica. Ed ecco che l’intervento di Armando Scarpino al Senato della Repubblica del 23 ottobre 1963 “Per assicurare a tutti indistintamente il diritto alla scuola”, viene qui citato, rapportando l’intervento ai nostri giorni, per l’attuale validità nel voler garantire una Scuola Pubblica seria, sana e per tutti atta a favorire un pensiero critico proprio e indispensabile per debellare i rischi sopra ventilati. Questa osservazione è strettamente collegata all’attuale crisi della politica che è sotto gli occhi di tutti: bassa percentuale di votanti, disinteresse, soprattutto da parte dei giovani, dovuto alla ormai sentita irreversibilità di un destino sociale ormai scritto, aumento della subalternità a causa di un mondo del lavoro fortemente malato tanto da fare registrare in Italia cinque milioni di poveri veri, quindi ben al di sotto della soglia di sussistenza.
Poi un riferimento alla Sinistra che, secondo Francesco Scarpino: “non riesce a reagire in un momento in cui dovrebbe avere campo libero per esprimere al meglio le proprie istanze”. Nella riflessione si legge: “Questo Paese non favorisce il lavoro e da qui la crescita: i laureati saranno sempre quelli che se lo possono permettere e che lasceranno, come spesso è avvenuto, la propria terra, ed i malati che non potendo accedere ad una sanità privata ne hanno a disposizione una pubblica che non funziona! La politica non sta dalla parte di chi ha veramente bisogno”. E, conclude: “chi scrive, forte dei documenti e di moltissime testimonianze – oltre ai personali ricordi – puntualmente evidenzia il massimo distacco da ogni legame parentale per offrire un profilo emendato da ogni affetto personale affidando il Prof. Sen. Armando Scarpino alla Storia della sua terra, della sua gente e di un periodo della storia del nostro Paese che in parte va assolutamente recuperato. Ma per tutti coloro che onestamente ricordano il Prof. Sen. Armando Scarpino siamo sicuri che si ritroveranno in quanto riportato poiché, dalle moltissime testimonianze ricevute, il responso è unanime. È ora di decidere: Armando Scarpino e quella generazione di militanti la lezione ce l’hanno data. Sta a noi, qualunque sia il nostro pensiero ed il nostro orientamento, iniziare finalmente a fare!”.