Lamezia Terme – Un omaggio a Padre Paolino nel giorno in cui si celebrano i funerali nel suo paese d’origine, San Pietro Apostolo, di Iolanda Baretta, socio dell’associazione “Amici di Padre Paolino” nonchè presidente dell’associazione “Logos&Polis” che ricorda l’opera del missionario comboniano che ha trascorso circa 60 anni della sua esistenza nelle missioni in Uganda.
“Padre Paolino, guida spirituale e di vita esemplare ed una storia da raccontare: San Pietro Apostolo ore 15:00 del 6 marzo 2024, inizia la messa per il funerale di Padre Paolino… ritorno indietro nel tempo con la mente, sono passati esattamente 20 anni dal mio viaggio in Africa, nella sua missione a Rushere. Spiegare l’opera realizzata da Padre Paolino non è cosa semplice, solo chi ha visitato la sua missione, può comprendere l’operato del nostro amato padre Comboniano… ed è vero il detto che l’Africa ti cambia! Vivere un’esperienza missionaria è un regalo che ognuno di noi dovrebbe farsi nella vita. Ricordo ancora la sensazione che ho provato appena atterrata all’aeroporto di Entebbe, ero partita da sola senza avere lontanamente l’idea di quello che mi aspettava una volta atterrata. Avevo sempre desiderato sin da bambina di fare un’esperienza missionaria e quell’anno il 2004 avevo deciso di realizzare questo sogno nel cassetto. ricordo la sensazione provata nel ritrovarmi in uno scenario completamente differente a quello a cui era abituata, vedere migliaia di persone di colore, ed essere l’unica persona bianca, mi fece sentire diversa ed impaurita, l’odore selvaggio dell’Africa nera, i rumori inusuali per me nella notte, mi fecero provare per la prima volta un profondo senso di paura e smarrimento, che per fortuna durò solamente qualche ora, il tempo di prendere coscienza della reale situazione nella quale mi trovavo. Ero partita senza neanche sapere come fosse organizzata la struttura di Padre Paolino, non avevo l’idea che la sua missione era in realtà la gestione di una regione grande più o meno quanto la Calabria e che per missione si intendeva praticamente questo grosso territorio che si trovava lontano da Entebbe. Il padre mi venne a prendere in aeroporto con Daesy ed il suo autista, incominciammo a percorrere 300 km di strada sterrata, un’unica linea retta che passava l’equatore fino ad arrivare a Ruschere, la città dove risiedeva una delle sedi principali della missione di Padre Paolino. Se si pensa ad una città si immagina uno dei nostri centri abitati, con la corrente, la luce, l’acqua, in effetti in Africa Tutto questo non c’è; soprattutto nelle periferie dove esistono queste città costruite nel nulla di baracche senza alcuna comodità. I tempi sono quelli della natura, ci si alza all’alba e ci si va a coricare al tramonto”.
“Il giorno – ricorda – con Padre Paolino andavamo a visitare le varie strutture dislocate nella sua regione, scuole, ospedali ogni giorno un’avventura diversa. La cosa che mi colpi di più, fu vedere questi bambini camminare a piedi scalzi, in fila al lato della strada sterrata per chilometri per raggiungere le scuole che aveva costruito Padre Paolino per avere la possibilità di studiare ed una chance di un futuro diverso, cosa che per molti di quei bambini nel tempo è diventata realtà. in sessant’anni di missione in Africa Padre Paolino ha formato molti di quelli che sono oggi i dirigenti della nazione ugandese. Qualche mese fa dopo anni di studio in Calabria a Catanzaro si è laureato in medicina Lwuaga uno dei suoi studenti più brillanti con il massimo dei voti, grazie anche all’aiuto della famiglia di Padre Paolino e dell’associazione “amici di Padre Paolino”. Il nostro missionario era un uomo dalla personalità eclettica, riusciva a coordinare tutto, a pianificare la costruzione di strade, di scuole, di ospedali, sia da un punto di vista ingegneristico che di gestione economica e strutturale. Tutto passava dalle sue mani e pianificato dalla sua mente, Grazie ai fondi raccolti da tutte le persone che in Italia hanno creduto nel suo operato è riuscito a compiere quello che secondo me è un vero miracolo, Padre Paolino è l’esempio vivente di un uomo che con il suo profondo amore verso il popolo africano è riuscito da solo con la sua forza mentale e resilienza a spostare veramente una montagna. Con il suo operato è riuscito a offrire una possibilità di vita diversa ad un popolo che lo ha amato veramente come un padre, ricordo ancora l’inno della popolazione Al suo passaggio che cantava “Father Father Father” incessantemente. Porterò sempre nel cuore quello sguardo di gioia felicità e purezza di quei bambini che mi sorridevano in modo incondizionato. Posso dire con assoluta certezza che Padre Paolino è stato il Salvatore di un popolo, se si fa un’analisi delle persone africane che si imbarcano verso le nostre coste di certo non Troveremo mai un ugandese. proviamo a chiederci il perché. Grazie Padre Paolino per essere stato un esempio di forza granitica e per averci insegnato che con la volontà la compassione e l’amore verso il prossimo, si possono compiere i miracoli”.