Giornalismo: Grasso, se libero lavoro prezioso per democrazia

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Roma – “In Italia i giornalisti veri corrono dei rischi quotidianamente: ci sono regioni in cui chi cerca di descrivere la realta’ senza veli rischia la vita, in cui si combatte una battaglia quotidiana tra il dovere dell’informazione e la pretesa del silenzio, in cui si arriva a minacce, intimidazioni, querele temerarie”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presentazione della prima edizione del premio di giornalismo “Giustizia e verita’ – Franco Giustolisi”. “Martedi’ scorso a Rosarno ne ho premiati due, ieri in tv ho sentito il racconto di Sandro Ruotolo sulle minacce ricevute dal boss Zagaria, e da qui gli rinnovo la mia e la nostra vicinanza. Il lavoro del giornalista, quando non e’ asservito al potere o al potente di turno, e’ un lavoro prezioso per la democrazia, per l’opinione pubblica, per i cittadini”, ha detto ancora il presidente del Senato. “Parafrasando Longanesi potremmo dire che non e’ la liberta’ di stampa che manca, pur con i problemi che sappiamo: mancano i giornalisti liberi. Ma quelli che ci sono, e non sono pochi, illuminano una professione fondamentale se vogliamo nutrire ancora la speranza di migliorare il nostro Paese”. “La presentazione del premio ‘Giustizia e verita’ – Franco Giustolisi’ per il giornalismo d’inchiesta e’ una buona notizia perche’ guarda in avanti, perche’ mira a raccogliere i frutti di quei semi lasciati da Franco: il coraggio, la passione, la determinazione, lo scrupolo della verifica, il non piegarsi anche quando si sa di pagare un prezzo o correre un rischio, il non avere timore ne’ dei padroni ne’ dei padrini”, ha proseguito Grasso.

“Parlare del lavoro di Giustolisi”, ha ricordato Grasso, “significa inevitabilmente ripercorrere le pagine piu’ drammatiche della storia del nostro Paese, le vicende criminali del banditismo sardo e dei sequestri in Calabria, lo scandalo del Banco Ambrosiano, la vita e la morte di Calvi, il Caso Mattei, le inchieste di mafia e quelle sul terrorismo, su cui avremo il piacere di sentire il ricordo di Giancarlo Caselli, la P2, le interviste esclusive a Licio Gelli, le carceri – tema su cui ha scritto moltissimo, dallo scandalo delle carceri d’oro alla durezza dell’Asinara e di Pianosa fino al libro “Al di la’ di quelle mura” con Pier Vittorio Buffa”.
“Negli ultimi anni il suo lavoro”, ha rammentato ancora il presidente del Senato, “si concentro’ su quello che, con sintesi mirabile, defini’ “l’armadio della vergogna”: il ritrovamento, dopo quasi 50 anni di silenzio e di rimozione, di 695 fascicoli d’inchiesta occultati presso l’Archivio della Procura generale militare di Roma. Da tale ritrovamento e dalla sua campagna stampa ebbe inizio una serie di processi che arrivo’ a sentenze definitive di condanna all’ergastolo. Un risultato importante sotto certi aspetti, paradossale per altri”.
“Da un lato”, ha osservato Grasso, “infatti e’ tornato all’attenzione pubblica il disprezzo per la vita, la barbarie e la crudelta’ dei massacri perpetrati dai tedeschi in ritirata negli ultimi mesi di guerra, dall’altro invece urla alla coscienza civica del nostro Paese la beffa di sapere i condannati liberi. In un suo noto articolo Giustolisi conclude con queste amare parole: ‘Non sono fuggiaschi, non sono evasi, non sono latitanti. Sono tranquilli e liberi: la Germania li protegge, l’Italia fa finta di niente'”.