Campania: FI insorge, per Cav e’ conferma ‘disegno politico’

Silvio-Berlusconi-02-07
Roma – E’ un coro di proteste quello che si leva dalle file di Forza Italia contro il governo, la maggioranza, il Pd e la magistratura. A scatenare il casus belli e’ la sentenza emessa oggi dal tribunale di Napoli nel ricorso d’urgenza che ha ‘congelato’ la sospensione della carica di presidente della Regione Campania per Vincenzo De Luca. La magistratura, quindi, da’ ragione per il momento al neo governatore campano, eletto a fine maggio presidente e un attimo dopo l’insediamento ufficiale dichiarato sospeso dalla carica in applicazione della legge Severino. Ora si dovra’ attendere la discussione del ricorso ordinario. Forza Italia, che a gran voce e con atti concreti aveva piu’ volte chiesto al premier Matteo Renzi di procedere con la sospensione di De Luca, ora lamenta il ricorso a due pesi e due misure: “la legge non vale per tutti”, e’ il commento generale tra gli azzurri, orfani da ormai quasi due anni del loro leader in Parlamento. Silvio Berlusconi, infatti, nel novembre del 2013 e’ stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore a seguito dell’applicazione della legge Severino, dopo la condanna definitiva nell’ambito del processo Mediaset. Gia’ la vicenda del sindaco di Napoli De Magistris – anche lui incappato nella legge Severino – fu accolta dagli azzurri e dallo stesso ex premier come uno schiaffo in pieno volto, e ora arriva la goccia che fa traboccare il vaso, ovvero il ‘congelamento’ ottenuto da De Luca, con la possibilita’ di formare la giunta e quindi mettere al riparo il governo della regione in mano al Pd, anche qualora il ricorso ordinario non dovesse dar ragione all’ex sindaco di Salerno.
Per di piu’, quella su De Luca e’ una sentenza che arriva in un nuovo momento ‘caldo’ sul fronte giudiziario per il Cavaliere, con il fuoco incrociato di ben tre procure: Milano, Napoli e Bari. La ‘tegola’ giudiziaria che nelle ultime ore piu’ impensierisce Berlusconi – viene riferito da alcuni fedelissimi – e’ il processo Ruby ter, dove Berlusconi e’ accusato di corruzione nei confronti delle cosiddette ‘Olgettine’. Ma c’e’ anche la ‘grana’ del processo napoletano sulla presunta compravendita di senatori, e il processo sul caso Escort di Bari, dove i giudici hanno chiesto l’accompagnamento coatto di Berlusconi per ascoltarne la deposizione il prossimo 10 luglio.

A poche ore dalla decisione del tribunale civile di Napoli, intervengono i tre avvocati di Berlusconi che, in una nota congiunta, ribadiscono “la assoluta inapplicabilita’ della legge Severino ai fatti precedenti, per il fondamentale principio di irretroattivita’”. Ovvero, per Niccolo’ Ghedini, Franco Coppi e Piero Longo, Berlusconi non sarebbe dovuto decadere da senatore. Ma la nota dei legali affronta anche una questione tutta politica, la stessa di cui da sempre si e’ lamentato il leader azzurro. Ghedini, Longo e Coppi non usano messi termini nel sostenere “che nei confronti del presidente Berlusconi e’ stata commessa una straordinaria e gravissima ingiustizia per eliminarlo strumentalmente dalla vita politica del paese”.
Stando ai rumors azzurri, l’ordine di scuderia di menar fendenti sulla vicenda De Luca e i “due pesi e due misure” con cui la legge Severino viene applicata, e’ stato diramato da Arcore dallo stesso Berlusconi, descritto da chi ha avuto modo di sentirlo come deluso e sempre piu’ convinto di essere vittima di una giustizia politicizzata e di un disegno politico volto solo ad eliminarlo dalla scena. “La vicenda di De Luca lascia l’amaro in bocca, perche’ fa nascere un interrogativo inquietante. Se al posto dell’ex sindaco di Salerno ci fosse stato un esponente del centrodestra la decisione sarebbe stata la stessa e sarebbe arrivata con la medesima velocita’?”, chiede Mara Carfagna. “Decisione giudice Napoli consente a De Luca di governare Campania. Quindi Berlusconi deve tornare in Senato. Basta doppio moralismo ad personam”, afferma Annamaria Bernini. “La riabilitazione di De Luca da parte della giustizia italiana e’ arrivata in un battibaleno, mentre per Silvio Berlusconi il calvario giudiziario e’ stato infinito”, sostiene Renata Polverini. E Renato Brunetta: “La Severino e’ contra personam, contra Berlusconi, e a favore, ovviamente, di tutti gli inquisiti o i soggetti di provenienza Partito democratico. Questo e’ inaccettabile”. Intanto, a Roma, l’amministratrice unica del partito, Maria Rosaria Rossi, dopo il pignoramento subito a causa di debiti non pagati ad alcuni fornitori, sceglie – assieme ai vertici azzurri – il polso duro: sul tavolo l’ipotesi di revoca di tutti gli incarichi, locali e nazionali, per i morosi con le quote da versare.