Politica: Mtl, ius soli non funziona

rp_isabella-mtl-300x213.jpgLamezia Terme – Francesco Materazzo, vicepresidente Mtl, boccia con fermezza la legge dello ius soli, che da il diritto di cittadinanza ai bambini nati in suolo italiano, anche se figli di stranieri. Per il rappresentante di Movimento Territorio e Lavoro, “la nuova legge attira clandestini, e consentirà ai loro figli nati nel nostro Paese di essere italiani. E’ evidente che tale legge non aiuta certo l’integrazione, dato che già alimenta pacifiche proteste in ogni angolo dello Stivale. E’ dimostrato, nonostante gli sforzi costanti di alcuni governi che lo ius soli non funziona proprio. Infatti, gli Stati Uniti sono un chiaro esempio per via degli scontri violenti crescenti fra opposti gruppi etnici, nonostante secoli d’integrazione e nonostante la forte presenza del primo presidente di colore della storia. L’assegnazione della cittadinanza per il solo fatto di nascere in Italia,è certamente frutto di una scelta completamente irresponsabile e anche “fuori tempo”. E’ sufficiente soffermarsi su alcuni dati reali: oggi, nel mondo, oltre 160 stati non lo applicano e non si tratta certo di nazioni brutali, nemiche della civiltà oppure ostaggio di una radicata cultura xenofoba. Nel civilissimo Regno Unito questo principio è stato abolito nel 1983, nella cattolicissima Irlanda è accaduto lo stesso nel 2005 dopo il referendum con il 79% dei cittadini, che si è espresso in tal senso, chiedendo cioè una revisione della normativa allora vigente. La cittadinanza non può essere messa in vendita, per permettere al partito che la sponsorizza a danno degli italiani un nuovo e vasto bacino di voti. In ogni modo, è certo che anche a Lamezia andranno in scena i “falsi profeti” decisi a propinare la buona novella sulla battaglia di civiltà, da non perdere. Tali irresponsabili completamente e costantemente legati a calcoli elettorali, hanno già condannato le prossime generazioni a vivere con i deficit creati dallo ius soli, su tutti un numero minore di posti di lavoro in una nazione già costretta a vivere mille e più difficoltà occupazionali. Si tratta, quindi, di un provvedimento totalmente distruttivo che apre la porta a milioni di finti profughi, che sono talmente poveri da permettersi un viaggio da 3.000 euro che a parità di potere d’acquisto nei paesi di provenienza corrispondono ad una disponibilità liquida di circa 60 mila euro”.