Editoria: le novita’ del ddl ora all’esame della Camera

redazione-giornalistiRoma  – La riforma dell’Editoria e’ stata approvata stamane dal Senato con modifiche rispetto al testo licenziato in prima lettura dalla Camera e torna , dunque, di
nuovo all’esame di Montecitorio.
Fra le principali novita’:

ISTITUZIONE DEL FONDO PER IL PLURALISMO E L’INNOVAZIONE DELL’INFORMAZIONE – Al fine di assicurare la piena attuazione dei principi di cui all’articolo 21 della Costituzione, in materia di diritti, liberta’, indipendenza e pluralismo dell’informazione, nonche’ di incentivare l’innovazione dell’offerta informativa e dei processi di distribuzione e di vendita, la capacita’ delle imprese del settore di investire e di acquisire posizioni di mercato
sostenibili nel tempo, nonche’ lo sviluppo di nuove imprese editrici anche nel campo dell’informazione digitale, e’ istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Il fondo e’ destinato anche alle radio tv locali oltre alle imprese editoriali costituite da cooperative
e istituti no profit.

TETTO STIPENDI RAI, NON SI PUO’ SUPERARE I 240MILA EURO ANNUI – Il limite massimo delle retribuzioni di 240mila euro all’anno si applica agli amministratori, ai dipendenti e ai consulenti “del soggetto affidatario della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e
multimediale”. Il tetto non puo’essere superato anche qualora l’azienda dovesse emettere dei bond. La novita’ e’ stata interodotta con un emendamento presentato dal relatore, il Pd Roberto Cociancich, e approvato all’unanimita’ a Palazzo Madama. La riforma prevede anche una riduzione delle risorse assegnate sul Fondo per l’editoria alle imprese che danno stipendi al proprio personale, collaboratori e amministratori superiori a 240mila euro.

ORDINE GIORNALISTI – Diventano 60 i componenti del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e viene garantita la rappresentanza alle minoranze linguistiche.

DEFINIZIONE QUOTIDIANI ONLINE – Devono pubblicare prevalentemente online, essere regolarmente registrati nella cancelleria di un tribunale, produrre soprattutto informazione, aggiornata quotidianamente, avere un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei giornalisti.

RADIO TV – La concessione del servizio pubblico durera’ dieci anni e ci dovra’ sempre essere la consultazione pubblica sugli obblighi di servizio per il rinnovo. Sara’ affidata con decreto del presidente del consiglio su proposta del Mise di concerto con l’Economia.

CONTRIBUTI PUBBLICI – Vengono dati in base al numero delle copie vendute, comunque non inferiore al 30% di quelle distribuite per le testate locali e del 20% per le nazionali. Il limite massimo del contributo erogabile e’ pari al 50 per cento del totale dei ricavi dell’impresa.
Editoria: Zanda, ddl assicura liberta’ e indipendenza
“L’approvazione del disegno di legge sull’editoria e’ frutto di un buon lavoro di tanti senatori, in primo luogo del Pd e della maggioranza, che in Commissione e in Aula hanno cercato soluzioni condivise per approvare una riforma non piu’ prorogabile”. Cosi’ il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. “Finalmente – aggiunge – c’e’ un testo che interviene in modo organico in un settore che aspettava da troppo tempo di essere riorganizzato. Un testo che detta norme chiare, definisce il prodotto editoriale, unifica i contributi e dispone di far decadere da ogni contributo, diretto o indiretto, le aziende che aggirano i contratti e le norme previdenziali. Quello approvato e’ un buon testo, da’ piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione assicurando, a livello sia nazionale che locale, liberta’, indipendenza, pluralismo dell’informazione e, al contempo, incentivando l’innovazione dell’offerta informativa e dei processi di distribuzione e di vendita. Una legge che intende sostenere le imprese editoriali attraversate da una crisi gravissima tutelando insieme i giornalisti piu’ giovani, spesso sfruttati e con compensi modesti”.