Da biotestamento a legittima difesa, almeno 8 leggi a rischio

Roma – Sono almeno 8 le leggi che rischiano di non vedere mai la luce (in questa legislatura) sebbene alcune abbiano ottenuto il via libera di almeno uno dei due rami del Parlamento. Tra i provvedimenti che potrebbero finire su un binario morto o rimanere ‘impantanati’ ci sono il testamento biologico, fermo da mesi in commissione al Senato; la legalizzazione della Cannabis, tornata nuovamente in commissione a Montecitorio; la legittima difesa, votata dalla Camera in concomitanza del clamore degli ultimi episodi di rapine in casa finiti male e ora da diverse settimane all’esame di palazzo Madama. Infine, lo ius soli, protagonista nelle ultime settimane delle aspre polemiche interne alla maggioranza e accantonato fino a settembre per volonta’ dello stesso governo. E ieri e’ stato il segretario Pd in persona, Matteo Renzi, ad ammettere che molto difficilmente sara’ approvato. Persino la legge elettorale potrebbe rischiare di finire nel bel mezzo del pantano parlamentare e soccombere di fronte alla strettoia dei tempi. Ufficialmente la riforma del sistema di voto e’ stata ricalendarizzata per l’Aula di Montecitorio a settembre, e la commissione Affari costituzionali riprendera’ l’esame il 6 settembre con il 12 fissata come data ultima per il testo base. Insomma, l’incombere del termine naturale della legislatura a febbraio-marzo del 2018, i numeri incerti al Senato, le fibrillazioni nella maggioranza, l’incognita voto in Sicilia e, infine, alla ripresa in autunno la sospensione delle altre attivita’ durante la sessione di bilancio, sono tutte circostanze che restringono notevolmente il tempo utile per esaminare e approvare i provvedimenti. Ad aggravare la situazione di determinati provvedimenti c’e’ l’ostruzionismo di alcune forze o addirittura non c’e’ comunione di vedute all’interno della maggioranza di governo. Calendario alla mano, dunque, la legislatura ha ancora 5-6 mesi di vita. Ma per quel che riguarda l’attivita’ parlamentare i tempi si riducono parecchio: facendo la tara di giorni festivi, festivita’ natalizie e settimana ‘corta’, si riducono a circa una cinquantina i giorni effettivamente utili.

Tra i provvedimenti piu’ ‘longevi’ che attendono il via libera definitivo, sono da segnalare lo ius soli, la legalizzazione della cannabis, la riforma delle pensioni e l’addio ai vitalizi degli ex parlamentari. Una battaglia, quest’ultima, che va avanti sin dall’inizio della legislatura, innalzata a bandiera dai 5 Stelle e protagonista anche di un’iniziativa parlamentare da parte del Pd.

VITALIZI E RIFORMA PENSIONI PARLAMENTARI: presentata in commissione alla Camera esattamente due anni fa, il 9 luglio del 2015, la proposta di legge a prima firma Matteo Richetti (Pd) ha subito diversi stop and go. L’iter e’ iniziato nel settembre del 2015 per concludersi a maggio del 2017. Calendarizzata per l’Aula, ha subito alcuni rinvii per poi essere approvata a fine luglio. Ora la palla passa al Senato, con i 5 Stelle gia’ pronti alla battaglia. Stando alle ultime dichiarazioni di esponenti del Pd e’ di Renzi stesso, la legge potrebbe avere buone chance di vedere la luce.

CANNABIS: il testo tutt’ora all’esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera, e’ frutto di una lunga mediazione tra diverse proposte di legge e del lavoro svolto dall’Intergruppo parlamentare, a cui si aggiunge anche una proposta di legge di iniziativa popolare. Il primo testo e’ stato depositato nel 2013, poi altri se ne sono aggiunti nel 2015. Contro il provvedimento sin dall’inizio si e’ schierato il centrodestra, Lega in testa. Per tentare di sbloccare la situazione, si e’ deciso di procedere con un comitato ristretto. Il Pd, pero’, sta tentando di salvare dall’oblio almeno la parte delle norme relative all’uso terapeutico.

IUS SOLI: la legge sullo ius soli temperato e sullo ius culturae e’ stata approvata dalla Camera, dopo un lungo iter parlamentare, nell’ottobre del 2015. Da allora e’ rimasta impantanata al Senato, sotto il fuoco di fila del centrodestra e dei 5 Stelle. Il Pd ha tentato di forzare la mano, chiedendo al governo di porre la fiducia, ma Ap ha minacciato di sfilarsi e i numeri a palazzo madama hanno indotto il premier Gentiloni a rinviare ogni decisione a settembre. Sul testo pero’ ha messo praticamente la parola fine il segretario Pd Matteo Renzi: non credo si riuscira’ ad approvarlo in questa legislatura, ha ammesso.

TESTAMENTO BIOLOGICO: le norme sulle disposizioni finali di trattamento fanno la spola tra i due rami del Parlamento sin dalla precedente legislatura, con proposte che risalgono al 2009. Il testo definitivo, frutto di una lunga mediazione in commissione, e’ stato approvato dalla Camera lo scorso aprile e da allora e’ all’esame della commissione Sanita’ di palazzo Madama.

RIFORMA DEI PARTITI: altro provvedimento che ha avuto un iter lungo in Parlamento. Dopo varie vicissitudini, l’opposizione di Forza Italia e l’accusa di voler ‘punire’ i 5 Stelle, Movimento che rivendica di non essere un partito, il Pd ha portato a compimento una riforma che non impedisce ai pentastellati di potersi presentare alle elezioni qualora non depositino uno Statuto – come recitava invece il testo originario – ma che comunque introduce una serie di vincoli sulla trasparenza. Approvata dalla Camera un anno fa, giugno del 2016, la legge e’ sparita dai radar.

LEGITTIMA DIFESA: l’iniziativa e’ del centrodestra. In particolare e’ la Lega a farsi promotrice di una proposta di legge che mira a riconoscere sempre la legittima difesa in caso di rapina nella propria abitazione o luogo di lavoro. Una lunga discussione e trattativa ha caratterizzato l’iter del testo in parlamento. Un blitz del Pd in commissione ha modificato il testo, trasformando la proposta da iniziativa in quota alle opposizioni a iniziativa, di fatto, della maggioranza. Giunta in Aula, lo scontro e’ stato duro. Alla fine l’Aula ha approvato il testo lo scorso maggio e ora si attende l’ok del Senato.

 

NUOVO CODICE ANTIMAFIA: anche in questo caso il provvedimento e’ stato al centro di un duro scontro tra maggioranza e opposizioni e anche all’interno della stessa maggioranza si sono registrati attriti, tanto che Ap ha dato liberta’ di voto. Approvato dalla Camera e modificato al Senato, il via libera di palazzo Madama e’ arrivato pochi giorni fa. Ma ora il testo dovra’ superare un nuovo passaggio a Montecitorio senza subire ulteriori modifiche.

TUTELA ORFANI VITTIME FEMMINICIDIO: e’ da oltre un anno che il provvedimento attende di vedere la luce. Presentato a maggio del 2016, ha incassato il via libera della Camera lo scorso marzo e ora rischia il binario morto al Senato. Di traverso, infatti, si sono messi Forza Italia, Lega e Gal, che in commissione Giustizia di palazzo Madama hanno bocciato la proposta di discussione in sede deliberante, ovvero senza dover poi passare per l’Aula. Una modalita’ che consentirebbe di accelerare i tempi. FI poi chiede alcune modifiche sostanziali al testo.