Corruzione: Bonafede, presto norme per rivoluzione di legalita’

Roma  – Una “lotta senza precedenti” alla corruzione, una “rivoluzione di legalita’”. E’ quella che il Guardasigilli Alfonso Bonafede, in diretta Facebook da Gioia Tauro, annuncia con il provvedimento che “probabilmente gia’ entro questa settimana” il governo presentera’ per il contrasto alla corruzione. “La ‘ndrangheta e tutte le mafie italiane – ha detto il ministro – si muovono oggi attraverso la corruzione: lo Stato avra’ il suo ruolo e la lotta al crimine organizzato viaggera’ sui fatti”. Due gli strumenti centrali per il contrasto alla corruzione previsti nel piano del governo: il primo e’ il ‘Daspo’ ai corrotti, “per dire che se lo Stato becca un imprenditore che corrompe – ha spiegato Bonafede – quell’imprenditore deve sapere che non avra’ mai piu’ a che fare con la pubblica amministrazione. Questo avverra’ per tutti coloro con condanne definitive per corruzione”. Il messaggio, ha aggiunto il ministro, “deve essere ‘ti conviene essere onesto'”, perche’ “lo Stato nella lotta alla corruzione non vede mezze misure”. Altra “norma fondamentale”, ha affermato il Guardasigilli, sara’ quella sull’agente sotto copertura: “Ora viene utilizzato per la lotta al terrorismo o al traffico di droga, ma non per la corruzione – ha osservato – cosi’ avviene che se le forze dell’ordine con la magistratura portano avanti indagini importanti poi hanno difficolta’ a provare i fatti nelle aule di giustizia”. Quindi, “l’aumento delle pene e’ importante – ha rilevato Bonafede – ma la prima cosa e’ dare uno strumento ai servitori dello Stato per smascherare la corruzione e provare quei fenomeni nelle aule di tribunale”. Si tratta di “strumenti senza se e senza ma”, ha concluso il ministro, “che interrompono tutti i legami tra malavita e Stato”. Bonafede ha ricordato che in Italia i detenuti per i reati dei cosiddetti ‘colletti bianchi’ sono “solo lo 0,6%”: questo dato “ci dice che c’e’ qualcosa che non va”.

Mafia: Bonafede, al lavoro per norma contro il voto di scambio
Il voto di scambio politico-mafioso “continua a essere una piaga contro cui la politica non ha fatto nulla”. Lo ha rilevato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, oggi a Gioia Tauro, sottolineando: “Tutti sappiamo i problemi di applicazione dell’articolo 416 ter, e’ gia’ allo studio una norma che possa creare una rivoluzione”. Il Guardasigilli ha ribadito con forza che “un politico non si deve nemmeno avvicinare a un mafioso e non devono esserci dubbi sul fatto che il voto deve essere l’espressione piu’ bella della democrazia, non il prezzo che c’e’ tra politica e mafia”.