Mattarella firma manovra e guarda a 2019, anno cruciale per Paese e Ue

Roma  – Sergio Mattarella ha firmato la manovra, con la quale si sono evitati sia l’esercizio provvisorio che la procedura di infrazione Ue ed ha deciso di non aggiungere nulla alla firma con cui si autorizza la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Meglio chiudere un capitolo lungo e complicato, incassando di aver contribuito a convincere le parti, governo e commissione Ue, a tornare al tavolo della trattativa sui conti pubblici dopo uno scontro andato avanti per mesi.
Certo, molte sono le critiche che si levano nel merito e nel metodo verso il governo per come ha varato la legge di bilancio. Ma se nel merito il presidente della Repubblica non intende intervenire, poiche’ spetta a governo e Parlamento legiferare e perche’ su alcune norme lo stesso esecutivo ha gia’ annunciato di voler intervenire con correzioni, sul metodo il Presidente qualcosa dira’. Non con una lettera di accompagnamento alla firma della manovra, per non riaprire polemiche e non delegittimare i presidenti delle Camere, ma gia’ domani sera, davanti agli italiani che staranno per sedersi al tavolo per il cenone, potrebbe ricordare quel che ha gia’ detto di recente, nel discorso alle Alte cariche prima di Natale, quando ha ricordato la centralita’ del Parlamento e l’importanza di non mortificarlo, essendo la sede vera della sovranita’ popolare.
Ora quel che attende il Paese e’ un anno cruciale, il rapporto con la Ue e’ di tregua ma gli occhi della commissione, come anche dei mercati, sono puntati sui nostri conti pubblici e si dovra’ proseguire con politiche attente all’equilibrio di bilancio, evitando magari scossoni politici come quello che potrebbe derivare da un rimpasto, peraltro smentito da tutti i componenti dell’esecutivo. Nel discorso di domani, poi, Mattarella fara’ un breve bilancio dell’anno passato e soprattutto guardera’ all’anno che viene, facendo notare come la crisi non possa dirsi completamente alle spalle, pur essendo ormai superati i momenti piu’ bui, e sottolineando, ancora una volta, l’importanza del lavoro e della sua dignita’.

Come ha fatto ieri, concretamente, premiando 33 eroi di tutti i giorni impegnati nel volontariato e nella solidarieta’, fara’ notare che un paese avanza se e’ unito e se ognuno si sente parte di una comunita’, dai singoli alle istituzioni. Meglio evitare dunque individualismi sul piano personale ed eccessi di autonomismi sul piano istituzionale. L’anno che si apre sara’ poi per l’Europa un momento di snodo, durante il quale saranno i cittadini a esprimere con il loro voto un giudizio su quale potra’ essere il futuro del continente. E anche su questo fronte e’ chiaro che l’invito del Presidente sara’ per una assunzione di responsabilita’ collettiva perche’, come ama ripetere, nessun paese da solo puo’ affrontare le sfide dell’oggi e l’Europa, pur migliorabile, e’ ancora uno strumento potentissimo di pace e benessere.
Contrariamente a quanto succedeva negli ultimi anni, non ci saranno poi contro-discorsi dei leader politici. Se e’ vero che Beppe grillo terra’ il suo tradizione discorso via web, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno preferito invece riservarsi un intervento il 1 gennaio. Mentre Matteo Salvini ascoltera’ per il secondo anno consecutivo le parole del Presidente e si limitera’ ad augurare via facebook un buon anno ai suoi sostenitori.