Verso nuovo rinvio reddito-quota, e domani altro vertice

Roma – Si profila un nuovo rinvio per il decreto su reddito di cittadinanza e ‘quota 100′. L’obiettivo del governo e’ di chiudere e approvare il cosiddetto ‘decretone’ in un Consiglio dei ministri entro domani sera. Ma, dopo lo slittamento deciso la scorsa settimana, il Cdm potrebbe essere posticipato a venerdi’ mattina. In ogni modo avverra’ dopo il vertice a tre, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi due vicepremier, convocato per domattina a Palazzo Chigi per fare il punto sulle due misure. Luigi Di Maio spinge per chiudere la partita entro domani sera mentre la Lega sarebbe piu’ guardingo, in attesa di vedere i nuovi testi e le relazioni tecniche, che, sempre a quanto si apprende, non sarebbero ancora arrivati neanche alla Ragioneria generale dello Stato.
“I soldi ci sono, lasciamo che i tecnici facciano il loro mestiere su provvedimenti che riguardano milioni di italiani”, ha affermato il ministro dell’Interno, ad Oristano per la campagna elettorale in vista delle Regionali. “Abbiamo chiesto ai tecnici che i conti siano perfetti sino all’ultima virgola”, ha aggiunto il vicepremier. “Quindi che si prendano le ultime ore necessarie, perche’ poi si parte. Da parte del M5s, il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni ha confermato che “l’idea” sarebbe di chiudere domani “se quadrano tutti i numeri: ora vediamo se si riesce a chiudere con la Ragioneria” dello Stato.
“Ci sono alcune esigenze di calcolo piu’ sulla parte pensioni che non sul reddito di cittadinanza – ha sostenuto – Se la Ragioneria ci da’ l’ok, il Consiglio dei ministri e’ pronto, altrimenti vediamo i tempi”. Di sicuro, “non ci sono ‘manine’, si sta lavorando con la collaborazione e un po’ di frenesia”.

Nel corso del vertice in programma domattina non e’ escluso che i tre affrontino altri nodi all’ordine del giorno, in primis la nomina del presidente della Consob, vacante dalle dimissioni di Mario Nava, quattro mesi fa. Sulla nomina, che spetta a Sergio Mattarella, su proposta del premier, e’ in atto un confronto interno al M5s, con una parte del Movimento apertamente favorevole a Marcello Minenna, tra cui Luigi Di Maio, da una parte, e il premier, dall’altra, che ha voluto tenere per se’ l’ultima parola e che potrebbe proporre un altro nome per superare lo stallo.
Tra gli altri nodi le misure per i disabili, oggetto di un braccio di ferro M5S-Lega nel decreto atteso su reddito di cittadinanza e quota 100. Secondo quanto riferiscono fonti di governo, la platea del reddito di cittadinanza destinata a queste categorie sarebbe stata definita e alcune modifiche potrebbero essere inserite nel corso dell’iter parlamentare. La Lega ha infatti minacciato di non votare il reddito di cittadinanza senza le risorse adeguate per gli invalidi. Nell’ultima bozza del decreto circolata la platea dei beneficiari sarebbe stata allargata a circa 254 mila famiglie con almeno un componente invalido, con il 67% o piu’ di invalidita’. E sarebbero state inserite nuove tutele.
Tuttavia lo scoglio non sembrerebbe superato e il problema potrebbe quindi essere rinviato al Parlamento, considerando i tempi stretti per il varo del decreto per consentire che le misure possano partire entro marzo.
Altro tema e’ l’anticipo finanziario del Tfr per gli statali che il governo intende assicurare tramite una convenzione con l’Abi. L’operazione, secondo quanto viene riferito, e’ ancora in alto mare e proseguono i contatti con le banche che dovrebbero anticipare in tutto o in parte le risorse. In particolare, resta aperto il problema di chi paghera’ gli interessi sul prestito e dell’impatto della spesa.