R. cittadinanza: Guccione, tema in odg terza commissione

Catanzaro – La terza commissione “Sanita’, Lavoro, Attivita’ sociali” del Consiglio regionale si occupera’ di della questione del Reddito di cittadinanza e dei Centri per l’impiego calabresi. Lo rende noto il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, che ha chiesto e ottenuto l’inserimento del tema all’ordine del giorno della seduta della terza commissione in programma il prossimo 6 febbraio: alla seduta – riferisce ancora Guccione – “saranno invitati l’assessore al Lavoro e Welfare Angela Robbe e componenti del Dipartimento Lavoro, i responsabili dei Centri per l’impiego, il direttore dell’Inps Calabria”. Secondo il consigliere regionale, “l’organico attuale dei Cpi e’ insufficiente e a breve si troveranno a gestire un maggiore carico di lavoro, visto che saranno direttamente impegnati nella gestione dei beneficiari del reddito di cittadinanza e poi nell’accompagnamento nel mondo del lavoro. I tempi sono ristretti: bisogna da subito preoccuparsi dell’organizzazione e del funzionamento dei Cpi calabresi. Vanno messe in campo – rileva Guccione – una serie di iniziative finalizzate a ottenere una reale applicazione del Reddito di cittadinanza. In queste condizioni, invece, il rischio e’ che nel Sud e in Calabria in particolare il Reddito di cittadinanza si trasformi in un semplice strumento di assistenzialismo”. Guccione osserva che “i Centri per l’impiego calabresi in questi ultimi giorni sono stati visitati da una nuova fascia di utenti. Persone che mancavano da anni ai Cpi sono ritornate a iscriversi, cosi’ come professionisti, commercianti, titolari di partita Iva preferiscono chiudere le proprie attivita’ per essere potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza, dando dichiarazione di immediata disponibilita’ al lavoro. Non sono contrario al Reddito di cittadinanza ma bisogna evitare che tale strumento si trasformi in un provvedimento assistenziale, in una semplice Social Card rilasciata dall’Inps. Al momento – conclude il consigliere regionale – i Cpi non sono in grado di fronteggiare la situazione e la mole di lavoro che arrivera’ poi con le pratiche del reddito di cittadinanza e i percorsi di inserimento al lavoro”.